GEMINI (UGENTO) | Riparte il ciclo di raccolta, e questa volta anche di smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Che in base all'accordo raggiunto ieri nel primo pomeriggio in prefettura, dovrebbe avviare l'iter per liberare il Salento dall'emergenza. Questa mattina, gli autocompattatori si sono presentati alla discarica scortati dai mezzi di polizia e carabinieri. In modo ordinato, tutti in fila, si sono messi dinanzi all'ingresso della discarica, in contrada Burgesi, che questa volta non è stata presidiata dal presidente del Comitato popolare «Burgesi libera», Mario Ricchiuto, che però promette, unitamente al suo gruppo, di tornare a resistere, qualora i patti raggiunti in prefettura non dovessero essere tali. Questa mattina, a palazzo dei Celestini, in una conferenza stampa indetta dal presidente della Provincia di Lecce, Giovanni Pellegrino, ancora una volta si sono sottolineate responsabilità. Secondo Pellegrino «ha vinto la ragionevolezza», anche se, dice, «c'è stato un partito della crisi che ha soffiato sul fuoco». Secondo Pellegrino, i rappresentanti politici di Forza Italia, Rocco Palese e Raffaele Baldassarre avrebbero soltanto alimentato il fuoco del malcontento, dando adito a tutti i cittadini contestatori di continuare nella loro protesta. Ma secondo Palese, Forza Italia ha sottolineato le ragioni che hanno portato all'emergenza, e cioè «un'irresponsabilità da parte di Vendola e della sua Giunta che hanno creato le condizioni per arrivare alla crisi». Intanto, questa mattina, da Casarano, Tricase, Maglie, ma anche da Botrugno, e Specchia, gli autocompattatori hanno atteso il loto turno in ordine, uno dietro l'altro, in un protrarsi dell'attesa. Ci vorranno tre giorni per recuperare tutto il materiale che sommerge ancora città come Gallipoli, ad esempio, e i paesi dell'Ato Lecce 2, che poi dopo il 31 gennaio, stando a quanto stabilito ieri in prefettura, potranno contare prevalentemente sul ciclo di smaltimento, che dovrebbe concludere il suo percorso tanto a Cavallino, dov'è presente un biostabilizzatore, e un impianto di cdr, passando in parte attraverso l'impianto di Poggiardo. Qualche che sia la soluzione, il vicepresidente della Regione Puglia, Sandro Frisullo, ha sottolineato l'impegno preso in base al quale le strade della provincia torneranno ad essere pulite nel giro di 48 ore. Pellegrino, in conferenza stampa, ha sottolineato anche la responsabilità del ministro per gli Affari regionali, il salentino Raffaele Fitto, reo di aver trascurato l'emergenza senza esprimere un proprio parere, una propria posizione per una possibile soluzione. Ma alle accuse risponde il presidente dell'Ato Lecce 1, Gianni Garrisi, che questa mattina a Palazzo Carafa, a Lecce, ha presentato i «composter» domestici, che saranno assegnati in 13 comuni dell'Ato Lecce 1, al fine di consentire una riduzione del conferimento organico presso gli impianti di trattamento/smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Si tratta di un mini sistema completo e funzionale che consente la raccolta domestica dei rifiuti organici e la trasformazione in compost per il giardino e l’orto e che è costituito da un composter completo di accessori, un contenitore per rifiuti organici e sacchetti in biomateriale. L’attrezzatura consentirà all’utenza di espletare la pratica di compostaggio domestico e produrre concime e terriccio da utilizzare nel proprio terreno. Gli 800 composter destinati al Comune di Lecce saranno distribuiti dal Settore Ambiente presso utenze selezionate.
