UGGIANO LA CHIESA | Tra i fatti che giornalmente scuotono il mondo politico solo una persona in questo momento, a parte Nichi Vendola, ha le idee abbastanza chiare, la senatrice Adriana Poli Bortone. A lei la proposta di legge sul federalismo passata in Senato giorni fa e votata dai suoi ex alleati non piace affatto, ma non lo lascia per niente intendere. In un incontro pubblico che si è tenuto oggi ad Uggiano La Chiesa, l'ex coordinatrice regionale di An si è soffermata a discutere dei tre punti della riforma federativa che potrebbero penalizzare il nostro meridione. «Questo disegno è sempre stato un pallino della Lega Nord - sottolinea la senatrice - di un partito che in Italia ha sempre più rilevanza in Parlamento. Ancor prima di fare il federalismo fiscale bisognava discutere di federalismo istituzionale. Oggi in Italia le spese sono eccessive per le troppe istituzioni territoriali. Ci si chiede perché nel nostro paese esistano ancora le Province, e perché continuiamo a pagare le tasse provinciali, visto che sono la Regione ma soprattutto i Comuni gli organi più vicini ai cittadini, che ne conoscono le maggiori esigenze. Il tema delle Province è stato messo da parte perché la Lega oggi al Nord controlla molte di queste istituzioni».
L’altro punto scottante della riforma fiscale secondo la Poli, è proprio quello delle imposte territoriali. Le molte imprese che lavorano in Puglia in realtà hanno sede legale nel settentrione e quindi pagano le tasse al Nord. «Basti pensare all’Ilva - sottolinea la senatrice - Taranto è una città in cui le malattie oncologiche sono aumentate a dismisura. Alcuni imprenditori che producono in Puglia pagano le tasse nel luogo dove hanno la loro sede principale e questo non mi sembra un corretto rapporto con il territorio. Il tema della territorialità dell’imposta si è fermato ad imposte che vengono riferite a Regioni e Province, e non ai Comuni nei quali si svolgono queste attività produttive». Il terzo punto riguarda la perequazione infrastrutturale. «È qualcosa che a noi interessa molto. Non abbiamo dei trasporti adeguati alle esigenze del mezzogiorno, non abbiamo una rete stradale complessivamente idonea, i collegamenti interni al mezzogiorno sono un dramma, i disagi aumentano sempre di più».
«Si pensa che finalmente la perequazione infrastrutturale si stia attuando - aggiunge - e invece non è così, perché l’osservatorio statale dovrà valutare le strutture che mancano nonostante già da tempo si sappia quale siano le carenza strutturali. Si annuncia una cosa ma di fatto se ne fa un’altra, anche perché prima di fare un progetto di perequazione, passano tanti di quegli anni che alla fine i contributi andranno a finire al Nord». La senatrice si sofferma anche a parlare del suo movimento che tra l’altro prenderà vita il 14 febbraio a Bari. «Il giorno di San Valentino - spiega - il giorno più bello, quello dell’amore». Riguardo la polemica con Sergio Blasi che l’ha «accusata» di fondare un movimento solo per interessi personali dandole dell'«imperatrice bizantina», risponde in maniera ironica: «È solo un suo pensiero personale non posso limitarlo nel pensare». Riguardo il nuovo Rps di Nichi Vendola è franca: «Si sarebbe potuto muovere prima perché lui è il presidente della Regione. I movimenti, comunque, sono sempre qualcosa di positivo».