NARDÒ | Due discariche abusive sono state sequestrate dai carabinieri, in due differenti operazioni. Una di queste, con rifiuti pericolosi d'ogni genere, si trova addirittura in uno scantinato delle case popolari. Rifiuti abbandonati di cui ora dovranno rispondere due responsabili, di cui uno denunciato a piede libero. Il primo di questi due terreni si trova alla periferia di Nardò, su un appezzamento di terreno di circa 200 metri quadri di superficie, in cui sono stati depositati rifiuti pericolosi e speciali.
Nei guai, per questo primo episodio di violenza ambientale, è finito il proprietario del terreno, una donna di 50 anni, del posto, L.C., accusata di aver realizzato una discarica abusiva a cielo aperto. Quando i carabinieri della Compagnia di Gallipoli (diretti dal capitano Stefano Tosi, e dal tenente Alessandro Carpentieri), hanno raggiunto la zona, hanno rinvenuto ingenti cumuli di materiale oggetto di scarto delle lavorazioni edili. Fra questi c'erano pure svariati metri cubi di materiale ferroso.
L'autorità giudiziaria e quella comunale sono state informate per le rispettive attività di competenza. E sempre nell'ambito della stessa operazione, mirata appunto a contrastare i fenomeni dei reati di natura ambientale, che già da tempo vengono impegnati i carabinieri gallipolini su tutto il territorio di competenza, i militari della stazione locale hanno sequestrato un'altra discarica, dopo aver ricevuto una segnalazione da parte, questa volta della sede locale dell'associazione nazionale Volontari Polizia di Costera ausiliaria. Sulla base della loro segnalazione, all'interno dei seminterrati che si trovano annessi alle palazzine di proprietà dello Iacp di Lecce, hanno trovato rifiuti d'ogni tipo.
Senza dubbio, i militari hanno trovato gettati nei locali che si sarebbero dovuti utilizzare come garage rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, consistenti materiale plastico, ferroso, carcasse di motorino ormai in disuso, e poi materassi e tappeti vecchi, e altri rifiuti speciali d'ogni genere.
Oltre a tutto questo, c'erano pure alcune onduline del pericolosissimo eternit, quello fatto di amianto e cemento che oramai non si usa più, e che, come si sa, può provocare il mesotelioma pleurico, il tumore al rivestimento dei polmoni.
Per questo motivo, i carabinieri hanno avviato alcune indagini dettagliate al fine di identificare gli autori di tale reato. All'autorità locale, ad ogni modo, è stata avanzata una richiesta-ordinanza di bonifica ambientale.