TUTTO SULLA DISCARICA «BURGESI» | Discarica «Burgesi». Così chiamata perché sorge al termine della contrada che porta il suo nome. Si tratta di una discarica autorizzata, ed è costeggiata da un lato dalla strada vicinale Gemini-Pomigliano-Acquarica del Capo, dall'altro lato invece, non molto lontano c'è la strada provinciale 275 che congiunge Ugento al territorio di Salve. La discarica è una fra le più importanti del territorio del basso Salento, insieme a quella di Castellino, di Nardò, ormai dismessa. Burgesi, entro giugno, sarà chiusa, dopo una prima scadenza, quella del 31 gennaio, in cui i rifiuti dell'Ato Lecce 2, zona Gallipoli e limitrofi, non potranno più essere conferiti. Fino a poco tempo fa, a Burgesi venivano scaricato solo i rifiuti dei 24 comuni facenti parte dell'Ato Lecce 3, quelli del Capo di Leuca, che sono: Acquarica del Capo, Alessano, Alliste, Casarano, Castrignano del Capo, Corsano, Gagliano del Capo, Matino, Melissano, Miggiano, Montesano Salentino, Morciano di Leuca, Parabita, Patù, Presicce, Racale, Ruffano, Salve, Specchia, Taurisano, Taviano, Tiggiano, Tricase, e Ugento. Questo è quanto fu disposto il 30 settembre del 2002, con decreto regionale (numero 308) disposto dal piano regionale di gestione dei rifiuti in Puglia. Ma quale tipo di rifiuti possono essere conferiti all'interno della discarica? La discarica, cosiddetta di prima categoria, è un impianto di stoccaggio all'interno del quale possono essere smaltiti: rifiuti solidi urbani, rifiuti speciali assimilati agli urbani (non pericolosi), fanghi non tossici e nocivi, stabilizzati e palabili, derivanti dagli impianti di depurazione delle acque di scarico provenienti esclusivamente da insediamenti civili, fanghi con caratteristiche analoghe alle precedenti. Dunque una discarica per rifiuti non pericolosi, così come stabilito dal decreto legislativo del 13 gennaio 2003, (poi entrato in vigore il 27 marzo dello stesso anno, numero 36, ndr). Secondo la classificazione delle discariche, ogni discarica può essere collocata all'interno di una delle seguenti categorie: discarica per rifiuti inerti, discarica per rifiuti non pericolosi, discarica per rifiuti pericolosi. Per questo motivo, anche i rifiuti hanno una loro classificazione. I rifiuti urbani, ad esempio, sono quei rifiuti domestici, anche ingombranti, che arrivano da locali e luoghi adibiti ad uso civile, cioè dalle abitazioni. I rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi, assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità, i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade, i rifiuti di qualunque natura o provenienza che si trovano sulle strade e aree pubbliche, o sulle strade e aree private soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali, e sulle rive dei corsi d'acqua. E poi ancora, i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, come giardini, parchi e aree cimiteriali, i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonchè altri rifiuti provenienti da attività cimiteriale. I rifiuti speciali, invece, sono quei rifiuti che arrivano da attività agricole e agro-industriali, che derivano dalle attività di demolizione, costruzione, e i rifiuti pericolosi che derivano dalle attività di scavo, i rifiuti delle lavorazioni industriali, i rifiuti di lavorazioni artigianali, i rifiuti di attività commerciali, quelli derivanti dall'attività di recupero e smaltimento dei rifiuti, i fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque, e dalla depurazione delle acque reflue, e dall'abbattimento dei fumi, i rifiuti derivanti da attività sanitarie, i macchinari e le apparecchiature deteriorati e obsoleti, i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti.
LA STORIA | Il 7 febbraio dell'87, presso il notaio Zuffelli, furono stipulati sei atti di trasferimento di proprietà di cave di tufi dismesse, tutte in località Burgesi, per una superficie complessiva di 106mila metri cubi per un corrispettivo totale, pagato ai venditori di 51 milioni 500mila euro. Alla fine dell'88, la Giunta regionale con una delibera (3816, ndr), vara il piano regionale per lo smaltimento dei rifiuti, indicando come sito di discarica proprio località «Burgesi», nel comune di Ugento, sfruttando le particelle che l'anno prima subirono un trasferimento di proprietà. Alla fine dell'89 al Comune fu presentato il progetto generale della Ditta Gieco Srl, per la realizzazione di una discarica controllata di prima categoria (la più grande fra quelle che saranno autorizzate in provincia di Lecce, con una volumetria di 954mila metri cubi. Il 21 novembre del 1990, dopo che il progetto fu bloccato per circa un anno, arriva una delibera con la quale di localizza nella località la discarica per i rifiuti solidi urbani. Il 18 dicembre 1990, la Commissione edilizia dell'epoca, nonostante tutte le riserve e il parere contrario espressi nella tornata dell'11 dicembre del 1990 dal geologo presente in Commissione, che ammoniva il Comune dall'utilizzare quella discarica. dà parere favorevole alla realizzazione della discarica. Il 4 febbraio del '91, il Consiglio comunale con una delibera (numero 9), approva una convenzione con la quale si prevede: lo smaltimento a titolo gratuito dei rifiuti rivenienti dal servizio di raccolta e trasporto attivato