LECCE | Il senatore del Popolo della Libertà Adriana Poli Bortone ha presentato al ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo una interrogazione a risposta scritta per sapere se risultino le ragioni e le procedure in base alle quali la Regione Puglia ha individuato come sito di realizzazione di una discarica di servizio l’area di Corigliano d’Otranto, soggetta a vincoli di tutela da parte delle leggi di tutela delle acque a motivo dell’esistenza dell’unica falda acquifera in grado di soddisfare le esigenze del Salento, la cui compromissione potrebbe creare problemi di ordine pubblico, igienico-sanitari e danni al turismo. Se risultino, inoltre, le ragioni e le procedure per cui in luogo dell’impianto di biostabilizzazione previsto nel Comune di Poggiardo è ancora in esercizio un impianto definito provvisorio, inadatto ad eseguire processi di biostabilizzazione dei rifiuti solidi urbani e che produce fastidiose esalazioni.
Con l’interrogazione il senatore Poli Bortone chiede poi al ministro Prestigiacomo se intenda adoperarsi nei modi e con i mezzi che riterrà più opportuni affinché nella Regione Puglia venga realizzato in tempi rapidi (in modo da non arrecare disagi al ciclo dei rifiuti) l’impianto di compostaggio richiesto dall’autorità di bacino Ato Lecce/2 in alternativa alla discarica di servizio sulla falda acquifera di Corigliano d’Otranto e se, infine, intenda adoperarsi, nei modi e con i mezzi che riterrà più opportuni, affinché nella Regione Puglia venga posta fine all’attività dell’inutile impianto provvisorio per il trattamento dei rifiuti ubicato nel Comune di Poggiardo, dando corso alla realizzazione del previsto impianto di biostabilizzazione.
«Il piano di smaltimento dei rifiuti nel basso Salento - spiega il senatore Adriana Poli Bortone nelle premesse dell’interrogazione - prevede la realizzazione di una discarica di servizio sulla falda acquifera che fornisce quasi la metà dei Comuni salentini da mezzo secolo nel territorio di Corigliano d’Otranto, in palese conflitto con la stessa Legge regionale di tutela delle acque che assoggetta l’intero agro di Corigliano d’Otranto a numerosi vincoli tra i quali il divieto di apertura di nuove discariche. L’unico studio idrogeologico eseguito per valutare i possibili rischi è stato commissionato ad alcuni liberi professionisti dalla stessa ditta appaltatrice e non da enti terzi o da centri di ricerca. Su questo unico studio è stata condotta una perizia tecnica eseguita dal Dipartimento di Geologia Ambientale dell'Università del Salento (per conto del Coordinamento Civico per la tutela della Salute e del Territorio), che si è espresso in maniera inequivocabilmente sfavorevole alla realizzazione della discarica sulla falda acquifera di Corigliano per i possibili rischi d’inquinamento dell’acqua e la totale assenza di altre sorgenti o falde acquifere nel territorio in questione. Le preoccupazioni esplicitate dal Dipartimento coincidono con le posizioni adottate già dai primi anni Ottanta da Acquedotto Pugliese, che aveva espresso le proprie incondizionate riserve sull’opportunità e sui rischi di avere una discarica sulla falda acquifera, imponendo al Comune di Corigliano d’Otranto la chiusura di una precedente e più piccola discarica di rifiuti solidi urbani, incredibilmente ancora in attesa di bonifica definitiva. L’importanza del problema avrebbe meritato un approfondimento delle conoscenze geologiche dell’area intorno alla discarica e tale analisi, mai condotta finora, avrebbe dovuto definire la reale vulnerabilità intrinseca del tratto di falda profonda che alimenta i pozzi di AQP nei confronti del potenziale inquinamento proveniente dalla discarica in progetto. È emerso poi un nuovo elemento - prosegue Adriana Poli Bortone - con una delibera del febbraio del 2008 l’Ato Lecce/2 ha inoltrato alla Regione Puglia una richiesta per la realizzazione di un impianto di compostaggio per la chiusura del ciclo dei rifiuti solidi urbani (Rsu). Ciò costituisce un fatto nuovo di cui non si è potuto tener conto (perché successivo) al momento dell’individuazione della discarica sulla falda acquifera di Corigliano d’Otranto da parte dell’allora commissario straordinario ai rifiuti. La delibera offre una soluzione definitiva che consente di chiudere il ciclo della frazione umida dei Rsu (a differenza della discarica che lascerebbe aperto il ciclo perché giungerebbe a saturazione prima o poi), che verrebbero trasformati in altri prodotti e fertilizzanti agricoli. La costruzione dell'impianto di compostaggio richiesto dall’Ato Lecce 2, oltre ad essere migliore (perché chiude il ciclo dei rifiuti), è nei fatti alternativa perché renderebbe non necessaria l’apertura della discarica di servizio sulla falda acquifera di Corigliano e potrebbe non pregiudicare gli appalti già assegnati dalla Regione Puglia (qualora trasferibili sull'impianto di compostaggio a favore delle stesse ditte)».
«In ogni caso - conclude - sia che si preveda l’apertura di una discarica (da collocarsi auspicabilmente al di fuori dell’area della falda acquifera di Corigliano), sia che si proceda alla realizzazione dell’impianto di compostaggio in alternativa alla discarica, è urgente l’entrata in funzione dell’impianto di biostabilizzazione previsto nel Comune di Poggiardo, mettendo fine all'attività del cosiddetto impianto provvisorio per il trattamento dei rifiuti, che non è idoneo ad eseguire una reale biostabilizzazione (necessaria sia per il conferimento in discarica che in impianto di compostaggio) e produce esalazioni fastidiose per i cittadini della zona».