LECCE | La vicenda continua a far discutere in consiglio i diversi esponenti degli schieramenti politici: maggioranza ed opposizione. A sollevare il caso è stato proprio Antonio Rotundo, capogruppo dell’opposizione, che ha attaccato direttamente il sindaco Paolo Perrone, definendo la sua posizione come «palesemente contraddittoria, ed incomprensibile fino al punto da creare problemi di credibilità fra i componenti della stessa maggioranza». Le ragioni di questa accusa sono radicate, secondo Rotundo, nella ricostruzione degli avvenimenti amministrativi che hanno accompagnato le varie fasi dei rapporti fra il Comune di Lecce e l’azienda che ha promosso il progetto. Continuano le accuse di Rotundo che recrimina al primo cittadino della città di Lecce il fatto di essersi improvvisato «ambientalista dell’ultima or», cambiando poi, la sua posizione in maniera così evidente da determinare drastici cambiamenti, all’interno di una maggioranza che non riesce a comprendere l’improvviso e imprevisto cambio di rotta». Ieri ci sarebbe dovuto essere un consiglio comunale di rilevante importanza, che al momento è stato rinviato in data da stabilire, si sarebbe discusso della realizzazione o meno della suddetta centrale ad oli vegetali. Così nella mattinata di oggi si è tenuta presso Palazzo Carafa, la conferenza stampa in cui il Pd si è proposto di spiegare le ragioni che hanno reso necessaria la richiesta di rinvio dell’assise. Si fa portavoce Antonio Rotundo che attacca nuovamente il sindaco: «le sue posizioni sono ambigue una volta eletto il Sindaco avrebbe avuto infatti, tutte le prerogative e le opportunità previste dalla legge per opporsi al progetto centrale a biomasse alla luce del sole. Ma non ha proferito parola, anzi, al contrario, è arrivato a contrattare con De Masi, responsabile del progetto, la percentuale annua che il Comune avrebbe incassato a fronte dell’insediamento della centrale sarebbe stata di ben 500mila euro». A questa lettera aperta risponde Paolo Perrone riequilibrando il dibattito: «Personalmente sull’impianto in questione da 25 megawatt - continua il sindaco - e in generale sulla vicenda ho una posizione molto chiara. Sono contro l’insediamento della centrale. Specifico che nel mio programma elettorale non c’è alcun riferimento alla prospettiva di insediamento di un impianto di questo tipo e, mi pare di ricordare, nemmeno nel programma di Rotundo. Quel protocollo d’intesa al quale Antonio Rotundo oggi strumentalmente si aggrappa non reca la mia firma, perché ero assente, e quelle degli assessori Marti, Peyla e Liaci sono apposte su un documento assolutamente generico che non individua il sito. Io sono contrario alla centrale a biomasse e lo confermo senza mezzi termini. Inoltre in una città d’arte come la nostra, a forte vocazione turistica, possa ben fare a meno di un impianto di questo tipo». Così Antonio Perrone ribatte al capogruppo dell’opposizione sottolineando il suo evidente schieramento contro l’impianto, nell’esclusivo interesse dei cittadini leccesi e dei nuclei abitativi situati nei quartieri di San Pio, Casermette e Villa Convento dove sarebbe dovuta sorgere la centrale. Il sindaco esorta ancora una volta Antonio Rotundo invitandolo ad assumersi le proprie responsabilità e ad agire in modo chiaro e lineare, senza diventare lo strumento di una qualche strategia o sotterfugio, volto alla realizzazione della centrale a biomasse seguendo altri percorsi. La questione intanto continua e richiederà ulteriori aggiornamenti.
