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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 12/03/2009 | ATTUALITÀ
SANNICOLA | L'Osservatorio Torre di Belloluogo ha dubbi sulla proprietà
Chiesa «contesa» e diffide a raffica.
Indaga il Ministero per i Beni culturali
La Chiesetta bizantina di San Salvatore al vaglio del Ministero per i Beni culturali. Dopo numerose occupazioni, e un'ordinanza del Comune di Sannicola per la sua messa in sicurezza, il Ministero apre un'inchiesta. E i proprietari diffidano sindaco, maresciallo e polizia locale.

SANNICOLA | Il Comune coi «cugini» di Gallipoli non riesce a lasciarsi alle spalle la storica schermaglia sui confini. Il «sospetto» arriva da Beniamino Piemontese dell'Osservatorio Torre di Belloluogo, secondo cui la chiesa bizantina rientrerebbe, forse, nel territorio di Gallipoli. Ancora una volta, al centro dell'attenzione, c'è la Chiesa di San Salvatore. Nel Piano urbanistico territoriale tematico (redatto dalla Regione), quella chiesetta apparterrebbe al territorio della zona industriale. Ma i dirigenti degli uffici tecnici, l'architetto Mauro Leone (Sannicola), e l'ingegnere Giuseppe Carmone (Gallipoli), sottolineano che non si tratta di un atto «ufficiale», e che dal Piano urbanistico generale di Sannicola, quel monumento è patrimonio del territorio sannicolese. Sul Pug, San Salvatore è una «masseria» con annessa chiesetta che rientra in un territorio a «vincolo storico archeologico e di salvaguardia paesistica», invece secondo il documento della Regione, la struttura (che si trova a ridosso di un plesso di capannoni) rientrerebbe nella zona industriale. Una verità (se quest'ultima ipotesi fosse accreditata) che potrebbe ribaltare completamente la sua sorte. «Perché la zona industriale cade a ridosso dell'antica abbazia - sottolinea Piemontese - e i capannoni che stanno sorgendo potrebbero compromettere il paesaggio».

 

Dopo l'ultima occupazione, quella del 15 gennaio scorso, Piemontese assieme alla presidente dell'osservatorio Carla De Nunzio si dicono pronti a intraprendere una nuova protesta «se non sarà fatto qualcosa per salvaguardarla dall'incuria». Una protesta come la prima, quella del 27 settembre. Ci fu pure l'intervento dei carabinieri della stazione di Sannicola che fecero un sopralluogo segnalando l'effettivo stato d'abbandono (al centro c'è una voragine pericolosissima). Il Comune di Sannicola, per questo motivo, emise un'ordinanza (che è scaduta), con la quale obbligò i proprietari a mettere in sicurezza la zona. La risposta fu una diffida da parte dei titolari verso il sindaco del paese Giuseppe Nocera, il maresciallo dei carabinieri Luca Russo, e la comandante della polizia municipale, il tenente Maria Elena Marti, rei di essersi «interessati» alla struttura privata. Ora che la situazione si è fatta delicata, la Direzione regionale del Ministero per i Beni culturali, ha aperto un'inchiesta commissionando alla Soprintendenza di Lecce (dell'ingegnere Attilio Maurano, con due lettere del 29 gennaio e del 5 febbraio, ndr), la stesura di una relazione tecnica sullo stato dei luoghi del monumento, e una documentazione fotografica, più la copia del decreto di vincolo, l'elenco dei proprietari e ogni informazione sullo stato del bene e della scala di interventi in base alle necessità e all'urgenza.

 

Provvedimento al quale è seguito un primo sopralluogo, e che è risuonato pure alla Provincia. Le Commissioni Ambiente e Cultura, nella prima decade di marzo, infatti, ne faranno un altro, così come concordato nell'ultima riunione. I presidenti Nicolino Sticchi (Ambiente) e Claudio Casciaro (Cultura), manderanno una commissione itinerante come si fece per San Pietro dei Samari. Ma se entrambi i Comuni sono convinti che l'abbazia sia di Sannicola, di difficile interpretazione appare sul Piano territoriale di coordinamento provinciale. Dove un «puntino verde» la rappresenta proprio sul confine.

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