TORRE ULUZZO (NARDÒ) | Una discarica abusiva piena di onduline dell'eternit. È l'ultima scoperta dei militari della Guardia Costiera di Gallipoli, che hanno sequestrato un appezzamento di terreno in un'area a pochi metri dal mare, coi pannelli abbandonati. Venti lastre, tutte di amianto e cemento, che stavano inquinando il paesaggio. E la pericolosità dell'eternit, ormai, è risaputa. Se viene infranto (e le onduline erano rotte), nell'aria si sprigionano delle particelle che vanno ad intaccare la pleura, cioè il rivestimento dei polmoni, provocando nel peggiore dei casi un tumore.
L'area (di 60 metri quadrati circa, che è stata sequestrata) era a poche decine dal mare, proprio in una località che ricade in territorio di Nardò, denominata Torre Uluzzo-Rinaro. La zona, secondo gli investigatori esperti del mare, si trova in un'area a forte valenza paesaggistica e ambientale, perché ricade a pochi metri da un'altra grande realtà, quella di Porto Selvaggio (Nardò). Secondo gli esperti della Guardia Costiera (diretti dal comandante del reparto operativo, il capitano di fregata Giovanni Scattola), quelle onduline tanto pericolose potrebbero essere state smaltite dai proprietari di una struttura che si trova lì vicino, e che di recente è stata restaurata. Ad ogni modo, i militari indagano sulla struttura, per capire se ci sia stato un tentativo illecito di smaltimento.
A Gallipoli, invece, e ancora una volta oggi, e ancora ad opera della Guardia Costiera, sono stati sequestrati alcuni prodotti ittici, da un pescatore sportivo, che poi per diletto, e probabilmente con l'idea di guadagnare qualche cosa, avrebbe tentato di vendere. Lui, un uomo di 51 anni, di Gallipoli, pescatore «sportivo», al rientro da una battuta di pesca, ha pensato di mettersi con la sua cassetta per rivendere il pescato mimetizzandosi con gli altri commercianti. Ma lungo la banchina ferrovia, a tutti è passato inosservato tranne che ai controlli dei militari della Capitaneria di porto, che quando lo hanno scoperto lo hanno multato. In quel contenitore, i militari hanno trovato più di 5 chilogrammi di prodotto, fra pesce e altri frutti di mare, tanto che quando l'hanno identificato hanno visto che aveva fatto quella pesca per sport (pur non potendo), e poi si è dilettato nella commercializzazione del prodotto fresco. Gli è valsa una multa, non di poco conto, un verbale da 1050 euro. L'invito dei professionisti del mare va a tutti questi pescatori sportivi (che sono la maggioranza, fanno sapere), di segnalare eventuali attività strane in mare. Tipo quelle persone dedite a pesca sportiva che poi si mettono a vendere, o quegli avventori del mare che catturano oltre il quantitativo consentito (che è di cinque chili), e i pescatori che pescano con reti o nasse con un numero maggiore di due in barca.