LECCE | La vicepresidente ed assessore provinciale alla Sicurezza e Qualità sociale Loredana Capone è approdata oggi a Torino per parlare dell’esperienza e del modello dei Piani di Zona della Provincia di Lecce. E, in particolare, dell’esempio virtuoso del progetto «Diritti in rete» che, grazie al Patto tra Provincia, cooperative e volontariato, ha permesso l’integrazione extrascolastica per i ragazzi diversamente abili delle scuole superiori salentine.
L’occasione di presentare questa esperienza, «novità assoluta nel settore del sociale - sottolinea la Capone - è l’invito al convegno Il ruolo delle Province nella promozione dello sviluppo locale: il caso dei Piani di Zona del sociale», promosso dalla Provincia di Torino, con il patrocinio del Ministero del Lavoro e della Salute, che si sta svolgendo oggi e domani 19 marzo nel capoluogo piemontese.
Quanto attuato nell’ultimo decennio in materia di welfare da Palazzo dei Celestini è stato, infatti, riconosciuto come buona prassi a livello nazionale. Da qui l’invito rivolto alla vice presidente Loredana Capone dall’assessorato alle Politiche sociali della Provincia di Torino. L’opportunità è quella di far conoscere al di fuori dei confini regionali e davanti ad una platea di importanti rappresentanti istituzionali e attori sociali le iniziative più significative realizzate dalla Provincia di Lecce in favore dei giovani, degli anziani, dei diversamente abili. Con la punta di eccellenza di «Diritti in rete».
Loredana Capone porterà all’attenzione dei lavori proprio questo modello di lavoro nel sociale, valorizzando i punti di forza dei Piani di Zona in un’ottica di sviluppo della programmazione futura.
«Prima della legge 328 del 2000, che ha introdotto in Italia un nuovo sistema di welfare, e prima di qualsiasi altra provincia della Puglia, e più in generale del Sud, la Provincia di Lecce ha anticipato i tempi, dimostrando la rivoluzionaria capacità di assumere il compito di accompagnare tutti i soggetti istituzionali coinvolti nei processi di pianificazione e realizzazione della rete dei servizi alla persona. Basti pensare all’istituzione, già nel 2003, di due organismi specifici, che hanno avuto un vero e proprio ruolo di governance rispetto ai dieci ambiti dei Piani di Zona», dichiara la Capone.
«Oggi dimostriamo ancora un impegno particolare nel delicato e vitale settore delle Politiche sociali. Oltre a rafforzare ed innovare i servizi per i videolesi e gli audiolesi in tutto il Salento, infatti, la Provincia sta esercitando attivamente tutte le funzioni di coordinamento attribuite dalla legge regionale, - conclude - sta realizzando particolari servizi sociali, creando l’Osservatorio Sociale Provinciale, ha partecipato alla realizzazione del Sistema Informativo Regionale, ha attuato progetti innovativi per l’integrazione extrascolastica dei diversamente abili e ha creato i Centri Risorse per la Famiglia».
Tema della discussione nel convegno nazionale: il ruolo dell’Ente Provincia e delle sue politiche sociali come motore di sviluppo e raccordo con le altre politiche, in un’ottica di incremento della crescita locale del territorio. A portare il loro personale contributo i rappresentanti di altre Province italiane, il mondo dell’Università, gli enti gestori delle funzioni socio-assistenziali.
Il dibattito sarà incentrato sul bilancio dei primi processi di programmazione dei Piani di Zona delle Province italiane, che hanno avuto come obiettivo principale quello di sviluppare e qualificare i servizi sociali attraverso il coinvolgimento di operatori, tecnici ed amministratori di enti ed istituzioni pubbliche e private, per renderli flessibili ed adeguati ai bisogni dei cittadini.