di Paolo Franza
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><strong>UGENTO</strong> | Sono stati rovinati, molto
probabilmente con una lama, i manifesti di morte del compianto
Giuseppe Basile, l’esponente dell’Italia dei Valori accoltellato
la notte tra il 14 e il 15 giugno scorsi davanti all’ingresso
della sua abitazione in via Nizza. Un atto violento che si è
verificato a distanza di due settimane dal terribile omicidio che ha
scosso l’intera comunità ugentina. In particolare, il taglio
parte dal centro del volto di Peppino, proprio sui manifesti dov'era
affissa una sua foto, uno dei manifesti porta apparentemente il segno
di una X, in questo caso interpretato dalla comunità ugentina
come simbolo di morte. I cittadini rimangono basiti apprendendo la
notizia, c’è chi si esprime con opinioni personali, infatti
secondo alcuni di loro si tratterebbe di persone del posto. C’è
chi, invece, commenta la notizia dicendo che a fare quest’ennesimo
gesto malfatto siano state le persone che per due anni hanno
perseguitato il consigliere con le scritte sui muri e le minacce
ricevute, come un proiettile, la testa di un cane mozzata e il
parabrezza rotto con due colpi di fucile a canne mozze.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Continua anche il lavoro del comitato
dell’Italia dei Valori costituito subito dopo la sua morte per
portare avanti i progetti di Basile e per lavorare in parallelo con i
militari. Intanto, ci sarebbero degli sviluppi sull’indagine,
secondo i tre esponenti del comitato di Di Pietro, ovvero, il leccese
<strong>Gianni D’Agata</strong>, <strong>Salvatore Di Mitri</strong> di Cavallino e <strong>Gianfranco
Coppola</strong> agente di polizia a Gallipoli e consigliere comunale della
sua città, nell’abitazione di Peppino potrebbero esserci i
guanti del killer che, molto probabilmente, avrà buttato dopo
aver pulito l’arma del delitto e la sua presunta camicia. Forse i
militari eseguiranno, nelle prossime ore, un ennesimo sopralluogo.
Secondo indiscrezioni, sulla camicia ci sarebbero tracce di Dna
dell’assassino che potranno essere rilevate da un sofisticato
attrezzo in possesso dai Ris di Parma, in grado di rilevare tracce di
sudore. Per questo motivo la Procura di Lecce avrebbe intenzione di
far lavorare i due dipartimenti dei Reparto Investigazione
Scientifica, quello di Roma con quello di Parma. I risultati dovevano
essere pronti per la fine della scorsa settimana, ma con ogni
probabilità arriveranno lunedì prossimo. I riscontri
della polizia scientifica sono molto importati per i nostri militari
che indagano sul caso, infatti, il sostituto procuratore <strong>Giovanni De
Palma</strong>, unitamente al procuratore aggiunto <strong>Ennio Cillo</strong>, hanno
programmato una scaletta con le priorità dei reperti che i Ris
dovranno analizzare, in modo da non far rimanere ad un punto fermo le
indagini. Nelle prossime 48 ore, infatti, dovranno arrivare i primi
risultati. Finora i militari, aspettando i risultati, hanno
interrogato nella prima tornata di interrogazioni oltre 150 persone
tra parenti, amici, gente del posto e dei paesi limitrofi, cittadini
dell’est, stranieri e di colore. Da premettere che il consigliere
conosceva un'infinità di persone grazie alla sua intensa
attività politica, e questo complica ulteriormente le indagini
degli inquirenti. Un altro dato importante è che nel secondo
giro di interrogazioni sono state riascoltate 10 persone, per avere
dei dettagli in più su quello che avevano raccontato nel primo
interrogatorio. Per ora, nessuna persona è stata captata dagli
agenti, non ci sono iscritti nel registro degli indagati, né
tantomeno come informate sui fatti in modo specifico.</p>