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LECCE | «A febbraio saremo punto e a capo». La firma dell'accordo giunto questa mattina nel maxi vertice in prefettura, ha creato polemiche all'interno del centrodestra, che punta il dito contro le scelte adottate dal presidente della Regione, Nichi Vendola, «che non spiega le ragione per le quali si è arrivati in una situazione di estrema emergenza». Allo stesso modo, si riconsce un grande senso di responsabilità ai sindaci del Salento che hanno firmato l'accordo «che scongiurerà - dicono - il pericolo di diventare come la Campania». I consiglieri regionali Rocco Palese, capogruppo Pdl, Raffaele Baldassarre, e Mario Vadrucci, sottolineano il grande senso di responsabilità che va riconosciuto ai sindaci del Salento. Ma «altrettanta irresponsabilità politica e istituzionale va, invece, rimproverata ancora una volta alla Regione che seppur messa in guardia e preavvertita da anni, non ha fatto nulla fino ad oggi, portando la situazione allo stremo e non lasciando alternative a quei sindaci». Secondo i tre consiglieri di centrodestra, l'amministrazione regionale avrebbe peccato di non aver spiegato a sufficienza quale sia il motivo che ha portato al culmine dell'emergenza rifiuti. «Gli impianti non sono pronti per colpa dei ritardi della Regione e del commissario Vendola e il primo febbraio saremo punto e a capo. Peraltro, pur nella consapevolezza che occorre essere comprensivi e solidali e respingendo al mittente ogni illazione sul fatto che il centrodestra starebbe fomentando proteste e manifestazioni, chiediamo per amore di verità e soprattutto per la tutela della salute pubblica, che l’Arpa effettui immediate verifiche ad Ugento per misurare le immissioni di sostanze dannose nell’ambiente e le eventuali contaminazioni della falda. Perché è sempre più evidente che a fronte di un Piano dei rifiuti (quello di Fitto) che prevedeva la graduale chiusura delle discariche, dopo oltre tre anni e mezzo le discariche continuano a moltiplicarsi e ad essere l’unica soluzione per lo smaltimento dei rifiuti». Ma la giunta Vendola si sarebbe anche gloriata, preso meriti, riguardo il ciclo di smaltimento rifiuti, divulgando informazioni non vere. Lo sostiene il consigliere regionale del Pdl, Saverio Congedio, che in una nota sottolinea quella che per lui è una «soluzione tampone per evitare un disastro ambientale». Secondo Congedo, l'accordo raggiunto questa mattina altro non è che «la conferma delle gravi responsabilità del governo regionale rispetto ad un evento ampiamente annunciato, perfino dallo stesso presidente Pellegrino in una non dimenticata intervista del settembre 2007. Avere atteso i rifiuti per strada per attivarsi con interventi abborracciati e non risolutivi che hanno fatto esplodere la rivolta popolare, è un delitto tanto più grave in presenza dell’esempio campano che non ha insegnato nulla e che richiederebbe un salutare bagno di umiltà da parte di chi, come Vendola, soltanto pochi mesi fa proclamava la fine dell’emergenza e di chi, come Losappio, soltanto poche settimane fa continuava a gloriarsi di meriti tutti da verificare. Adesso occorre liberare il Salento dall’incubo dei rifiuti per strada, che ne colpirebbe a morte non soltanto la qualità di vita ma anche un richiamo turistico tanto faticosamente costruito. Ma subito dopo non si potrà non chiedere conto di tanto disastro a chi da quattro anni governa questa Regione».
