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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 06/01/2009 | POLITICA
RIFIUTI | I politici di differenti opinioni. C'è chi osanna Vendola, e chi rimpiange il piano Fitto
Borraccino (Pdci), Palese, Baldassarre, Vadrucci
(Pdl), Caroppo (Udc), Maniglio (Pd). I commenti
Il rappresentante del Pdci d'accordo col consigliere comunale Angelo Minenna contrario al deposito di spazzatura indifferenziata. Dal Pdl, i dati profetici diffusi a suo tempo. Dall'Udc, la Puglia è come la Campania, mentre per il Pd preoccupazione dei cittadini ingiustificata.

LECCE | Mentre l'assessore provinciale all'Ambiente, Gianni Scognamillo, è sempre più propenso a valutare l'ipotesi di portare i rifiuti a Trani, dalla politica arrivano commenti sul sit-in di protesta organizzato dinanzi alla discarica «Burgesi». Solidarietà alla popolazione è arrivata in maniera trasversale, da molti partiti politici. Il capogruppo del Pdci in Consiglio regionale, Cosimo Borraccino, sottolinea: «A seguito della ventilata decisione, ormai sempre più certa, di sopraelevare i rifiuti nella discarica di Ugento, consentendo ai 48 comuni dell’Ato Lecce 2 di portare per un periodo di oltre sei mesi la loro spazzatura in località Burgesi, accentuando il degrado ambientale di quelle contrade e mettendo in serio pericolo la salute dei cittadini di Ugento, Gemini, Torre San Giovanni e le comunità di Acquarica del Capo e Presicce, vicinissime alla discarica suddetta, il Pdci sostiene la posizione del nostro consigliere comunale, Angelo Minenna, che ha espresso contrarietà allo scarico nella discarica di Ugento di spazzatura indifferenziata proveniente dai 48 comuni dell’Ato Lecce 2. Un secco no all'ulteriore prosecuzione dell’attività della discarica Burgesi, se non in deroga provvisoria e fino a quando non sarà completamente ultimato il nuovo impianto di biostabilizzazione ad Ugento. Il Pdci è invece favorevole che di questo problema se ne parli in un Consiglio comunale monotematico. Riteniamo prioritario - precisa il capogruppo in consiglio regionale - che il diritto alla salute e a un ambiente sano debbano essere le parole d’ordine e il faro di ogni azione politica, sia quando si sta in maggioranza, sia quando si sta all’opposizione e sia, soprattutto, quando le decisioni sono così tali e delicate da imporre maggiore prudenza e riflessione: specie quando si parla di spazzatura, di discariche e quanto ad esso connesso. Il Pdci - preannuncia Borraccino - presenterà nei prossimi giorni un’interrogazione indirizzata all’assessore regionale all’Ambiente in cui si chiede il motivo dei ritardi nella realizzazione dell'impianto di biostabilizzazione di Ugento realizzato dall'Ati Cogeam gruppo Marcegaglia, interamente con fondi regionali e quali misure intende porre in essere la Regione per la definitiva realizzazione dell'impianto entro i primi mesi del 2009». Poi conclude: «L'individuazione di un sito alternativo a quello di Ugento, una vera e propria bomba ecologica, in quanto ha già effettuato tre sopralzi di spazzatura e ha già ampliato la superficie disponibile della discarica, con un ulteriore lotto di due ettari di terreno. A tal fine, si auspica anche una indagine dell'Arpa per verificare la tenuta del fondo della discarica Burgesi di Ugento, in modo da verificare se esistano o meno le condizioni per una definitiva chiusura della stessa. Scongiurare il collasso della discarica di Ugento è il nostro obiettivo. Lo si deve per le ragioni e il grido di dolore di un territorio già provato dal punto di vista del degrado ambientale».

 

