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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 31/03/2009 | INTERVENTI
IL CASO | L'opposizione afferma che durante l'iter progettuale ci sarebbero state delle irregolarità
Fabbrica di sansa tra Collepasso e Casarano.
L'opposizione critica l'autorizzazione emessa
Il comune di Casarano già lo scorso 26 gennaio ha dato alla società «Bioenergia Investimenti Spa» l'autorizzazione per la costruzione di un impianto per l'essiccazione delle sanse. Ora l'opposizione di Collepasso si esprime su quanto sta accadendo.

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COLLEPASSO | L'opposizione di Collepasso non ci sta alla costruzione di un impianto per l'essiccazione delle sanse. Il comune di Casarano ha rilasciato l'autorizzazione per la costruzione dell'impianto, proprio quell'autorizzazione che ora torna ad essere presa di mira, anche se ormai il rilascio da parte del comune è stato effettuato proprio lo scorso 26 gennaio, ad usufruirne è la società «Bioenergia Investimenti Spa». La ditta ha già fissato la data dell'inizio dei lavori. È stato lo stesso comune che ha rilasciato le autorizzazioni ad individuare l'area, una zona agricola. Su quell'area c'è la possibilità della costruzione di fabbriche che producono prodotti agricoli, «Pur essendo un prodotto derivato da un prodotto agricolo, ottenuta dal processo di molitura delle olive, non costituisce un prodotto agricolo e, quindi il progetto presentato al comune di Casarano costituisce variante allo strumento urbanistico». L'annotazione giunge dall'opposizione di Collepasso.
«Lo Sportello unico delle Attività Produttive del comune di Casarano ritenendo che la sansa sia un prodotto agricolo, ha intrapreso l’istruttoria della pratica edilizia, così come richiesto dalla Bioenergia Investimenti S.p.a., utilizzando l’articolo 4 del D.p.r. numero 447/1998 procedimento mediante conferenza di servizi e non attraverso l’articolo 5 dello stesso D.p.r. progetto comprovante la variazione di strumenti urbanistici, qualora nella zona industriale non ci sia disponibilità di suoli per l'insediamento dell’impianto».

L'opposizione prende in considerazione il fatto che si tratta di una fabbrica particolare. «Sitamo parlando di un’industria adibita alla trasformazione di prodotti agricoli che ha perduto le caratteristiche per essere considerato un prodotto agricolo e che dovrà subire ancora un trattamento industriale, per essere trasformato in un altro prodotto finito». Se la maggioranza che ha rilasciato le autorizzazioni riesce a trovare la scorciatoia per difendersi da queste prime accuse, l'opposizione continua a sostenere che sono «tante e tali le anomalie, che vale la pena elencarne alcune». Lo scorso 21 maggio 2008 venne convocata una conferenza di servizi, durante la quale il geometra Antonio Fasiello, impiegato presso l'ufficio urbanistica a Lecce afferma che «l'impossibilità della Regione Puglia ad esprimere il parere di legittimità di propria competenza», un altro intervento viene fatto dall’architetto Andrea Carrozzo, sempre impiegato nello stesso settore, ma del comune interessato che afferma il parere contrario all'impianto in quanto in contrasto con lo strumento urbanistico vigente che riporta la zona classificata come agricola.
Per cercare di far affondare il parere di Carrozzo, presso l'avvocato della società in questione è stata presentata una relazione che cerca di far ignorare il parere del dirigente affermando che la sansa non è da considerarsi rifiuto e che quindi la costruzione della fabbrica era legittima.

