LECCE | Un arresto e dieci denunce. E poi, oltre 19mila botti metti sotto sequestro. È questo il consuntivo dell'attività dei carabinieri della Compagnia di Lecce, diretti dal capitano Luigi Imperatore, che ieri hanno organizzato una task force per prevenire quello che successe pochi giorni fa. Di un ragazzo che ha perso due dita nell'esplosione di un botto nella mano. Quel ragazzo, fra l'altro, ora rischia anche di essere denunciato a piede libero, per accensione pericolosa di cose e oggetti. E allora, anche nella notte di San Silvestro, a poche ore dal 2009, su tutta la città di Lecce sono scattati controlli a tappeto. Controlli che, come detto, hanno portato ad arrestare un uomo, Francesco Portulano, 50 anni, residente a Lecce, sottoposto a regime di sorveglianza speciale. I carabinieri, quando hanno raggiunto la sua abitazione, presso lo scantinato hanno rinvenuto oltre 52 chili di artifizi pirotecnici detenuti illegalmente. I carabinieri, quando hanno visto che era sottoposto alla misura restrittiva, hanno ritenuto opportuno arrestarlo. L'intervento si è reso possibile grazie ad alcuni cittadini che si erano rivolti ai carabinieri di quartiere riferendo informazioni poi rivelatesi precise. In questo caso, i carabinieri stavano pattugliando il quartiere Santa Rosa. Secondo loro, il fatto che i cittadini si siano rivolti a loro evidenzia come il servizio sia apprezzato. Ma nel capoluogo, i carabinieri hanno intercettato anche due altre autovetture. Erano piene di botti illegali. Una di queste stava in via Vecchia Carmiano, e un'altra lungo la via per Monteroni. I carabinieri hanno ritenuto che la vendita di quei botti pericolosi, possa essere stata compiuta abusivamente, anche perché si tratta di materiale di genere proibito, che venivano smerciati senza la necessaria autorizzazione. E così, i proprietari di una Renault Twingo, S.G., 35 anni, di Lecce, e M.C., 35 anni, di Surbo sono stati denunciati per detenzione di materiale esplodente. I fuochi d'artificio, di 30 e 180 chilogrammi sono stati sequestrati, e su disposizione del magistrato nominato di turno, sono stati affidati all'artificiere del Comando provinciale di Lecce, per la loro distruzione. E ancora a Lecce, una donna A.C., di 34 anni, del posto è stata denunciata a piede libero per lo stesso motivo, in quanto l'hanno trovata a vendere su una strada pubblica fuochi artificiali per un totale di 20 chilogrammi.
L'altro sequestro a Lecce, nei confronti di un 52enne del posto, e a Cavallino nei confronti di un 28enne di Castromediano. Anche in questo caso, i due sono stati colti mentre vendevano i botti senza autorizzazione. Sotto sequestro, dunque, altri 20 chilogrammi. In provincia, invece, a Sannicola, un ragazzo di 21 anni è stato denunciato a piede libero perché i carabinieri lo hanno trovato con 250 botti confezionati artigianalmente. A Tiggiano, poi, i militari della locale stazione hanno denunciato un 25enne trovato in possesso di circa 2 chilogrammi di botti illegali, che aveva provveduto a occultare nel portabagagli della sua autovettura. In totale, in città sono stati 17mila 500 i botti pirotecnici illegali o venduti abusivamente, per un totale di 300 chilogrammi. Da sottolineare, che questi botti sarebbero stati maneggiati, secondo i militari, da mani inesperte. I sequestri, da parte dei militari, cominciarono nel periodo precedente la festa dell'Immacolata. In quell'occasione, i militari della Compagnia di Gallipoli, diretti dal capitano Stefano Tosi, e dal tenente Alessandro Carpentieri, avevano trovato circa 50 chilogrammi di artifizi pirotecnici illegali. Con questo risultato, probabilmente si è riusciti ad arginare il fenomeno delle ferite per l'incauto maneggio di botti. Nell'episodio di Cavallino, del 29 dicembre scorso, un giovane 22enne perse due dita della mano, che gli vennero amputate a causa delle ferite riportate a seguito dell'incauto maneggio di un botto, fra l'altro legale. Ecco perché, ritengono i carabinieri, maneggiare botti legali non sia garanzia di sicurezza. Purtroppo però, anche nella notte ci sono stati altri episodi di feriti. Dei quali però vi riportiamo nell'altro articolo, e ancora in cronaca.