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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 15/03/2009 | CRONACA
CRONACA | Un ennesimo episodio che getta nell'inquietudine i cittadini di Ugento
Ugento, scassinata la sede del Pdci.
Ignoti rovistano fra le carte del partito
È quanto successo la notte scorsa, nella sede di via Vincenzo Raheli. Ignoti si sono introdotti spaccando la serratura per frugare fra gli atti politici. Il consigliere e segretario, Angelo Minenna: «Sono nauseato da questi episodi. Ci vuole maggiore attenzione».

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UGENTO | «Forse si tratta di un fenomeno di piccola delinquenza, o forse, nella peggiore delle ipotesi, che qualcuno stesse cercando qualche documento inerente la nostra azione politica». Parla così il segretario del Partito dei Comunisti Italiani e consigliere comunale d'opposizione, ad Ugento, Angelo Minenna. Che questa notte, attorno all'una, ha dovuto lasciare una cena con amiche e amici, per precipitarsi all'interno della sede del partito, che ad Ugento si trova in via Vincenzo Raheli. Il fatto. Ignoti, qualche ora prima, attorno alle 23,30, si sono avvicendati proprio vicino alla sede del partito, e dopo aver forzato la porta d'ingresso, presumibilmente con un cacciavite, hanno distrutto la serratura della porta d'alluminio e vetro, dove ora si vedono segni evidenti d'effrazione. «La scoperta - sottolinea Minenna raggiunto al telefono - è stata fatta da un nostro compagno, Luciano Bortone, un amico che appena si è accorto di quanto fosse successo ha avvertito i carabinieri». E dalla stazione locale i militari, dipendenti della Compagnia di Casarano, sono arrivati e hanno fatto tutti rilievi ascoltando fra l'altro Minenna e lo stesso Bortone. «All'interno della struttura - spiega il segretario cittadino - non manca nulla. Però di fatto tutte le carte, e alcuni documenti del nostro archivio storico in cui sono custodini numerosi documenti della vita politica di Ugento dal 1990 ad oggi, sono stati rovistati».

Ma per quale motivo si sarebbe dovuta prendere di mira la sede del Partito dei Comunisti Italiani? Minenna, che si è consultato con i colleghi di partito, ha in testa alcune ipotesi. «Forse - dice - si tratta di un gesto di qualche disperato, che pensava di trovare all'interno qualche oggetto di valore, forse un televisore o un computer e che di fatto non ha trovato nulla. «O forse - continua - può essersi trattato di un'azione più intenzionale, dove qualche balordo ci è entrato convinto di trovare qualche documento particolare, segreto magari, riconducibile alla nostra azione politica». E che cosa ci sarebbe stato di tanto importante all'interno della sede del Partito? Minenna spiega che quegli incartamenti sono legati a certe questioni di paese, in particolare su temi tanto importanti, temi ambientali.

«Penso, ad esempio, alle questioni inerenti l'emergenza abitativa. E anche alle questioni inerenti gli scarichi illeciti all'interno del parco naturale, per la quale abbiamo chiesto più attenzione verso le istituzioni. Tanto da presentare - dice - una denuncia alla polizia provinciale». Fra le tanti questioni, sulle quali il partito di Minenna sta prestando la propria attenzione, c'è pure quella relativa un ripetitore di telefonia mobile all'interno del parco». Ma questa ipotesi sembrerebbe la meno accreditata. Minenna, inoltre, si dice preoccupato di tutti questi fatti di cronaca legati a episodi tanto feroci (tutti ricorderete l'omicidio del consigliere dell'Idv, Peppino Basile, assassinato con almento una ventina di coltellate), quanto di minore rilevanza, come i piccoli fatterelli di delinquenza cittadina. «Tutti episodi - insiste Minenna - di cui sono nauseato, e per i quali le forze dell'ordine dovrebbero accertare la loro consistenza. In particolare, - e continua col suo appello a polizia e carabinieri - bisognerebbe insistere e far luce su certe questioni di spessore politico che ogni singolo partito porta avanti all'interno del paese».

Anche perché, la sede del partito è stata presa di mira già altre volte. «Tanto che il senatore Gianfranco Pagliarulo, che ci rappresentò nel 2003 al Senato, presentò un'interrogazione per cercare di far luce sull'episodio del dicembre del 2003 (fu fatta scoppiare una bomba carta dinanzi al portone d'ingresso, ndr)». Poi conclude: «La cittadinanza è ora nello sconforto. Perché non è possibile che ad Ugento si verifichino episodi di cronaca così di frequente». Di frequente, perché dopo l'episodio della bomba carta, e certamente nell'ultimo periodo, negli ultimi anni, quelli dell'omicidio del consigliere Basile, in paese si è registrato di tutto.

La discarica della frazione Gemini di Ugento, discarica «Burgesi», è quasi sulle colonne dei giornali, e sulle pagine dei quotidiani online ogni giorno. Episodi che un po' di tempo fa fecero autodenunciare pure un imprenditore, Bruno Colitti, che sollevò un caso di presunta presenza di rifiuti speciali e tossici che sarebbero stati interrati. Senza dimenticare che, proprio pochi giorni fa, dapprima a un suo parente, è stata danneggiata l'auto. Poi, il giorno dopo, un altro attentato incendiario.

Ai danni di una villetta di Torre San Giovanni. E ancora, le continue minacce al parroco della chiesa di San Giovanni Bosco, don Stefano Rocca, continuamente preso di mira da ignoti, con minacce messe nero su bianco. Episodi collegati? Forse no. Ma che sicuramente gettano la città nella più profonda inquietudine.

L'EDITORIALE
Diretta in streaming con la radiocronaca della partita e la differita.
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