MAGLIE | Il Movimento per la Sinistra chiede le dimissioni del sindaco della città, Antonio Fitto (nella foto a sinistra). E le chiede perché sul caso della Copersalento, il primo cittadino avrebbe assunto un comportamento di «complicità rispetto a una situazione di totale irregolarità».
Una riflessione alla quale sono arrivati gli esponenti del movimento del presidente della Regione, Nichi Vendola, secondo i quali «la presenza cospicua di diossina nel latte e nella carne è l'epilogo di una drammatica vicenda in cui la difesa della salute, del lavoro e dell'ambiente sono stati appendice del profitto e dell'illegalità».
Che Copersalento, l'azienda che si trova nella zona industriale di Maglie, a poche centinaia di metri da altri centri come Cursi, fosse in difficoltà è cosa nota. Tanto che lunedì scorso, con un'ordinanza, sindaco, Arpa e assessore provinciale all'Ambiente decisero la chiusura fino a dati certi.
E un dato che allarmò, fu quello dello sforamento dei limiti consentiti, delle emissioni di diossina, «che superano di 420 volte i limiti consentiti. Viene, così, sospesa - spiegano ancora da Mps - l'autorizzazione a bruciare combustibile da rifiuto sostituito da cippato di legno vergine, e in parte da nocciolino di sansa».
E nonostante le ultime analisi, quelle di marzo, rilevano diossina per 8 volte superiore i limiti concessi dalla legge, per il Movimento per la Sinistra bisogna muoversi perché si è raggiunto una situazione insostenibile: «La presenza della sostanza cancerogena nel latte e nella carne di produzione locale, rilevata grazie alle analisi dell'Asl, in seguito ai dati dell'Arpa, destano profonda inquietudine».
Ora dal Mps, si chiede che chi ha interagito facende permettere tutto ciò, si assuma le proprie responsabilità: «A cominciare dal sindaco di Maglie, la cui insipienza e complicità rispetto a una situazione di totale irregolarità è storia nota. Pertanto, chiediamo le sue dimissioni».
Poi concludono: «È accertata scientificamente la correlazione fra diossine e patologie di varia natura e gravità. Alterazioni del sistema immunitario, del sistema riproduttivo maschile, endometriosi, danni al feto, mortalità prenatale, e tumori sono le drammatiche conseguenze dell'esposizione, più o meno elevata e prolungata, alle diossine. La chiusura della Copersalento - insistono ancora - non deve rappresentare un palliativo, ma deve perdurare finché l'impianto non sarà sicuro per i lavoratori, per l'ambiente, per i cittadini tutti.
È opportuno che tutti gli impianti industriali del Salento vengano sottoposti allo stesso tipo di analisi. Consideriamo lavoro e ambiente come unico paradigma di un modello di sviluppo lungimirante e di qualità e crediamo che il diritto alla salute e i diritti dell'ambiente, non possano più essere contrapposti con il diritto al lavoro.
Mossi da questo spirito - aggiungono infine - parteciperemo e invitiamo a partecipare a tutte le iniziative tese a risolvere definitivamente questa situazione di irregolarità».