FRIGOLE (LECCE) | Dall'Albania nel Salento con un gommone carico di droga. Che tre scafisti hanno portato per fare da «corriere» e ottemperare a una consegna. Consegna che però è andata storta, nel senso che, braccati dagli agenti di polizia, quando gli avventori hanno capito, probabilmente raggiunti da una segnalazione lanciata da «pali» che stavano a terra, hanno preferito abbandonare tutto e fuggire a nuoto.
Ora, gli agenti della Questura stanno cercando quegli scafisti che materialmente dovevano realizzare la consegna. La scoperta è stata fatta questa mattina, alle prime luci dell'alba.
Era ancora buio al largo di Torre Veneri, sulla costa adriatica, quando una «volante di mare» della Squadra nautica del distaccamento di Gallipoli, ha scorto un grosso gommone al largo della costa.
Uno scafo motorizzato col quale tre corrieri della droga hanno tentato l'approdo sulla terra salentina. Senza riuscirci. Sono stati sufficienti mezzi non troppo sofisticati, come i classici radar, per scorgere quella partita di marijuana, ma semplici binocoli a raggi infrarossi.
Binocoli, che chiaramente non hanno permesso di vedere tutto nel dettagli, data la scarsa visibilità delle ore mattutine, ma quanto meno di scorgere quelle strane macchioline galleggiare verso la riva.
E così, attorno alle 4,30 del mattino, da San Cataldo fino a Frigole, passando per l'area protetta delle Cesine, i poliziotti della Squadra nautica in mare di Gallipoli (con 18 agenti di polizia, coordinati dal dirigente Aldo Chetta), dipendenti dell'Ufficio prevenzione generale di soccorso pubblico, e quelli della Squadra volanti (coordinati da dirigente del reparto, Giorgio Oliva) in acqua, hanno recuperato quel gommone che trasportava dodici borsoni scuri.
Dove all'interno c'era la droga, marijuana per l'appunto, per 321 chilogrammi, avvolta nel cellophane e sigillata con nastro adesivo per pacchi. Il gommone, lungo otto metri, aveva in dotazione un motore di 300 cavalli, che dopo le prime indagini è risultato rubato in provincia di Foggia. Questa mattina, in conferenza stampa, c'era anche il questore Antonino Cufalo.
Il valore di un quantitativo così alto raggiunge circa i 700mila euro. C'è da dire, poi, che ci sono ulteriori elementi per mezzo dei quali gli investigatori contano di risalire ai tre corrieri della droga. Si tratta degli indumenti di ricambio dei tre scafisti, che erano stati occultati all'interno di un borsone, ma soprattutto un telefono cellulare, col quale venivano scambiate le informazioni per l'approdo.
L'operazione ricorda quella dello scorso anno, al largo dei Laghi Alimini, in terra d'Otranto, dove gli agenti del distaccamento di Otranto sequestrarono altri 200 chili. Droga, anche in quell'occasione, proveniente dai Paesi balcanici.