PALERMO | Batosta a Palermo, quasi a confermare che il cambio registratosi in panchina è stato esclusivamente una formalità, una pro forma. A sentenziare che quest'organico è stato costruito male, senza le necessarie pedine e la qualità dovuta. Al «Barbera», in occasione della 28esima giornata (a 10 turni dal termine), il Lecce è costretto a mandar giu una pesante cinquina, dopo una gara divertente almeno per un tempo. Poi i giallorossi si son squagliati come neve al sole, la difesa è diventata sempre più orribile, facendo partire come peggio non poteva l'avventura del neo allenatore De Canio. Pochissime le colpe da imputare al mister 52enne lucano, che da una parte ha ammirato le due gemme di Tiribocchi (purtroppo inutili nel computo finale), dall'altra avrà pensato a chissà cosa guardando le figuracce del reparto difensivo, stralunato e affettato dal trio offensivo siculo. I salentini, che si consolano miseramente con il gol ritrovato dopo un mese e mezzo d'astinenza, restano sempre al penultimo posto, dietro Torino, Bologna e Chievo. A meno d'un radicale e miracoloso cambio di rotta, il destino sembra già maledettamente segnato.
La partita. Per il suo personale esordio, Gigi De Canio sceglie il 3-5-2 (e non il 3-4-3), orfano dell'appiedato Ariatti e dell'influenzato Giacomazzi. Sulla sinistra Giuliatto vince il ballottaggio con Antunes, mentre a destra, a sorpresa, spazio al serbo Basta (con Munari che scala a fare l'interno). Al centro del campo la regia è di Vives, i muscoli quelli di Edinho; in attacco capitan Tiribocchi fa coppia con Castillo, alla disperata ricerca di quel gol che manca addirittura da più di cinque partite. Qualche grattacapo per il mister palermitano Ballardini, costretto a rinunciare a Carrozzieri (squalificato), più agli infortunati Guana e Bresciano. I ricambi si chiamano Kjaer, al centro della difesa (in coppia con l'ex Bovo), e Migliaccio, in mediana a rimpiazzare l'australiano. Tocca al tanto atteso Miccoli guidare l'attacco con Cavani, assieme al supporto di Simplicio.
Sotto un sole che fa da padrone sul prato verde del «Barbera», l'inizio è piuttosto lento, con i padroni di casa che cercano di penetrare fra le maglie degli ospiti, oggi in campo con la terza maglia blu. Saranno pochissimi i sussulti, ma tanti i gol in questo primo tempo. Il valzer comincia subito, già dopo 9 minuti quando, da una punizione gestita male dai salentini, il Palermo si spiana la strada verso il vantaggio grazie a una micidiale ripartenza orchestrata da Simplicio, bravo nell'imbeccare alla perfezione Cavani. L'uruguagio prende alla sprovvista Vives (costretto a tappare un buco colpevolmente lasciato dalla difesa), facendosi stendere in area e guadagnandosi un rigore sacrosanto. Dagli undici metri, lo stesso attaccante rosanero si dimostra implacabile e spiazza Rosati. Potrebbe essere un colpo durissimo per la banda De Canio, ma Tiribocchi trova la prima gemma del pomeriggio: al 16' impreciso Kjaer nell'alzare un campanile in piena area, su cui s'avventa Munari che di testa invita al gol il «Tir», lesto, con un tiro misto potenza e rabbia, a gonfiare il sacco grazie a un bel destro al volo. I giallorossi pareggiano i conti e tornano così al gol dopo circa 600 minuti di digiuno (l'ultimo risaliva al 2-1 di Siena del primo febbraio).
Nemmeno il tempo di festeggiare, che i giallorossi, appena un minuto dopo, si ritrovano nuovamente sotto, in virtù dell'ennesimo pasticcio difensivo: cross di Balzaretti, imprecisa uscita di Rosati e comodo tap in di Simplicio. Sull'azione seguente, al 19', i pugliesi rischiano addirittura il tracollo, ma la girata di testa di Cavani non inquadra lo specchio della porta. O ritmi blandi o il gol, non ci sono vie di mezzo al «Barbera», tanto che gli ospiti agguantano nuovamente il pari, approfittando d'un Palermo che sembra accontentarsi. Sotto i riflettori c'è ancora Tiribocchi, che si regala il bis con un altro gioiello che vale il 2-2: improbabile lancio di Giuliatto quasi dall'altezza del centrocampo, stop e ottimo controllo dell'attaccante di Fiumicino, che manda fuori giri Bovo e la mette all'angolino, laddove Amelia può solo ammirare. Finita qui? Nemmeno per sogno, la difesa del Lecce è sempre pronta a regalar qualcosa, anche al «suo» Miccoli, che al 41' s'invola nelle praterie lasciate dalla retroguardia ospite, resiste alla carica di Stendardo, e infila all'angolino un Rosati in uscita. Sarà il 3-2 che manderà in archivio il primo tempo, ma c'è anche materiale per la moviola a proposito della trattenuta di Kjaer ai danni di Castillo in piena area.
Si riparte con il Lecce che annovera Angelo e Konan, inseriti al posto di Basta e Schiavi, per ottenere più vivacità dalla cintola in su e soprattutto sugli esterni. L'avvio narra dei tentativi velenosi, uno per parte, di Simplicio (tiro da fuori) e Tiribocchi (sforbiciata al volo); ma al 49' arriva il poker palermitano. Più fortunato che altro il tiro-cross di Kjaer (servito da Miccoli), che dal versante destro sorprende Rosati con una strana palombella. Il divario aumenta inesorabilmente e i rosanero, pur non adottando ritmi elevati, fanno sì che il vantaggio si stabilizzi, piazzando il 5-2 al 64' con l'ennesimo contropiede spietato: Simplicio riceve dalle retrovie e serve Cavani, per il quale è fin troppo facile depositare nel sacco, alle spalle d'un Rosati che non sa più che pesci pigliare. Il sipario può calare in anticipo, il resto sono dei mesti tentativi ad opera dei giallorossi con Castillo (l'insidioso tiro in spaccata viene respinto dai piedi di Amelia), Caserta ed Edinho, la cui bordata da fuori è nuovamente sventata dall'ex portiere di turno. Poi arriva il triplice fischio e alle spalle del Lecce la voragine serie B è sempre più vasta.
Le pagelle del Lecce a cura della redazione di Reteluna.it
Rosati 5,5
Schiavi 4,5
Stendardo 5
Fabiano 5
Basta 4,5
Munari 6
Edinho 6
Vives 5,5
Giuliatto 5,5
Castillo 5,5
Tiribocchi 7
Subentrati:
Konan 5
Angelo 5
Caserta sv