LECCE | Interrogazione urgente inviata dalla senatrice Adriana Poli Bortone al Ministro per le Politiche agricole e Forestali. Nei giorni scorsi la Commissione Europea ha varato un provvedimento in virtù del quale è stato dato il via libera alla commercializzazione del vino rosè ottenuto dalle miscele di vino bianco e rosso. Il vino rosato è noto essere prodotto da soffici spremiture di uve nere e non certo da alchimie autorizzate dall'Ue, in contrasto, peraltro, con le reiterate dichiarazioni e i regolamenti che indicano nella qualità e nella tracciabilità i requisiti fondamentali per la genuinità del prodotto a tutela dei consumatori e della salute. Il provvedimento voluto dall'Europa danneggia la filiera vinicola italiana, ma in particolare quella pugliese ed ancor più quella salentina, svilendo, di fatto, una produzione identitaria per valorizzare la quale i produttori si sono impegnati negli anni, anche finanziariamente, nel paziente recupero di tecniche vinificatorie che garantissero tradizione e qualità del vino salentino. nella competitività, è ovvio, giochi molto il fattore «qualità» del prodotto, e che, pertanto, è assolutamente ingiustificato e contraddittorio il provvedimento voluto dalla Commissione Ue. Prigioniero si interroga il Ministro in indirizzo per sapere se intende difendere in sede comunitaria, con l'impegno dovuto, il vino rosato, salvaguardandone genuinità e qualità, a tutela di una produzione vinicola pressoché esclusivamente meridionale, frutto di impegno costante di produttori pugliesi e salentini in particolare, che molto hanno lavorato nel tempo per evitare che interventi truffaldini potessero intaccare la garanzia di genuinità del prodotto ed ora potrebbero essere fortemente danneggiati da interventi comunitari volti a legalizzare proprio dei «falsi» quali sarebbero i rosati «tagliati».