Nel centrodestra, i consiglieri regionali d'opposizione Rocco Palese (capogruppo Fi), Raffaele Baldassarre e Mario Vadrucci (Pdl), sottolineano come di profetico ci siano solo le loro denunce: «Nella gravissima, prevedibile e prevista emergenza rifiuti del Salento, di profetico ci sono solo i nostri due dossier (di metà 2006 e di gennaio 2007) e le decine di conferenze e comunicati stampa in cui da allora continuiamo a rilanciare le nostre denunce politiche sui ritardi, i pasticci e gli interessi che ruotano intorno a questa situazione. Né può essere definito profeta il presidente Pellegrino per aver previsto nel 2004 che il Piano Fitto sarebbe stato oggetto di ricorsi, casomai quella si può definire una ‘comunicazione di servizio’, dato che, come risulta dagli atti, gran parte di quei ricorsi fu predisposta proprio dallo studio legale Pellegrino. Come si vede, non di profezia si può parlare, ma di un pasticcio ancora mai sanato né tantomeno chiarito. Detto questo, quei ricorsi sono andati tutti male per chi li ha presentati: il Piano Fitto ha tenuto e la Regione ha avuto sempre la meglio, tranne in uno di quei ricorsi in cui stranamente la Regione Puglia (Giunta Vendola) non si è neanche costituita. Terminato l’iter dei ricorsi anche dinanzi al Consiglio di Stato, a marzo 2006, il commissario Vendola avrebbe potuto firmare subito i contratti e dare avvio alla cantierizzazione degli impianti, i cui tempi di realizzazione erano di circa 11 mesi, il che vuol dire che sarebbero stati pronti nell’estate 2007. Non si è mai capito cosa abbia invece ritardato quelle firme, fatto sta che ad oggi gli impianti non sono pronti e le discariche private continuano ad essere l’unica soluzione. Una emergenza nell’emergenza, visto che nel caso della discarica di Ugento con l’ennesima sopraelevazione si arriverà a decine di metri di altezza sul livello del mare, con enormi problemi ambientali, di viabilità e di sicurezza. Nessuno può esultare per questa tragedia, tantomeno noi. Appare però singolare che, dopo due anni e mezzo di nostri allarmi ignorati, solo oggi ci si chieda di essere responsabili. Quando nel 2006 presentammo a tutte le istituzioni e ai consiglieri regionali il nostro dossier sui rifiuti, non facemmo un atto di accusa ma richiamammo proprio alla responsabilità chi governava la Puglia e il Paese. Ma nessuno rispose. Oggi allora continuiamo a chiederci perché i nostri allarmi, lanciati fin dal 2006, non siano stati raccolti, perché chi avrebbe potuto e dovuto non è intervenuto, perché pasticci, ritardi e interessi debbano essere oggi scontati dagli incolpevoli cittadini del Salento che continueranno a pagare tasse sui rifiuti, sempre più care, per vedere crescere cumuli e cumuli di immondizia accanto alle loro case. Per quanto ancora le tasche dei cittadini si svuoteranno per riempire quelle del partito delle discariche?».

 

Dall'Udc, la voce arriva dal capogruppo consiliare Gino Caroppo, che paragona la situazione di emergenza della Puglia a quella vissuta in Campania: «Il Salento come la Campania, forse con l’unica differenza che in Puglia ci saranno risparmiate le immagini della scorsa primavera che fecero il giro del mondo e solo perché Lecce ed i comuni salentini investiti dall’emergenza rifiuti non hanno la stessa densità abitativa di Napoli e della sua cerchia urbana. Tuttavia, il problema è identico, con rischi comunque devastanti per l’immagine del Salento. Nell’emergenza che coinvolge i comuni dell’Ato Lecce 2 e 3 i cui abitanti già pagano tariffe nettamente più care rispetto al resto della Puglia, le responsabilità politiche sono evidenti: il commissario delegato per l’emergenza, nonché presidente della giunta regionale Nichi Vendola, ha sottovalutato una serie di problemi, per ultimo la tempistica riguardante la realizzazione dell’impianto di stabilizzazione che avrebbe dovuto sostituire la discarica Burgesi. Il tentativo fatto da Vendola di scrollarsi di dosso ogni responsabilità e trasferire le competenze sui rifiuti alla Provincia di Lecce, non alleggerisce la sua posizione: per l’opinione pubblica Vendola e la sua fallimentare politica nella gestione dei rifiuti, continueranno ad essere i responsabili principali della grave situazione in cui versa il Salento. Sulla questione il presidente-commissario è ambiguo e contraddittorio: chiede comprensione e solidarietà ai sindaci dei bacini Ato 2 ed Ato 3, ben sapendo che i maggiori oneri finanziari richiesti in questi anni a famiglie ed imprese salentine per lo smaltimento dei rifiuti sono conseguenza della politica non più credibile perseguita in questi anni dal governo regionale».

 

