SANNICOLA | Il percorso per lo smaltimento dei rifiuti potrebbe passare da Sannicola. Perché sul tavolo dell'ufficio tecnico, pochi giorni fa è giunta un'istanza di richiesta per la realizzazione di due impianti. Uno per il compostaggio, l'altro per la raccolta del rifiuto secco, cioè della differenziata. La proposta, che ha già avuto un primo accoglimento, ora sarà supportata da un progetto, che gli ingegneri della ditta Bianco Igiene Ambientale di Nardò (che a Sannicola ha l'appalto per la raccolta dei rifiuti) stanno già redigendo. Progetto che sarà portato in Consiglio comunale. Il legale rappresentante della Srl, Cosimo Bianco (che amministra l'azienda assieme alla sorella Antonella e al fratello Paolo), sa che il compostaggio e la differenziata sono un passaggio obbligato. «Se si vuole abbattere i costi e non svuotare le tasche dei cittadini», dice.
Impianti, che potrebbero sorgere nella zona artigianale, ma che per essere realizzati hanno bisogno di quasi 40mila metri quadri di superficie. Anche in questo caso (così come fu per la proposta di costruzione di un impianto a oli vegetali), il fulcro della buona riuscita del progetto, secondo Bianco, sta nell'attuazione di una filiera. I rifiuti potrebbero arrivare a Sannicola, e subìre un processo di lavorazione. L'umido nel compostaggio, diventerà concime, torba, cioè il terriccio che viene utilizzato dai vivaisti. Il secco di plastica, cartone, vetro e alluminio sarà invece separato. L'impianto di compostaggio potrà raccogliere i rifiuti organici dei comuni dell'Aro 5 (Alezio, Aradeo, Collepasso, Galatone, Gallipoli, Nardò, Neviano, Sannicola, Seclì e Tuglie).
Cioè quelli di dieci dei 46 comuni del bacino dell'Ato Lecce 2. Stesso discorso per la parte secca, che dopo un'attenta divisione, raggiungerà le aziende aderenti ai consorzi di filiera del Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi), e del Corepla. Se l'impianto di Sannicola sarà realizzato, Bianco potrebbe detenere il primato. Perché in provincia non ce ne sono, e quello del paese potrebbe essere il primo. Non solo. «Ci saranno vantaggi in termini di posti di lavoro», come sottolinea il sindaco Giuseppe Nocera, che ha già dato il suo benestare.
Ma che rimanderà tutto nelle mani dei partiti, visti i precedenti della comunità, che ha già bocciato radiofarmaci e biomasse. Favorevole, intanto, è l'assessore Claudio Greco della Sinistra Indipendente (Gestione rifiuti e Politiche ambientali). Secondo lui, si tratta di un'idea non esecrabile. Ma quali saranno i vantaggi? Innanzitutto diminuirà la Tarsu nel paese: «Da 170 euro circa a tonnellata, si potrebbe scendere fino a 50. Per il Comune ci sarà una royalty.
E i cittadini non dovranno più dividere i rifiuti in tanti sacchetti, ma se ne utilizzeranno solo due. Uno per il vetro, e l'altro per plastica, carta e alluminio». Qual è l'aspetto negativo di un processo di compostaggio? «Solo un po' di cattivo odore, da circoscrivere in 300 metri di distanza, dunque non una nube sul paese. Se dovessimo conteggiare la durata, sono 24 ore in un anno. Dunque lo senti cinque minuti e poi non lo senti più». Un po' più scettico, ma prudente Stefano Bidetti (Suap e Sviluppo zona Pip): «Aspetto di vedere il progetto».
Spaccati, invece, i rappresentanti dell'Aro 5. Daniele Ria (sindaco di Tuglie), si dice contrario: «A Tuglie non lo permetterei mai, per via del forte impatto ambientale, col conferimento di tonnellate e tonnellate di rifiuti». Diffidente l'assessore Cosimo Natalizio di Nardò: «Sì, ma solo a condizione che ci sia un abbattimento dei costi di gestione». Donato Zizzari (sindaco di Seclì), invece, è favorevole, unitamente al presidente dell'Ato 2, il legale rappresentante Silvano Macculi, che nei giorni scorsi ha inviato una lettera a tutti i sindaci del bacino, che potranno avanzare la candidatura di siti a propria disposizione per la raccolta della frazione umida. È chiaro, che nel caso della Bianco, si tratta di un'iniziativa privata.