08:00: Reteluna Oroscopo
09:30: Buongiorno col Sorriso
10.30: Reteluna Oroscopo R.
14:00: Pomeriggio insieme
16:30: Hit Italia
17:00: Music Box R.
18:30: Pup Revolution R.
UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 17/03/2009 | CRONACA
GALLIPOLI | I carabinieri bloccano gli «affari» di otto parcheggiatori
Armi, droga e parcheggi abusivi.
C'è pure un kalashnikov, arrestati
La banda gestiva i parcheggi abusivi di auto a Gallipoli reinvestendo i proventi illeciti per lo smercio della droga. Nell'operazione «Cold Fish» sequestrati più di tre chili fra hashish, cocaina ed eroina, un mitragliatore, due caricatori e 49 cartucce di fabbricazione russa.

<!-- @page { margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } -->

GALLIPOLI | Vasta operazione dei carabinieri per smantellare un'organizzazione di trafficanti di droga nel Salento: otto gli arresti. La banda gestiva i parcheggi abusivi di auto a Gallipoli reinvestendo i proventi illeciti nello smercio di droga. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati più di 3 chili di droga di vario genere, hashish, cocaina ed eroina, nonchè un mitragliatore kalashnikov con due caricatori e 49 cartucce di fabbricazione russa. Un'organizzazione criminale rivolta al mercato della droga, che talvonta grazie all'ausilio di affiliati insospettabili, riusciva a entrare nelle attenzioni della «Gallipoli bene». Ma andiamo con ordine. I carabinieri della Compagnia di Gallipoli, diretti dal capitano Stefano Tosi, e dal tenente Alessandro Carpentieri, hanno portato a termine la vasta operazione nelle prime ore della mattinata. Un'operazione, frutto di una meticolosa attività investigativa, che va avanti da circa cinque anni. Più precisamente dal 2004, quando ancora c'era il vecchio comandante della Compagnia, Domenico Barone, e che ebbe inizio con una serie di arresti in cui i carabinieri solo successivamente riuscirono a ricondurre l'azione criminale a un business fatto di droga e proventi illeciti dei parcheggiatori abusivi.

Il primo episodio, proprio nel 2004, quando i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Gallipoli dovette cominciare a indagare su una sparatoria avvenuta a Gallipoli, in cui fu ferito Claudio Carretta. Dal mese di giugno del 2004, infatti, i carabinieri dovettero strutturare un'azione investigativa per capire il movente che avrebbe spinto certi personaggi a ferire a mano armata Carretta. Indagini che i carabinieri si sono portati avanti per anni, fino a quando non hanno concluso le hanno concluse nel mese di febbraio del 2006.

E proprio nel 2006, secondo i carabinieri, ci fu un sensibile incremento del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti, tanto che si fecero sequestri delle medesime sostanze e di armi, tanto che i carabinieri del Norm (che hanno lavorato collaborando con l'Elinucleo di Bari e i Nucleo cinofili di Modugno, provincia di Bari) sospettarono la presenza di una nuova organizzazione criminale. Ecco che grazie all'ausilio degli strumenti investigativi, come intercettazioni telefoniche, l'ascolto di intercettazioni ambientali, che i carabinieri hanno realizzato anche introducendosi negli ambienti della malavita, si è riusciti a individuare i responsabili.

Indagini che sono state svolte anche con numerosi servizi di osservazione, attraverso il controllo del territorio e pedinamenti, un'analisi accurata di tutte quelle informazioni relative all'organizzazione, la visione delle riprese dei sistemi di telesorveglianza.

Come detto, ai carabinieri non era apparso chiaro il movente che avrebbe spinto qualcuno a ferire con un'arma Claudio Carretta. Ma i risultati dell'attività ha permesso di ricondurre l'azione criminale e individuare il movente. A Gallipoli si stava lottando per ottenere il controllo della gestione abusiva delle aree parcheggio, di pertinenza dei locali da ballo. Un settore al quale sarebbe stato interessato pure Fabio Della Ducata, 43enne, di Gallipoli (uno degli otto interessati dalle ordinanze di custodia cautelare in carcere), e che veniva assicurato tramite il potere di atti intimidatori. Talvolta, infatti, si ricorreva pure alle armi. Col provento dell'attività abusiva dei parcheggiatori si sarebbero potuti ottenere degli introiti da reinvestire nell'attività di compravendita di sostanze stupefacenti.

L'organizzazione era strutturata in forma gerarchica, e ogni associato aveva un suo compito specifico. Fra di loro, ogni singolo componente aderiva di fatto al comune programma, in cui si svolgeva secondo i carabinieri in maniera ripetitiva e non occasionale, il commercio di sostanze stupefacenti.

Su tutto il territorio si portavano avanti pedinamenti, e controlli specifici di partiolari soggetti di interesse operativo. In manette, dunque, sono finiti oltre allo stesso Della Ducata, anche Luigi Tricarico, 41enne, di Gallipoli, Francesco Freddo, 42 anni, Stefano Bello, 31 anni, Marco Carmine Spada, 32 anni, Alfredo Sessa, 31 anni, Alessandro Vincere, 36 anni, tutti di Gallipoli e Alessandro Capone, 36enne, originario di Mersighen, ma residente a Taurisano.

Al vertice dell'organizzazione c'era proprio Della Ducata, e assieme a lui anche Luigi Tricarico, che si occupavano prevalentemente delle attività rivolte all'acquisto di importanti partite di sostanze stupefacenti, utilizzando anche i proventi dell'illecita gestione delle aree parcheggio. Subordinati a loro c'erano Francesco Freddo, comunque figura importante dell'organizzazione piramidale, il quale invece fungeva da collegamento, da anello, fra il vertice e la base operativa, alla quale smistava, a seconda delle competenze, la sostanza stupefacente.

