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LECCE | Approvato alla Provincia il bilancio di previsione 2009. Lo ha stabilito la maggioranza in Consiglio, questa mattina, durante le operazioni di voto della seduta. Il bilancio è passato con 23 voti a favore, mentre sette hanno optato per il voto contrario con un astenuto.
Nel corso della seduta il presidente della Provincia, Giovanni Pellegrino, ha spiegato di aver delineato anche quest'anno una strategia di sviluppo e di crescita che potesse ottemperare alle difficoltà del mondo del lavoro, e in particolare del settore del manifatturiero.
Fra le difficoltà più «sentite», ha spiegato Pellegrino, ci sono quelle legate alla crisi dell'economia, che ha messo in difficoltà anche la gestione dei conti, invertendo quella condotta di recupero sui mutui che si era intrapresa negli ultimi anni.
«Un'azione rilevante - sottolinea Pellegrino - da parte di questa Provincia. Abbiamo lavorato nella prospettiva di crescita del territorio, delineando un modello di sviluppo che compensava le negatività del settore manifatturiero, elemento trainante dell’economia salentina, puntando sull’impresa culturale, dell’accoglienza e dei servizi».
Nella sua relazione di bilancio, il presidente Pellegrino ha sottolineato anche la strategia di marketing portata avanti con la registrazione del marchio «Salento d'Amare»: «Per lungo tempo è stato un logo, poi è diventato un marchio registrato, quindi un ‘marchio d’area’ che rappresenta questo territorio e le sue peculiarità complessive».
Ma in merito alla crisi economica, dopo anni di crescita dell'economia, è venuto a mancare un certo «ciclo virtuoso»: «In una fase difficile, quella che comincia nell'agosto del 2008, dopo anni di crescita questo ciclo virtuoso si è interrotto. E allora si è lavorato con una formula antirepressiva.
Negli anni antecedenti il 2006, la Provincia nel suo bilancio annuale prevedeva 20 milioni di nuovi mutui. Nel 2006 questa cifra si è ridotta a circa 13 milioni, nel 2007 a 18 milioni, nel 2008 è scesa a 11 milioni. Tutto questo si faceva per evitare di lasciare ad altri amministratori un bilancio ingessato e destinato solo a finanziare spese fisse (personale, interessi passivi e quote capitali di ammortamento dei mutui). In questo 2009 abbiamo abbandonato la prassi virtuosa e siamo tornati a circa 27 milioni perché in questa fase la necessità dell’intervento pubblico prevale sulle esigenze di bilancio».
E anche nel mondo del lavoro non son mancate le difficoltà, dove il territorio sembra sempre più marchiato dalla precarietà: «Ci siamo fatti carico delle difficoltà del mondo del lavoro - insiste Pellegrino - con politiche per incidere e superare il precariato. E con una coraggiosa azione di stabilizzazione del personale.
Questo bilancio risente anche del fatto di aver dovuto prevedere la somma di 2 milioni di euro per spese elettorali. La scommessa per chi verrà dopo di noi è nell’attivazione di fondi esterni. Sarà indispensabile avere buoni rapporti con la Regione da cui potranno arrivare importanti risorse finanziarie attraverso i Fondi per le Aree Sottosviluppate.
È un bilancio che risente della stagione non facile che stiamo vivendo, ma che contiene una chiara scelta di campo. Ricordo, infine, che il Collegio dei revisori di cui fa parte un professionista espresso dalla minoranza, individua qualche elemento di criticità sul quale richiede attenzione, ma dichiara, al contempo, che i fondamentali del bilancio sono sani».
Dunque, oltre al bilancio fino al 2011, il Consiglio si è interessato anche di altri provvedimenti, fra cui un intervento a favore degli allevatori colpiti dall'emergenza diossina (firmato tanto dalla maggioranza quanto dall'opposizione), e la presa d’atto dell’avvenuta espansione dell’immobile denominato ‘Castello Pio’ di Casarano, già nuda proprietà della Provincia, per morte dell’usufruttuario.
Nell’ordine del giorno era compresa anche una interrogazione del consigliere Donato Margarito per interventi della Provincia in favore del ‘Cenacolo Regina Pacis’ in Chisinau (Moldavia).
Su questo punto il presidente Pellegrino ha sostenuto l’opportunità e la legittimità degli interventi in un quadro di attività che la Provincia svolge in numerosi Paesi per l’integrazione e l’assistenza sociale su modello del Salento, che è «un luogo di dialogo, d’incontro e di pace».