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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 24/03/2009 | CRONACA
LA TRAGEDIA | In corso Unione Sovietica, all'interno di uno scavo
Muore a Torino operaio di Nardò.
Viene travolto da cumuli di terra
Vincenzo Romano, 50enne di Nardò, è stato travolto da diversi cumuli di terreno mentre lavorava in una rete fognaria a Torino. Indaga dell'accaduto la Procura del capoluogo del Piemonte. Non c'è stato nulla da fare per salvare l'uomo rimasto intrappolato.

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NARDÒ | È morto sepolto vivo sotto un metro di terra. Ennesima tragedia sul lavoro, vede coinvolto un salentino, e che aumentare con una vertiginosa escalation il numero di morti della provincia di Lecce sul lavoro. A perdere la vita, questa volta, è stato Vincenzo Romano, di 50 anni, originario di Nardò. L'operaio stava lavorando all'interno del cantiere che si trova nel capoluogo piemontese, precisamente in corso Unione Sovietica.

Romano è stato travolto dai detriti dello scavo per cui stava lavorando. Lavori per una conduttura fognaria. Coi suoi colleghi, stava costruendo la condotta di allaccio di un condominio alla rete fognaria. Quando sono arrivati i vigili del fuoco, per tirarlo fuori da quella mole di terra, era ormai troppo tardi. Per Vincenzo Romano non c'era più nulla da fare.

Vincenzo Romano, secondo alcune testimonianze che arrivano da Torino, stava lavorando assieme a un suo compagno, un rumeno, attorno alle 16,30, all'interno dello scavo nel cantiere. Quando a un certo punto c'è stato un primo crollo. Il collega rumeno ha riportato solo qualche contusione perché quando sono arrivati i soccorsi l'hanno portato a Torino all'ospedale Cto.

Tre di loro, che stavano lavorando assieme a un italiano, erano impegnati nei lavori per conto della ditta Cim di Chivasso, che appunto opera in provincia di Torino. Franco, (così si chiama il sopravvissuto), quando è sceso a controllare cosa fosse successo, ha afferrato il primo di loro e l'ha tirato in superficie.

La Cim di Chivasso, lì a Torino, si era aggiudicata in appalto i lavori del condominio che si trova al civico 493 di corso Unione Sovietica. Romano, a differenza del collega che è stato più fortunato, è stato letteralmente inghiottito dai detriti, e da alcune lamiere che gli erano crollate addosso.

Quando ha provato a tirarlo fuori, è stato afferrato per la caviglia, ma pare che la vittima avesse gridato di avere dolore e di non tirarlo fuori afferrandolo da lì. «Ho cercato di salvarlo - spiega il collega rumeno - ma quando mi sono accorto che gli faceva male la caviglia, anziché tirare sono salito su per cercare qualcosa con cui scavare e liberarlo». Purtroppo il tempo ha fatto la sua parte.

In pochi secondi, una seconda frana. Romano, che era arrivato da Nardò in Piemonte per lavorare è stato letteralmente inghiottito dalla terra.

Quando è stat dato l'allarme, assieme ai vigili del fuoco sono arrivati pure i carabinieri, oltre che la polizia municipale e il 118. I soccorritori, tentano di tutto pur di strapparlo alla morte, ma quando il corpo viene recuperato ormai è troppo tardi. L'operaio neretino era già morto.

I medici, tuttavia, hanno fatto di tutto per cercare di salvarlo. E poi l'hanno attaccato anche alla macchina per l'elettrocardiogramma. I parenti di Romano sono stati avvertiti poco fa. Sul fatto indaga la Procura di Torino che ha aperto un'inchiesta.

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