dal Comune, che il Comune sia esonerato dal pagamento della tariffa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani conferiti dal pubblico servizio. E poi ancora si prevede che al termine della concessione, il concessionario sia obbligato a provvedere a sue spese e a propria cura di tutti i lavori per la bonifica e la sistemazione finale dell'area. Conclusa la bonifica e la sistemazione finale dell'area, il concessionario si sarebbe impegnato a consegnarla al Comune libera da attrezzature e impianti. Si prevede, fra l'altro, che alla discarica siano portati rifiuti solidi urbani e assimilabili. Una convenzione con la quale si stupula anche che il concessionario si assume l'impegno di utilizzare personale locale, ad eccezione del personale direttivo, che la concessione ha una durata di dieci anni, che il concedente ha l'obbligo di vigilare e controllare, e che il concessionario dovrebbe effettuare misurazioni e analisi sull'inquinamento del suolo e delle acque, nell'area in cui insistono gli impianti. Non solo. Prima dell'attivazione degli impianti, l'accordo prevedeva che si sarebbe dovuto provedere a una campagna di misurazione e di analisi. Nel caso fosse stato ricavato biogas, al Comune sarebbe spettato, a titolo di indennità un'aliquota pari al 10 per cento dei ricavi. Nel capitolato si stabilì inoltre, che si sarebbero dovuti effettuare prelievi dalla vasca di raccolta e su questi si sarebbero realizzate analisi chimiche per accertarne le proprietà. La quantità di percolato, invece, doveva essere misurata giornalmente. Inoltre si sarebbe dovuto controllare la falda, attraverso il prelievo di campioni d'acqua da sottoporre a un'analisi chimica e batteriologica, portando avanti qualora necessario misure di lotta contro insetti e roditori. Il 9 aprile del '91 la Provincia di Lecce, all'epoca presieduta dal senatore Rosario Giorgio Costa, attraverso l'emanazione di una delibera (numero 759), approvò il progetto di discarica, a patto che fossero rispettate determinate condizioni. Fra queste, l'osservazione e il rispetto di tutte le indicazioni, le modalità e caratteristiche tecniche riportate nelle relazioni e relativi allegati al progetto, il conferimento di un quantitativo massimo di rifiuti pari a 954mila metri cubi anzichè 650mila (come indicato nel verbale 122 del Comitato istituito presso la Provincia), il monitoraggio della falda profonda attraverso la perforazione dei pozzi previsti in progetto, con la realizzazione di due pozzi per il monitoraggio della falda superficiale, fornire all'amministrazione provinciale, prima dell'inizio dei lavori, le certificazioni riguardanti i caratteri idrogeologici, chimici e batteriologici della falda profonda e superficiale, e l'andamento del livello statico.
Il 6 giugno del '91, il sindaco di Ugento in assenza dell'autorizzazione dell'assessorato regionale all'Urbanistica, rilascia la concessione edilizia. Il 6 luglio del '92, il Comune di Ugento rilascia la concessione definitiva. Un anno dopo, il 23 luglio del '93, la Giunta provinciale autorizza l'esercizio provvisorio del primo lotto per 255mila metri cubi. Esercizio andato avanti per tre anni, fino al 23 gennaio del '96, quando la Giunta provinciale approva una variante portando il secondo lotto a 256mila metri cubi, e il terzo a 303mila metri cubi, ma resitringendo la volumetria complessiva da 954mila a 800mila metri cubi, dettando una serie di ulteriori prescrizioni che andavano verificate. Il 27 settembre del '96, ancora una volta la Giunta provinciale approva una variante e l'esercizio del secondo lotto, aggiungendo ulteriori prescrizioni, una delle quali obbligava la ditta a ricevere solo i rifiuti rivenienti dall'Ato Lecce 3, mentre fino al 2001, almeno nove comuni non appartenenti al bacino conferivano i loro rifiuti nella discarica. Il 31 luglio del 2001, il Consiglio comunale di Ugento viene convocato d'urgenza per deliberare sull'acquisizione della titolarità pubblica della discarica Burgesi, nonché sull'approvazione del terzo lotto, perché da un programma fatto pervenire dal gestore alcuni giorni prima, si asseriva che il secondo lotto era esaurito. Ma il 31 ottobre del 2002, sempre per mezzo di una delibera, c'è il rinnovo della convenzione. Non ci sono ulteriori novità fino al 2008, quando i comuni appartenenti al bacino dell'Ato Lecce 2 concludono il proprio conferimento nelle discariche di Fragagnano e Grottaglie, nel tarantino, per le quali il presidente della Regione, Nichi Vendola, aveva predisposto un anno di conferimento. Il 31 dicembre 2008, alla scadenza cioè dell'ordinanza, gli ordini dati agli autocompattatori furono quelli di conferire a Burgesi, dove di fatto fino a quel momento venivano raccolto i rifiuti dell'Ato 3. Da lì, la protesta. Con gruppi popolari trasversali, che toccano le popolazioni di Gemini, Ugento, Presicce e Acquarica del Capo. Nascono diversi comitati, fra cui «Burgesi pulita» di Mario Ricchiuto, e «Io Conto» di cui fa parte anche don Stefano Rocca, il parroco della comunità di Ugento che da quando fu ucciso il consigliere dell'Italia dei Valori, provinciale e comunale, Peppino Basile (omicidio ancora irrisolto), ha sposato una battaglia per la legalità. Quello che è successo nelle ultime ore, come si sa, è cronaca di questi giorni.