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Il senatore del Popolo della Libertà e coordinatore di Alleanza Nazionale in Puglia, Adriana Poli Bortone, interviene sull’editoriale pubblicato nella giornata di oggi sul quotidiano «La Gazzetta del Mezzogiorno», scritto dal direttore Giuseppe De Tomaso.

LECCE | «Interessante ed acuta l’analisi contenuta nel fondo del direttore de La Gazzetta del Mezzogiorno. Serve in effetti un Bossi del Sud». Il senatore del Popolo della Libertà e coordinatore di Alleanza Nazionale in Puglia, Adriana Poli Bortone, accoglie con favore la riflessione del direttore de La Gazzetta del Mezzogiorno Giuseppe De Tomaso, contenuta nell’editoriale pubblicato oggi dal titolo «Servirebbe un Bossi del Sud contro il Bossi del Nord». È un convincimento - sottolinea con forza - che andiamo maturando ormai da tempo e non certo per creare conflitti territoriali all’Italia, soprattutto nel momento di difficoltà (non solo economico) che stiamo vivendo. Ma un movimento, una alleanza del Sud che sappia individuare con forza e determinazione, lucidità politica e garanzia di percorsi, le priorità del Mezzogiorno, le sue giuste richieste, non lamentose ed assistenzialiste, ma sostenute da forte capacità progettuale, sarebbe certamente utile per bilanciare in termini di proposta attiva e di presenza propositiva, l’intervento del Governo, che potrebbe apparire più indirizzato verso altri territori. Anche per il fatto che il Governo si trova di fronte ad un Mezzogiorno amministrato quasi per intero dal centrosinistra, incapace di mettere a frutto persino quei fondi aggiuntivi nazionali e comunitari utilissimi e determinanti per creare infrastrutture, supportare progetti utili, far decollare il turismo e provare a colmare una volta per tutte, prima dell’attuazione del federalismo, quel gap tra Nord e Sud che oggi non consente punti di partenza uguali per affrontare poi una corretta competizione tra territori. Non so se si riuscirà ad individuare un Bossi del Sud - conclude Adriana Poli Bortone - ma so che certamente si potrebbero trovare tante persone di buona volontà (economisti, intellettuali, industriali, amministratori, gente comune), che, messe insieme, potrebbero dar vita ad un grande movimento che prima ancora di battere cassa dovrà affermare con chiarezza l’orgoglio meridionale privo di complessi e fatto delle tante braccia e menti che il Sud ha generosamente dato all’economia del Nord Italia e della Europa intera». La Poli interviene anche nel dibattito sulle possibili novità che potrebbero riguardare la composizione del Governo Berlusconi ed invita a spostare la riflessione sulla distribuzione delle competenze tra Governo e Regioni e su una necessaria azione di riordino dei Ministeri. «Sarebbe sbagliato continuare ad incentivare il dibattito sui Ministeri su un problema di numeri - puntualizza - perché il tema è invece quello delle competenze. Sicchè prima ancora di dare il via definitivo al federalismo occorrerebbe rivedere il rapporto tra competenze del Governo nazionale e competenze delle Regioni, per evitare di continuare con sovrapposizioni ed ambiguità che rendono difficile la vita delle Istituzioni territoriali. Se è vero infatti che Sanità e Turismo devono essere di competenza regionale, è pur vero che persiste una anomalia quale è quella del Ministero dell’Agricoltura, variamente definito negli anni, abolito per referendum, ma sempre rocambolescamente risorto. Anomalia ancora più stridente se si pensa che dal 1998 in poi proprio quel Ministero, in decisa controtendenza rispetto ai proclamati intenti di razionalizzazione delle spese dei vari Governi, ha assunto proporzioni elefantiache, con un numero spropositato di alti dirigenti, ma soprattutto con un pullulare di enti (circa una ventina) rigorosamente dotati di consigli di amministrazione. Il Ministro Zaia - continua Adriana Poli Bortone - che pure sta dimostrando di rappresentare bene l’Italia in Europa, dovrebbe dare almeno un segnale di rigore riconducendo all’essenziale un Ministero ingiustificatamente pesante. Paradossalmente più costoso per alta burocrazia ed enti collegati che prodigo di interventi per gli agricoltori. La Lega, che sta dimostrando di saper bene interpretare le istanze di rigore della gente comune, potrebbe intervenire con la sua lucidità politica, per portare avanti ad un tempo federalismo e riordino dei Ministeri. Sarebbe - conclude - un bel messaggio di saggezza politica e di rinnovamento reale per gli italiani».