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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 21/03/2009 | CRONACA
GIUDIZIARIA | 18 persone hanno ottenuto il processo con il rito abbreviato
Un anno di carcere al latitante di Ruffano.
Condannate per l'operazione «Nascondino»
Si è svolto nella giornata di oggi il processo nei confronti di ben 16 persone, di cui 14 rinviate a giudizio e due condannate. Il primo è il latitante Sandro Mariano, di Ruffano, condannato ad un anno di carcere e Denise Pieri ad un anno e quattro mesi.

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LECCE | Si è svolto nella giornata di oggi il processo nei confronti dei responsabili di una vasta organizzazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti. Parte del processo è stato il pubblico ministero Maria Cristina Rizzo. Ad oggi, dopo un anno c'è un latitante. Si tratta di Sandro Mariano di Ruffano. Ben 18 persone hanno ottenuto il processo con il rito abbreviato. Dovranno presentarsi quattro volte in Tribunale, fino all'inizio dell'estate, periodo in cui saranno condannati. Invece, altre 14 persone, sono state rinviate a giudizio. Mariano, difeso dal legale Luigi Fersini, ha patteggiato la propria pena ad un anno di carcere, mentre Denise Pieri, difesa da Paola Scarcia, ad un anno e quattro mesi di reclusione. Secondo Quanto emerso dalle indagini la Pieri avrebbe nascosto negli slip quasi 7 grammi di eroina. Ma non è l'unica donna che avrebbe partecipato all'organizzazione.
Durante i controlli vennero pedinate altre ragazze, come Ornella Baldi, 37enne di Otrando, che secondo gli inquirenti avrebbe gestito un piccolo giro di spaccio di eroina. La donna da Otranto si recava a Maglie, servendosi di del tremo. Lì ad attenderla c'erano i suoi acquirenti. Era solita spacciare nelle vicinanze della stazione. Tutto questo avveniva al mattino, mentre la 37enne il pomeriggio e la sera si dedicava ad allacciare rapporti con nuovi acquirenti e a dedicarsi al recupero dell'eroina.
Insieme alla donna spacciavano droga anche Antonietta Sara Trazza, Emanuela Martella, e Sandra Garganese. L'indagine fu condotta dai militari della compagnia di Maglie, guidati dal maggiore Andrea Azzolini, coadiuvati insieme a quelli del comando provinciale di Lecce.

Il tutto ebbe inizio a seguito di tre morti per droga, verificatesi a Castrì, Sternatia e a Botrugno. A dirigere le indagini, avviate nell'estate 2007, fu la Procura distrettuale antimafia di Lecce. La morte avvenne per l'assunzione di grossi quantitativi di droga molto probabilmente tagliata male. Con i tre casi di decessi venne portata alla luce una fitta rete dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti. Durante le indagini furono emesse 34 ordinanze di custodia cautelare, di cui 22 con lo specifico di associazione a delinquere.

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