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LECCE | Si è svolta nella giornata di ieri una riunione di giunta nel Comune di Lecce. A conclusione Antonio Rotundo, consigliere di opposizione del Partito democratico sottolinea: «Abbiamo assistito all’ennesimo atto di questa lunga guerra guerreggiata tra Perrone e Poli che va avanti tra annunci di rottura e tregue improvvise ormai da troppo tempo, una vera e propria guerra di nervi sulla pelle della città che sempre più è abbandonata in balia di se stessa. Una sorta del gioco del cerino ormai stucchevole che non solo alimenta il disinteresse e la sfiducia dei cittadini nella vita politico-amministrativa e che potremmo rubricare nel classico teatrino della politica-politicante se non fosse che le conseguenze di tutto ciò si scaricano sulla città con costi pesanti per i cittadini».
«Il 2009 è stato definito l’anno più difficile del dopoguerra, la crisi economica morde in modo virulento sia le famiglie che le imprese, soprattutto le micro e le piccole, e quelle a conduzione familiare. Anche nella nostra città ad essere in difficoltà non sono solo i pensionati e le classi meno abbienti, ad essere colpiti dalla crisi sono anche artigiani, commercianti, professionisti e lavoratori a reddito fisso. La novità drammatica di questa crisi è l’impoverimento del ceto medio produttivo. Per queste ragioni, abbiamo con forza sollevato, nelle scorse settimane, il tema dell’equità della manovra di bilancio del Comune proponendo l’esigenza di alleggerire la pressione fiscale salvaguardando i redditi medio-bassi con l’applicazione dell’addizionale Irpef dello 0,7 per cento solo ai redditi sopra i 29mila euro e la necessità di una equa perequazione della Tarsu per le famiglie con disagio sociale ed economico».
«A questa nostra richiesta di introdurre misure di solidarietà e di giustizia sociale, la giunta Perrone si è mostrata totalmente insensibile. Ma ciò che sorprende non poco è il voto unanime sulla delibera del bilancio, - conclude Rotunda - sorprende infatti l’atteggiamento della Poli e degli assessori del Movimento per il Sud che hanno ratificato una manovra che mostra di essere sorda alla domanda di equità che proviene dalle fasce più deboli e dal ceto medio della nostra città e che anche quest’anno scarica sui contribuenti leccesi oltre 10 milioni di euro di tasse aggiuntive senza dare in cambio nessun nuovo servizio».
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