MAGLIE | La Copersalento chiude. Almeno per adesso. La notizia è stata diffusa con una nota dagli uffici della Provincia di Lecce. Perché in questi giorni, dagli accertamenti dell'Arpa, è emerso che il valore della diossina presente nell'aria, era otto volte superiore a quella consentita dalla legge. Nel mese di luglio, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, aveva accertato che la tossicità delle diossine prodotte era 420 volte superiore al limite. Per questo motivo, con un provvedimento firmato dal dirigente del Servizio rifiuti della Provincia, Dario Corsini, si è provveduto alla chiusura dell'impianto sito nella zona industriale di Maglie.
E proprio nel luglio scorso, la Provincia aveva vietato alla Copersalento la prosecuzione dell'attività con l'utilizzo del cdr (combustibile da rifiuto). L'azienda si era impegnata all'utilizzo esclusivo del cippato di legno vergine e in parte di nocciolino di sansa. Ma «nonostante ciò - fanno sapere dalla Provincia - dopo le analisi effettuate, così come richiesto dalla Provincia, il valore accertato dall'Arpa, relativo alla presenza delle diossine nell'aria, in questi giorni era otto volte superiore a quello massimo previsto dalla legge». Un motivo più che sufficiente per disporne la chiusura.
Ci furono diversi incontri. Sicuramente quello in cui Provincia di Lecce, Comune di Maglie, e Arpa stabilirono che da parte dell'azienda si doveva fare un piano operativo in modo da assicurare la quantità di diossina sulle emissioni nell'aria, e prevenire l'impatto ambientale. Poi l'altro, quello che ci fu presso gli uffici provinciali di via Botti, a Lecce, in cui si valutò la situazione venutasi a creare all'interno del sansificio. A quell'incontro, come si ricorderà, parteciparono l'assessore provinciale all'Ambiente, Gianni Scognamillo, il dirigente provinciale del Servizio rifiuti, Dario Corsini, i responsabili dell'Arpa, il sindaco di Maglie, Antonio Fitto, e i responsabili dell'azienda.
L'azienda comunque, a suo tempo, espresse la sua posizione spiegando che non avrebbe utilizzato il combustibile da rifiuto, tanto che stava mettendo a punto una nuova turbina, la T2, che portò l'azienda a sospendere l'attività per qualche tempo. Nonostante la Provincia avesse vietato alla Copersalento di proseguire l'attività con l'utilizzo del Cdr, e nonostante l'azienda si fosse impegnata a utilizzare cippato di legno vergine e nocciolino di sansa, gli sforamenti che si sono registrati nei giorni scorsi hanno portato l'ente a disporne la chiusura.
Ma l'azienda l'impianto non l'avrebbe messo a norma, come sottolinea l'assessore all'Ambiente, Scognamillo: «Abbiamo sempre vigilato e siamo stati in prima linea al fine di tutelare la Comunità salentina - sottolinea l'assessore -. Purtroppo con oggi trovano conferma i dati riscontrati già a luglio scorso. Tante sono state le difficoltà in tutti questi mesi nel fare le verifiche necessarie sull’impianto. Grave è la responsabilità dell’azienda nel non aver attivato nessuna iniziativa concreta per mettere a norma l’impianto».
Intanto, a Cavallino, per quanto riguarda il ciclo di smaltimento dei rifiuti, l'assessore all'Ambiente fa sapere che da oggi alle 15, nell'impianto per la produzione di cdr di Cavallino «è cominciata ad affluire la frazione secca biostabilizzata dall'impianto di Poggiardo a servizio dell'Ato 2. Da domani l'impianto di Poggardo funzionerà regolarmente».