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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 31/12/2008 | POLITICA
POLITICA | Il primo cittadino accusato di corruzione, concussione, abuso d'ufficio e falso
Ruffano, presunte minacce al capo della polizia.
Sparascio e Russo a muso duro contro il sindaco
I consiglieri d'opposizione della lista «Insieme per Ruffano e Torrepaduli», in un manifesto affisso nel paese, chiedono al sindaco Luigi Fiorito di farsi giudicare da cittadino, pagando i propri legali di tasca propria. Parole di denuncia pure verso presunti concorsi ad hoc.
di Roberta Corvaglia


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RUFFANO (dalla nostra corrispondente) | Agli abitanti di Ruffano può accadere di leggere, in questi giorni, volantini ironici e che ricalcano toni forti contro il sindaco del paese, Luigi Nicola Fiorito, che hanno come titolo una frase sarcastica e forte: «Sindaco Fiorito: ovvero l'onestà e la trasparenza fatte a persona». Un manifesto duro a firma di Claudio Sparascio e Gaetano Russo, entrambi esponenti della lista «Insieme per Ruffano e Torrepaduli», che in consiglio comunale siedono ai banchi dell'opposizione. Dopo la doppia accusa di minaccia a pubblico ufficiale e abuso d'ufficio il sindaco di Ruffano ora è anche costretto ad affrontare gli attacchi dell'altra sponda politica. Il capogruppo di Alleanza Nazionale e consigliere provinciale Pasquale Gaetani si è già espresso sulla questione dichiarando la necessità che non solo il primo cittadino, ma anche l'intera Giunta e l'intera maggioranza si dimettano, restituendo ai cittadini il diritto-dovere di esprimere una nuova preferenza per un nuovo sindaco e un nuovo Consiglio, liberi da ogni tipo di sospetto. Per questo motivo, Gaetani sottolinea: «Le dimissioni di sindaco e maggioranza sono il prerequisito necessario per riportare un clima di serenità a Ruffano e cominciare a ragionare sul futuro che ci è davanti, che corre e non aspetta e ci lascerebbe, altrimenti, impigliati in una cattiva politica che vorremmo che nella nostra città non esistesse più». I fatti risalgono al mese scorso, quando il sindaco si presento nell'udienza preliminare dinanzi al giudice Annalisa De Benedictis. Secondo l'accusa, il sindaco, il 25 settembre 2004, avrebbe minacciato il capo della polizia municipale, che nel mese di luglio del 2005 avrebbe sporto querela nei suoi confronti, costituendosi di fatto come parte offesa. Alla base ci sarebbe un ridisegnamento della scala gerarchica, che il capo della municipale avrebbe dovuto seguire per poter ottemperare ai suoi doveri. Secondo Russo e Sparascio la politica nel nostro paese ha cessato di essere scienza del buon governo già da molto tempo ed è diventata arte della conquista del potere e del denaro.


Se le ipotesi di reato rivolte a Fiorito (corruzione, concussione, abuso d'ufficio, falso ed altro) fossero fondate, secondo loro si dovrebbe riguardare la struttura amministrativa del paese. «Come poter negare l'esistenza uno scenario fortemente negativo nel panorama politico di Ruffano?» sottolineano. Russo e Sparascio sottolineano che spetta al sindaco scegliere se presentarsi al processo (da lui scelto in forma alternativa con il rito abbreviato, a differenza di quanto richiesto dal pm Guglielmo Cataldi che preferiva il rinvio a giudizio) da semplice cittadino quindi pagando di tasca propria i legali per potersi difendere o da Sindaco, utilizzando i soldi della comunità, e si augurano che Fiorito possa dimostrare la propria estraneità ad accuse così gravi che gettano discredito sull'intera classe politica ruffanese. Più dura invece la condanna dei due per ciò che riguarda i concorsi pubblici. Sul volantino si legge: «Condanniamo invece il sindaco e la sua maggioranza per non aver amministrato il paese in modo imparziale e trasparente impedendo a tanti giovani diplomati e laureati di partecipare a pubblici concorsi e mortificandoli invece ad assistere passivamente ad assunzioni mediante concorsi riservati (unici concorrenti) di personale frutto di precedenti chiamate dirette». Scorrimenti di vecchie graduatorie, concorsi per l'assunzione di altri impiegati senza nessuna affissione di manifesti per informarne il paese. È questo quanto sottolineano in questo volantino che conclude evidenziando il disgusto dei ruffanesi per il lavoro riservato solo a pochi intimi e affermando che comunque «nessun colpevole potrà mai essere assolto dal tribunale della propria coscienza». Certo si tratta pur sempre di dichiarazioni fatte da avversari politici e probabilmente la completa purezza del «buon governo» non si potrà mai trovare in nessuno schieramento politico.

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