Intanto le polemiche proseguono e il 4 agosto 2008, durante una nuova conferenza, Carrozzo afferma: «Fermo restando quanto già espresso da questo ufficio nella seduta del 21 maggio 2008, acquisita conoscenza del parere prodotto dall’avvocato Adriano Tolomeo per conto della società Bioenergia Investimenti Spa, si osserva che, impregiudicata ogni valutazione in ordine alla ammissibilità/non ammissibilità del progetto in questione, necessita l’acquisizione di apposita relazione di impatto ambientale da parte della società relativa allo specifico progetto da depositarsi entro il 25 settembre 2008, ai fini del prosieguo dell’istruttoria».
La relazione d'impatto ambientale che risale al settembre del 2008 conferma che «il sito di progetto ricade in ambito territoriale esteso con valore distinguibile C, laddove cioè sussistano condizioni di presenza di un bene costitutivo con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti ed è pertanto soggetto al disposto dell’articolo 2.01, comma 2.1, del Titolo II e dell’art. 5.01 del Titolo V delle N.t.a. del P.u.t.t./p Regione Pugli», secondo l'opposizione nessuno sembra preoccupato a cercare di chiedere alla Regione Puglia l’autorizzazione paesaggistica e l’attestazione di compatibilità paesaggistica.
Intanto si muove anche il comune di Casarano e il 26 novembre del 2008, l'amministrazione apprende una nota della Provincia di Lecce - Settore Territorile e Ambiente, che risponde alla richiesta formulata dal responsabile del settore Urbanistica di Casarano. Da quella nota si è appreso che l'Ente di palazzo dei Celestini non può esprimersi in quanto il progetto risulta molto carente di documentazione relativa ai vincoli urbanistici, allo smaltimento e trattamento delle acque meteoriche di dilavamento e dall'emissione in aria.
Infatti si legge: «il deposito della materia prima, la sansa vergine con il 50-55 per cento di umidità, va effettuata esclusivamente all’interno di capannoni chiusi e a tenuta stagna. Nel progetto invece sono previste grandi vasche senza copertura, che danno origine ad emissioni diffuse di sostanze odorigene, tanto più moleste quanto più la sansa è soggetta a processi fermantativi di invecchiamento. Anche la tramoggia giornaliera va alloggiata in ambiente chiuso, La fase di essiccazione della sansa vergine viene attuata con l’utilizzo di due forni provvisti di bruciatori alimentati a sansa che producono aria calda. L’aria in uscita da ciascun cilindro contiene quindi il vapore acqueo che umidifica la sansa, le ceneri (polveri) della sansa usata come combustibile, le sostanze odorigene, le particelle oleose distillate dalla corrente di vapore. Tali fumi devono essere obbligatoriamente depurati, ma non vi è traccia nel progetto di alcun sistema di abbattimento. La fase di estrazione dell’olio si realizza con l’impiego di acqua calda, la caldaia di produzione energia termica utilizza sempre sansa esausta come combustibile e dovrebbe avere un punto di emissione a valle di un sistema di abbattimento costituito da filtro a maniche di tessuto, ma dal progetto non risulta sia previsto alcun filtro».
Successivamente le cose non cambiano di molto, «il dirigente dell’Ufficio Urbanistica del comune di Casarano rilascia, in data 29/12/2008, il parere di conformità urbanistica, la Regione Puglia non ha rilasciato l’autorizzazione paesaggistica perché mai richiesta. La Provincia di Lecce non ha rilasciato alcuna autorizzazione in merito ai problemi sollevati, perchè non messa in grado di esprimersi per la mancanza di documentazione tecnica. L’Ufficio provinciale Agricoltura non esprime alcun parere in quanto non di competenza. L’Arpa Puglia - Dipartimento provinciale Lecce esprime parere favorevole condizionato. L'Asl Le/2 esprime parere favorevole con prescrizioni. Il comando Provinciale dei VV.F. esprime parere favorevole con prescrizioni e ai soli fini antincendio. La responsabile dello Sportello Unico Attività Produttive del comune di Casarano rilascia, invece, in data 26 gennaio 2009, alla Bioenergia Invesimenti S.P.A. il Provvedimento Autorizzativo Unico». Secondo l'opposizione, quest'ultimo parere «è da ritenersi illegittimo sotto il profilo tecnico e quello giuridico».
Intanto, nella relazione di Impatto Ambientale, avanzata dalla società, si legge che «la scelta di un sito isolato, situato in piena campagna, lontano dai centri abitati, scongiura eventuali molestie per il rilascio di eventuali emissioni odorifere che comunque l’impianto di progetto, nel rispetto della legge e applicando le migliori tecnologie disponibili, non genererà». Proprio su questa nota l'opposizione risponde affermando che «non può essere del tutto veritiera, perché il concetto di lontano è soggettivo e il sito prescelto per la costruzione dell’impianto dista dal centro abitato di Collepasso appena un chilometro e mezzo. Nella relazione non si fa affatto menzione che l’impianto da costruire lambisce la zona industriale di Collepasso dove sono insediate molte realtà produttive ed espositive e perché l’impianto da costruire dista poco meno di un chilometro e mezzo dalla struttura villaggio Euroitalia, dove, oltre alle attività sportive ci sono strutture sanitarie, riabilitative, ricettive ed alberghiere, nonché la casa di riposo per anziani di recente apertura».

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