Alla vigilia della discussione in merito alla Centrale a biomasse che verrà discussa domani in Consiglio Comunale, il Presidente della IV Circoscrizione «Rudiae-Ferrovia», Carmelo Isola lancia la proposta di indire un referendum popolare. In base all’articolo 57 del Regolamento le Circoscrizioni possono promuovere referendum consultivi. Isola ritiene opportuno dare ai cittadini il «diritto» di esprimersi su un argomento così importante. «Si parla sempre di democrazia partecipata e della mancanza di politica attiva da parte dei cittadini e quindi credo che in merito ad argomenti importanti di interesse pubblico sia necessario il coinvolgimento di tutti nelle decisioni. Tra sistema politico e società civile si è verificato uno scollamento fatto di disaffezione e distacco. Se da una parte, la politica fa i conti con una democrazia rappresentativa ma inedita, perché priva dei partiti di massa catalizzatori di partecipazione popolare, dall’altra la società è secolarizzata e disillusa». Il referendum, secondo Isola, è un mezzo attraverso cui ottenere grandi conquiste politico-sociali. La mancanza di chiarezza in merito all’argomento è palese già in coloro che sono chiamati a decidere, immaginiamoci nei cittadini. Dalle considerazioni del presidente, a seguito di consultazioni tra la gente, è emerso un dato significativo: la maggior parte dei cittadini ignora il luogo dove è previsto l’insediamento, il suo potenziale, gli eventuali rischi, ed altro. «Ritengo pertanto che dopo una adeguata informazione sia corretto chiamarli ad esprimere liberamente il proprio parere evitando loro di subire passivamente le scelte di alcuni». Il referendum potrebbe avere carattere circoscrizionale, ma secondo il presidente Isola, sarebbe forse opportuno che tutta la città venisse chiamata ad esprimere la propria volontà. «Mi immedesimo negli attuali consiglieri comunali che dovranno decidere in merito ed alle responsabilità a cui sono chiamati e mi domando se hanno veramente ascoltato i pareri dei cittadini e se sono convinti delle proprie idee restando fermamente convinto che il referendum sarebbe un valido ed ottimo strumento anche per loro chiamati in quanto rappresentanti del popolo a decidere. La proposta di ricorso al referendum è rivolta sia agli assertori del sì che ai contrari alla centrale e confido venga sposata da più parti e dalle associazioni».
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Sulla vicenda interviene anche il coordinatore cittadino di Forza Italia, Antonio Pellegrino. L’esponente politico sostiene che in tutta questa strana vicenda, l’unica cosa che appare essere avvilente, lungi dalla critica legittima ad un presidente del consiglio comunale che invece di essere garante del dialogo e della discussione si dimostra notaio del silenzio e gran cerimoniere dell’inciucio, è la posizione di singolare allineamento di molti consiglieri comunali alle pur legittime aspirazioni imprenditoriali di un colosso industriale che arriva perfino a dettare i tempi dell’agenda politico-amministrativa di una città importante e di nobili tradizioni democratiche come Lecce. «Abbiamo sempre considerato il consiglio comunale il luogo del più alto rispetto dei principi di democrazia, moralità e giustizia che informano la vita di ogni cittadino». Il coordinamento non condivide nulla della posizione espressa da chi, non preoccupandosi della salute dei cittadini, preferisce soffermarsi sulle royalties e sui benefits. Appare schizofrenico, tuttavia, il comportamento di chi allarma la collettività ad ogni sforamento di benzene e pm10 dovuto al traffico veicolare e poi non si cura delle emissioni, quantomeno pesanti, di una megacentrale ad altissimo impatto ambientale. «Sono quei consiglieri che devono chiedere scusa al consiglio, ai cittadini e all’intera città per non aver correttamente interpretato i sentimenti dei Leccesi e per non averli nemmeno voluti ascoltare, preferendo un vile accodarsi alla prepotenza di un progetto presentato da un munifico imprenditore. Quando poi è Forza Italia a ricordare a tutti la reale vocazione della città di Lecce, si assiste ad uno sproloquio mediatico da parte di quei signori politici che, come il vicepresidente della Regione Sandro Frisullo, predicano da Vieste a Santa Maria di Leuca un turismo sostenibile, uno sviluppo eco-compatibile e tutto un vocabolario caro alla migliore tradizione del Wwf e di Legambiente, salvo poi fare tre passi indietro dinanzi alle enclave energetiche dell’amico Paride». Agli amici di Alleanza Nazionale il coordinamento preme solo ricordare che all’inizio della storia un altro Paride, più noto ed altrettanto munifico, in quanto figlio del re di Troia, portò scompiglio nelle relazioni di buon vicinato tra gli Achei ed i Troiani. «Non vorremmo che la stessa nefasta vicenda storica trovasse una sua clamorosa riattualizzazione nella Lecce di oggi».