Data pubblicazione: 09/07/2008 | POLITICA
Poli Bortone su stabilimenti balneari: «Vendola non conosce i limiti costituzionali»
La Corte Costituzionale boccia la Regione e l’assessore alla Fascia costiera, Adriana Poli Bortone, bacchettando Vendola parla di ennesimo pasticcio a danno degli operatori turistici: «Ci impegneremo per evitare ulteriori danni».
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><strong>LECCE</strong> | La Corte Costituzionale, con
sentenza numero 232 del 27 giugno 2008, ha stabilito
l’incostituzionalità della norma contenuta nel comma 4/bis
dell’articolo numero 11 della legge regionale 17/06 sulla
«disciplina della tutela e uso della costa». Questa
norma, infatti, nel prevedere che le opere precarie funzionali alle
attività turistico ricreative realizzate nel demanio marittimo
possano essere mantenute per l’intero anno, oltre quindi il periodo
estivo originariamente assentito, anche in deroga ai vincoli previsti
dalle normative in materia di tutela territoriale, paesaggistica,
ambientale e idrogeologica, a giudizio della Corte viola l’art. n.
117, comma 2, lettera «s» della Costituzione, posto che
la disposizione regionale consente il mantenimento delle opere in
questione in mancanza della necessaria positiva valutazione di
compatibilità paesaggistica richiesta dall’articolo 146 del
decreto legislativo 42/2004. La tutela ambientale e paesaggistica,
infatti, che ha ad oggetto un bene complesso ed unitario, che
costituisce un valore primario ed assoluto, rientra nella competenza
legislativa esclusiva dello Stato. Ciò, se non esclude la
possibilità che leggi regionali, emanate nell’esercizio
della potestà concorrente di cui all’articolo 117, comma 3,
della Costituzione o di quella residuale di cui all’articolo numero
117, comma 4, possano assumere tra i propri scopi anche indirette
finalità di tutela ambientale, non consente, tuttavia, che le
stesse introducano deroghe agli istituti di protezione ambientale
uniformi, validi in tutto il territorio nazionale, nel cui ambito
deve essere annoverata l’autorizzazione paesaggistica.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">«I pasticci della Regione Puglia
non finiscono mai ed in questo caso riguardano le attività
produttive della fascia costiera ed un conseguente danno per gli
stabilimenti balneari». Così il vicesindaco e assessore
alla Fascia costiera, <strong>Adriana Poli Bortone</strong>, commenta la pronuncia
della Corte. «Una legge evidentemente sfortunata – continua –
che non ha visto alcuna norma attuativa e adesso è stata
dichiarata in parte incostituzionale, e quel che è meglio su
osservazione dell’ex ministro del governo Prodi, Linda Lanzillotta,
che sollevò il problema. Sicchè questa norma che fu
inserita nella legge 17 non potrà produrre effetti. Ciò
la dice lunga sulla attività legislativa della Giunta Vendola
che evidentemente non conosce i limiti costituzionali previsti
dall’articolo 117 per la competenza legislativa esclusiva dello
Stato. Una norma quindi che poteva essere approntata soltanto con a
livello statale sul nuovo codice dei Beni culturali. Stiamo operando
per evitare che l’incompetenza e la demagogia del Governo regionale
debbano ancora una volta produrre danni all’economia pugliese e nel
caso specifico alle strutture balneari e turistiche in generale.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Ci impegneremo sino in fondo –
conclude il vicesindaco – per evitare che alla fine della stagione
si debbano procurare ulteriori danni a chi già ne sta subendo
abbastanza a causa della superficialità e della noncuranza di
una Giunta che dimostra quotidianamente di non avere assolutamente a
cuore la valorizzazione delle potenzialità turistiche del
territorio regionale».</p>