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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 19/03/2009 | CRONACA
GIUDIZIARIA | Avrebbe effettuato una ricarica di 415 euro con il conto di un'altra persona
Truffa tramite falsi messaggi sul web.
Condannato un 34enne di Vernole
Avrebbe inviato email informative per conto di Poste Italiane, al momento più adeguato avrebbe chiesto le credenziali per accedere all'interno di un conto banco posta, intestato ad un 22enne di Pescara. Due anni di carcere per Gianluca Fina. Pena sospesa.

VERNOLE | Ormai gli spam e le email di truffa sono all'ordine del giorno per chi naviga sul web. Quasi tutti ormai hanno imparato da come difendersi dalle truffe. C'è purtroppo chi ancora continua a cadere nella rete dei balordi che cercano continuamente di spillare denaro in maniere del tutto illegale. Il fenomeno nonostante i tanti allarmi continua ad essere sempre in crescita, come le email inviate a nome di Banca di Roma, Porte Italiane, e addirittura dalle forze dell'ordine. Tutte queste email hanno il solo scopo di captare informazioni utili per accedere ai conti correnti, prelevando ingenti somme di denaro anche. Fortunatamente il phishing è un reato. Chi lo pratica può essere punito secondo la legge dal Tribunale italiano. Si rischia infatti, dai sei mesi ai tre anni di carcere per il reato di frode informale.

Questa è la sorte di Gianluca Fina, 34enne di Vernole, operaio, con il vizietto di truffare on line. L'uomo è stato condannato a quattro mesi di carcere, emessa dal giudice Domenico Greco. La pena è stata sospesa con la condizionale, ma basterà un altro reato per far scontare i due anni di carcere. Inoltre, il 34enne dovrà pagare una multa di 900 euro.

Secondo quanto emerso dalle indagini, Fini avrebbe realizzato un indirizzo di posta elettronica simile a quello delle poste italiane, inviando email informative. Al momento giusto, quando tutti avrebbero dato fiducia all'indirizzo email, il 34enne inviava un messaggio dove si chiedeva di inserire alcuni codici, gli stessi che bastavano per entrare in un conto postale e che avrebbe permesso a Fini di prelevare somme di denaro.

La truffa è stata messa a segno ai danni di Filippo Spina, 22enne di Pescara.
Nei confronti del 22enne Fini avrebbe inviato un messaggio dove si chiedevano le credenziali per accedere al servizio postepay. Le informazioni che interessavano era il numero della carta di 16 cifre, il nick e la password per accedervi, la data di scadenza della carta e il numero di 3 cifre contenuto sul retro della Postepay. L'abbruzzese, ormai fiducioso dell'indirizzo di posta elettronica, avrebbe risposto all'email inviando tutte le informazioni. Chi riceveva il messaggio di certo non era Porte Italiane, ma Fini, che subito prelevava il denaro. Infatti, senza perdere tempo avrebbe effettuato una ricarica di 415 euro.

Quando il 22enne si è accordo della truffa ha subito allertato la Polizia Postale che si è messa subito al lavoro fino ad arrivare ad acchiappare il responsabile. Fini era difeso dal legale Antonio Doria. Lo stesso ha già dichiarato di voler fare ricorso in Appello.

 

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