PARABITA | Nuovo capitolo giudiziario sull'uccisione di Giorgio Romano, il 61enne faccendiere di Matino ammazzato a colpi di pistola la mattina del 13 settembre 2008 da Vincenzo De Salve, macellaio di 55 anni, di Parabita, che fece ricorso all'estremo gesto per «salvare» la sua proprietà ormai entrata per via dei debiti nel cerchio delle aste giudiziarie.
Nelle scorse ore, grazie ad una meticolosa indagine investigativa di polizia giudiziaria, condotta dai militari della Guardia di finanza di Lecce, il patrimonio accumulato negli anni da Romano e dalla moglie, Giuseppina Colì, e intestato alla famiglia, è stato confiscato.
Il sostituto procuratore del Tribunale di Lecce, il pubblico ministero Francesca Miglietta, infatti, ha richiesto il sequestro dei locali commerciali e delle civili abitazioni, e di quei terreni con annesse case coloniche e suoli edificatori, oltre che un autovettura Mercedes, quote societarie e disponibilità finanziarie.
Il tutto per un valore complessivo di tre milioni 680mila euro. Beni sparsi sul territorio fra Parabita, Matino e Casarano. Nel corso dell'attività investigativa, i finanzieri hanno accertato che l'ingente patrimonio sequestrato sarebbe stato acquisito dal 61enne con espedienti illeciti.
Quello che hanno appurato i militari del Nucleo di polizia tributaria è che i beni confiscati sarebbe sproporzionati rispetto al reddito dichiarato e all'attività economica esercitata, dunque riconducibile, sulla base di quanto appurato dagli investigatori, ad attività illecite per le quali Romano era indagato.
Nel corso della conferenza sono intervenuti il procuratore capo del Tribunale di Lecce, Cataldo Motta (a sinistra, nella foto e al centro in basso), il pubblico ministero Francesca Miglietta e il colonnello capo del Comando provinciale della Guardia di Finanza, Patrizio Vezzoli.
Si tratta di una misura che i finanzieri hanno applicato, come detto, anche nei confronti della moglie e dei suoi due figli, in conseguenza delle recenti modifiche legislative introdotte dal cosiddetto pacchetto sicurezza. Si tratta di un provvedimento adottato per la prima volta nel giro degli ultimi anni.
SEQUESTRO PERMESSO DAL PACCHETTO SICUREZZA | «Ha un valore che va oltre l'importanza attribuita a operazioni analoghe». È il commento del sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, che esprime il suo apprezzamento al comandante provinciale della Guardia di finanza: «Nell'esprimere apprezzamento al Comandante provinciale della Guardia di finanza, Patrizio Vezzoli, ricordo che l'operazione è anche esito delle nuove disposizioni sul punto introdotte dal "pacchetto sicurezza", che consentono di estendere le misure di prevenzione personali e patrimoniale ai familiari del soggetto deceduto (naturale destinatario del provvedimento).
Senza tale nuova norma, introdotta nel giugno 2008, ingenti risorse sarebbero ancora nelle mani degli eredi di quanti, a vario titolo, si sono macchiati di reati di matrice mafiosa o comunque molto gravi».