Di parere esattamente contrario, è il vicepresidente del Consiglio regionale, Luciano Mineo, che considera irresponsabile il comportamento del centrodestra. Mineo sostiene che il centrodestra abbia montato tutto per far credere che quella pugliese sia una situazione di emergenza: «Siamo di fronte ad una gigantesca mistificazione e ad un vero e proprio gioco allo sfascio, che vorrebbe, in tutti i modi, far immaginare per la Puglia una situazione identica a quella vissuta a Napoli. Un gioco allo sfascio che, anzi, punta ad andare oltre la semplice propaganda e che mira a determinare una reale situazione di emergenza da scagliare demagogicamente contro Vendola ed il governo regionale di centrosinistra. Anche dall’opposizione, infatti, come hanno ampiamente dimostrato le cronache napoletane, si può contribuire a creare l’emergenza sulla pelle dei cittadini, giocando al tanto peggio tanto meglio». Mineo insiste sul fatto che il centrodestra abbia strumentalizzato il momento di difficoltà «opponendosi ad una seppur limitata ipotesi di ampliamento di qualunque sito di smaltimento dei rifiuti. Non si può arrivare a questi metodi beceri per ragioni di lotta politica. Per di più cadendo in una contraddizione grande quanto una casa: quella di plaudire alle iniziative del Presidente del Consiglio dei Ministri quando ha fatto ricorso all’esercito e alla forza per realizzare, a Napoli, i centri di smaltimento necessari per superare l’emergenza rifiuti e di opporsi, allo stesso tempo, ad ogni soluzione in provincia di Lecce, con il solo obiettivo di colpire Vendola. Per oltre due anni i rifiuti di Lecce sono stati smaltiti a Fragagnano e Grottaglie. In due comuni della mia provincia. Vorrei chiedere agli oppositori di oggi, come avrebbero dovuto reagire la comunità ionica di fronte alla prospettiva di smaltire rifiuti prodotti altrove? Avrebbe dovuto erigere le barricate e organizzare le sommosse? La classe dirigente ionica ha dimostrato ben altro senso di responsabilità e di solidarietà. Negli anni in cui i rifiuti di Lecce sono stati smaltiti a Fragagnano ed a Grottaglie le istituzioni leccesi avrebbero potuto e dovuto compiere uno sforzo per individuare soluzioni provvisorie in vista della realizzazione degli impianti tecnologici che consentiranno alla Puglia di essere una tra le più avanzate regioni italiane nel campo dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani». Gli risponde il consigliere tarantino di Alleanza Nazionale, Pietro Lospinuso: «Continuo a leggere deliranti dichiarazioni di rappresentanti della maggioranza del governo regionale - sottolinea - che, invece di chiedere chiarimenti al loro Governo sull’esplosione di un’emergenza rifiuti che il governatore in persona aveva dichiarato solennemente essere stata superata fino al punto di far cessare il relativo commissariamento, continuano a sparare sull’opposizione di centrodestra, rea di avere espresso talune dichiarazioni critiche. La verità è che, a parti invertite, oggi i vari Vendola, Losappio, Frisullo e Mineo sarebbero accampati con tanto di bandiere di fronte a tutte le discariche di Puglia per impedirne con tutti i mezzi, a partire da quelli illeciti, gli accessi, senza alcun riguardo per gli interessi generali. Quelli infatti sono i loro metodi, non i nostri: noi non abbiamo fatto carriera politica sponsorizzando e strumentalizzando i picchetti dinanzi ai cantieri ed alle fabbriche, alimentando la follia oscurantista del ‘no’ a tutto ed al contrario di tutto».
L'assessore leccese al Turismo, Massimo Alfarano, dal canto suo, insiste sul fatto che risolvere il problema rifiuti significa trasmettere una cartolina forte di un Salento in grado di risolvere i suoi problemi: «Con quale coraggio si può andare a promuovere il Salento, se persino sulla stampa nazionale e sui grandi network passano le immagini di un territorio in cui si è raggiunta la saturazione per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti? - chiosa l'assessore a Palazzo Carafa - Abbiamo biasimato la Campania per il gravissimo danno in termini di immagine e di affluenza turistica causati da quest’emergenza, salvo poi scoprire che anche in Puglia e nel nostro Salento si stanno per correre gli stessi rischi essendo arrivati quasi al collasso. Pensiamo davvero che gli intermediari turistici, i tour operator e le agenzie di viaggi possano inserire il Salento nei cataloghi e nelle offerte rivolti al pubblico se non hanno la piena certezza che il disagio ambientale e sanitario causato dal mancato smaltimento dei rifiuti è stato risolto? Dinanzi alla complessa vicenda amministrativa e alle comprensibili paure delle collettività civiche dei paesi in questione, da pubblico amministratore e da Assessore al Turismo della città capoluogo non posso che auspicare un surplus di responsabilità da parte di tutti nell’affrontare la questione. Siamo alle porte della programmazione della stagione turistica. Il buon andamento dei flussi a venire dipende dalle politiche di promozione di oggi. Non mi sembra che siamo sulla buona strada. Spero in un’immediata inversione di tendenza da parte di tutti noi nel pieno convincimento che il territorio e la sua buona tenuta è prerequisito essenziale per ogni politica di sviluppo e di crescita economica e sociale». Nella città di Gallipoli, infine, il sindaco della città, Giuseppe Venneri, risponde a muso duro alla provocazione del Partito democratico, reo di aver puntato il dito verso l'amministrazione comunale come se lui, da primo cittadino, non avesse compiuto i passi necessari, a suo tempo, per fronteggiare l'emergenza. A tal proposito, rivolgendo alla consigliera del Pd, Antonella Greco, spiega: «Prima che la situazione esplodesse in tutta la sua drammaticità, l'amministrazione ha provveduto a compiere i passi istituzionali necessari ad allertare le autorità competenti sulla situazione di potenziale rischio che correva Gallipoli e non è certo stato merito della bacchetta magica, ma dell'impegno di questo esecutivo, se la situazione in città è stata tra le meno preoccupanti dei circa 70 comuni coinvolti da questo dramma, almeno sino a quando la situazione non è degenerata».