Il presidente del gruppo consiliare del Partito democratico, Antonio Maniglio, dal canto suo sottolinea che è necessario ricercare soluzioni condivise. «La preoccupazione e la protesta dei cittadini è giustificata. Per troppi anni, complice una certa disattenzione delle amministrazioni pubbliche, in quella zona si è scaricato di tutto di più, mettendo a repentaglio la salute delle persone e l’ambiente. Oggi, però, siamo alla fine di un percorso. La Regione ha finanziato interventi di risanamento ambientale bonificando dai veleni proprio le aree a ridosso dei tre comuni. Ed è giusto completare questo percorso con la chiusura, finalmente, della discarica Burgesi. È evidente che l’odierna situazione di emergenza è frutto anche di ritardi, e qualche errore, nella realizzazione della filiera del ciclo dei rifiuti. I bandi del piano Fitto dovevano partire prima? Nardò poteva operare ancora per qualche mese? Sono tutte domande legittime, che non ci danno tuttavia le risposte su quello che bisogna fare oggi. E davvero faremmo una gigantesca opera di delegittimazione se oggi gli opposti schieramenti politici si rimpallassero reciprocamente le responsabilità mettendo in secondo piano, tra l’altro, anche l’allungamento dei tempi provocato dal contenzioso tra le imprese. Ma oggi siamo in dirittura d’arrivo. La rete degli impianti sta per essere completata e davvero si tratta di trovare soluzioni transitorie e temporanee in grado di accompagnare la piena operatività del sistema. Il commissario Vendola, come chiunque altro al suo posto, non poteva e non può e lasciare i rifiuti per strada. I danni per il Salento sarebbero devastanti: pericolo per la salute pubblica, ricaduta negativa sul Salento e sulla sua capacità attrattiva. Anni di positiva promozione e di crescita complessiva del territorio sarebbero andati in fumo. C’erano e ci sono alternative a Ugento? È importante verificarlo. E per questo l’incontro che si terrà in Prefettura il 7 gennaio è importante. Ed è bene che a questo incontro partecipino, nelle forme più opportune, anche i rappresentanti dei cittadini che animano la protesta di Ugento. Il Salento, la salute dei suoi cittadini, la sua immagine appartengono a tutti. E insieme, istituzioni e movimenti, si deve lavorare per trovare soluzioni condivise».

 

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«L’ordinanza del sindaco di Ugento che vieta il conferimento in discarica dei rifiuti dell’Ato Lecce 3 ha il sapore amaro di una strumentalizzazione politica». Quest'ultime sono le parole di Vinicio De Vito, segretario provinciale del Prc-Se, che chiede di valorizzare l'operato del presidente della Regione, e spiega: «Sono molto più evidenti gli aspetti che rimandano alla battaglia elettorale alle porte che i vantaggi effettivi che le comunità trarrebbero dal provvedimento del sindaco nazional-alleato. L’ordinanza, infatti, contiene un elemento di imprevedibilità: come fare a distinguere i tir dei due bacini provinciali? Il rischio reale, che speriamo non si verifichi, è quello di bloccare tutti i rifiuti alle porte della discarica, provvedendo attivamente a creare una situazione di crisi nel territorio dell’Ato Lecce 3. E c’è ancora un altro rischio: che davanti alle proteste il gestore della discarica decida di chiudere i battenti, come fra l’altro ha paventato. Rispetto al tavolo tenutosi il 24 di dicembre sconcerta il dietrofront del sindaco Ozza, il quale è del tutto indifferente al fatto che l’accordo per realizzare il sopralzo dell’impianto sarebbe durato solo 30 giorni e che basterebbe, ad oggi, attendere pochi giorni fino al 7 di gennaio, data nella quale si terrà un altro tavolo presso la Prefettura al quale sono stati invitati anche i comitati di cittadini. I comitati, molto più lungimiranti del ceto politico che governa il loro territorio e che oggi anima le proteste, si sono dissociati dalla mobilitazione indetta dai notabili del centrodestra. Più ristretta la prospettiva di questi ultimi: il loro orizzonte temporale si ferma al giugno del 2009, data in cui sono state fissate le elezioni amministrative ed europee. Questo dramma dell’irresponsabilità istituzionale coinvolge almeno quattro personaggi: Ozza, sindaco di An di Ugento, Macculi, sindaco di Botrugno di Fi e Astore, di Poggiardo, collocati in posti chiave per la gestione dei rifiuti sul territorio salentino, paventano un giorno si e l’altro pure la crisi, esattamente come promulgato nelle assemblee politiche del Pdl. Infine, Rocco Palese, valente direttore, che proprio nei consigli comunali tenutisi a Ugento sedeva tra il pubblico, ha sapientemente condotto tutta la vicenda fino al suo momentaneo epilogo. Tutti e tre i sindaci citati sono in predicato per le candidature al consiglio provinciale e stanno cominciando a lavorare per l’obiettivo. Peccato che lo facciano sulla pelle delle popolazioni che loro stessi governano. Tutti, invece, dovrebbero farsi un esame di coscienza, dal momento che la loro parte politica ha ampie responsabilità per le difficoltà del momento, e apprezzare la sensibilità del presidente Vendola che più di una volta ha sollevato il Salento da pesanti fardelli di immondizia, e infine trasformarsi da anatroccoli in autentici dirigenti e amministratori ed agire secondo l’etica della responsabilità e non al servizio della lingua biforcuta della strumentalizzazione politica».

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