LECCE | «Fiat, Omfesa, Tac: è un bollettino da guerra quello che giunge dal mondo dal lavoro. Non sono in crisi solo i simboli di un sistema produttivo, è a rischio la tenuta e la struttura portante dell’economia salentini con i conseguenti danni sociali: meno lavoro, più precarietà, più disagio sociale». A dichiararlo è Antonio Maniglio, presidente del gruppo consigliare del Pd. «Già per questo è più che motivata la scelta della Cgil di chiamare i lavoratori alla mobilitazione. Sono in gioco, qui nel Salento, i redditi di migliaia di famiglie di operai che si avvicinano alla povertà. La politica, di fronte a questi drammi, deve ritrovare la capacità di dire, con sobrietà, poche parole e di lavorare per dare risposte vere a persone vere. È bene, pertanto, che ognuno dia conto del suo operato. La Regione Puglia, ad esempio, con una manovra di 450 milioni di euro, ha attivato una serie di bandi a sostegno dell’apparato produttivo, cercando di dare una risposta parziale a piccole imprese artigiane e commerciali ma anche a quelle di grandi dimensioni; una somma consistente, equivalente all’1,7 per cento del Pil regionale che se il governo nazionale applicasse in ambito nazionale consentirebbe alle imprese di utilizzare circa 14 miliardi di euro.
E proprio questo è il punto: dalla crisi si esce con l’iniziativa delle imprese, con politiche convergenti da parte del governo nazionale e delle regioni. A livello nazionale, invece, a parte un po’ di annunci generici, non ci sono iniziative concrete ed anzi, con riferimento al mezzogiorno, c’è una sottrazione continua dei fondi destinati al sud. Torniamo sulla questione occupazionale nel Salento: pur con le diverse specificità settoriali le aziende in crisi chiedono interventi per il settore auto e macchine industriali (Fiat), una verifica delle commesse di Trenitalia (Omfesa), il rispetto dell’accordo di programma sul Tac; chiedono cioè una politica industriale concreta. E i tempi non sono ininfluenti. Ecco perché, senza alimentare fastidiose polemiche, -conclude Maniglio - chiediamo che queste questioni la si smetta di tergiversare o di occuparsi d’altro e si affronti con grande determinazione il tema degli interventi da attivare nel mezzogiorno di fronte a una crisi che si presume non sarà di breve periodo».