La base operativa altro non erano che affiliati, che si occupavano materialmente di distribuire la droga agli acquirenti, in genere tossicodipendenti della cittadina jonica. L'organizzazione degli affiliati agiva in modo organizzato e professionale per raggiungere gli obiettivi prefissati dal gruppo. E di questi farebbero parte Stefano Bello, Marco Spada, Alfredo Sessa, Alessandro Vincere. Alessandro Capone, invece, si sarebbe interessato a gestire lo spaccio degli stupefacenti, soprattutto marijuana in territorio di Taurisano, dove appunto risiede.

Altri personaggi, poi, non avevano mai fatto parte di alcuna organizzazione criminale, tanto che i carabinieri li hanno inquadrati come insospettabili in grado di interagire con la «Gallipoli bene», cioè con quella parte della città più autorevole. E proprio questi insospettabili, che si sono avvicinati a Della Ducata, Tricarico e Freddo, si occupavano della gestione dello spaccio di cocaina, eroina, marijuana, e hashish.

L'organizzazione, c'è poi da dire, aveva creato in sé un'ulteriore suddivisione degli incarichi. Ed ecco che, cocaina ed eroina erano affidate ai «pusher» Bello, Sessa, Spada e Freddo. Mentre hashish e marijuana erano assegnati a Tricarico, Vincere e ancora a Freddo. Capone si sarebbe occupato principalmente dello smercio della marijuana nel territorio i Taurisano. I militari hanno unito tutti i punti anche ascoltando le dichiarazioni resegli da svariati acquirenti della droga.


LE TAPPE DEI RINVENIMENTI E SEQUESTRI | L'operazione «Cold Fish» è stata battezzata in questo modo facendo due riferimenti. Senza dubbio alla particolarità del comune di Gallipoli, che vive principalmente di pesca, e poi sulla base del nome di un sospettato, Francesco Freddo, dal quale i carabinieri hanno avuto importanti risultanze operative.

Le prime quattro persone arrestate con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di oltre un chilo di hashish risale al 20 ottobre del 2004, mentre il primo tassello importante i carabinieri l'hanno avuto il 16 novembre dello stesso anno, quando strinsero le manette ai polsi di Francesco Freddo, che fu accusato di detenzione ai fini di spaccio di 150 grammi di marijuana.

Il successivo 4 dicembre, altri 0,48 grammi di hashish portarono i carabinieri ad arrestare un altro componente. L'attività, come detto, è andata avanti anche l'anno successivo, quando il 18 marzo del 2005 i militari del Norm arrestarono Alessandro Vincere, anche lui accusato di detenzione ai fini di spaccio di 43 grammi di hashish e 10 grammi di marijuana. L'anno dopo, il 3 febbraio del 2006, ancora un arresto. L'accusa è sempre la stessa, e la sostanza trovata è sequestrata in quell'episodio fu hashish per 0,63 grammi.

A contorno di tutto questo c'erano pure le armi, fra cui anche un mitragliatore kalashnikov e diverse munizioni di fabbricazione russa. Tutto materiale scoperto dai carabinieri e sequestrato. Fra le prime armi trovate e finite sotto sequestro c'era la pistola che ferì Claudio Carretta nel giugno del 2004. Il 21 febbraio del 2006 poi, nascosto fra le pietre di un muretto a secco, sul retro di certi locali adibiti a stalle per il ricovero di animali di proprietà di Della Ducata, nella periferia di Gallipoli, i carabinieri hanno ritrovato il fucile mitragliatore, un kalashnikov, in ottime condizioni, completo di due caricatori contenenti rispettivamente 30 e 19 cartucce calibro 7,62 per 39.

Le ordinanze di custodia cautelare in carcere, con le quali i militari gallipoli hanno chiuso l'associazione per delinquere, sono state emesse dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Lecce, Ercole Aprile, su richiesta del pubblico ministero titolare dell'indagine, il sostituto procuratore Nicola D'Amato della Procura della Repubblica del Tribunale di Lecce.

L'EDITORIALE
Diretta in streaming con la radiocronaca della partita e la differita.
RETELUNA TV
CAMPIONATI ITALIANI
La redazione
La società di Franco Alemanno conquista 3 ori e 3 bronzi individuali.
QUASI IN B
La redazione
A pochi giorni dalla fine del campionato il Lecce lotta per la salvezza.
CRESCE L'ATTESA
di Giorgio Coluccia
Zampa: «Abbiamo ancora fame, vogliamo arrivare in serie B subito».
I FALCHI VOLANO
La redazione
La Dimcar Falchi Ugento vincono tre set. Ora secondi in classifica.
SCACCO MATTO
di Giorgio Coluccia
Al team di Giannini basta un tempo per risolvere la pratica Benevento.
Reteluna è un marchio registrato – Tutti i diritti sono riservati Reteluna lecce è un portale di proprietà del Gruppo Com.media P.Iva: 03928760754 | Copyright 2008 © Reteluna
Reteluna Lecce, l'informazione locale - Quotidiano multimediale del Salento Testata giornalistica iscritta al n°987 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 22 aprile 2008
Per inoltrare comunicati stampa scrivete a redazione.lecce@reteluna.it
Gli articoli, le foto, i video e tutti i contenuti delle pagine di questo sottoportale sono coperti da copyright e sono di proprietà del Gruppo Com.media. Non è consentito riprodurre i contenuti del portale senza preciso consenso. Ogni forma di citazione dovrà contenere un valido riferimento alla fonte.