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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 20/12/2008 | INTERVENTI
SCUOLA | «In questo modo si complica l’organizzazione del lavoro
«Il governo modifica la scuola di base».
Flc-Cgil interviene sul destino della scuola primaria
La scuola primaria in Italia è stata valutata dall’International Association for the Evaluation of Educational Achievement che ne ha confermato uno stato di buona salute. Ora sono in arrivo dei cambiamenti da parte del Ministero.

LECCE | «Strano destino della scuola primaria in Italia: nello stesso giorno in cui l’ IEA (International Association for the Evaluation of Educational Achievement) conferma lo stato di buona salute della Scuola Primaria, il governo modifica gelminalmente la scuola di base». Sono le parole di Luigi Martano, responsabile dirigenti scolastici della Flc-Cgil. «Questo ennesimo riconoscimento scaturisce dall’edizione 2007 della ricerca IEA che ha coinvolto 425mila studenti di 59 Paesi sugli apprendimenti in matematica e scienze degli alunni al quarto e all’ottavo anno di scolarità (in Italia, quindi, il riferimento riguarda la quarta classe della scuola primaria e la terza classe delle secondaria di primo grado). Gli scolari della quarta elementare ottengono risultati superiori alla media Timss (che si attesta a 500 nella scala di valutazione) sia in matematica (507) che in scienze (535), disciplina quest’ultima in cui si registra un’assoluta eccellenza visto che il risultato è inferiore soltanto a quello di quattro Paesi asiatici. Ma non solo: oltre a ottenere buoni risultati nel confronto internazionale, la scuola primaria fa registrare miglioramenti sulle rilevazioni effettuate in anni precedenti. In scienze il punteggio medio nella quarta classe della primaria è aumentato di circa 20 punti rispetto all’indagine del 2003 (le rilevazioni sono effettuate ogni quattro anni): un incremento tra i più notevoli fra quelli registrati nei Paesi coinvolti. Nello stesso giorno viene pubblicato il Regolamento applicativo della legge 169/2008 che mette a soqquadro la scuola primaria stravolgendo l’attuale organizzazione modulare che faceva perno sulla specializzazione e sulle competenze professionali del team docente per affidarsi ad un maestro unico o prevalente (regna molta confusione nelle menti dei decisori politici). Secondo il Regolamento nelle prime classi si avrà dal prossimo settembre il maestro unico o prevalente che svolgerà da 22 a 24 ore. Le restanti ore di lezione fino a 27 o, in casi eccezionali se richiesti dalle famiglie, fino a 30 saranno svolte da docenti aggiuntivi. Ma questi saranno i docenti, delle altre classi, già in servizio nella scuola, in quanto saranno abolite tutte le compresenze dalle seconde alle quinte classi. Va chiarito, infatti, che nell’attuale organizzazione a moduli della scuola primaria sono previsti 3 insegnanti (che in totale svolgono 66 ore di lezione – 22 ore x 3) su 2 classi (che, in genere, fanno 60 ore di attività didattica settimanale – 30 h x 2). Le 6 ore di insegnamento, per così dire eccedenti, sono utilizzate per progetti, laboratori, recupero, lavoro per gruppi e/o per le sostituzioni per breve periodo di docenti assenti. Dal prossimo anno, tutto ciò non sarà più possibile. Tali ore verranno utilizzate per garantire le 27 o le 30 o le 40 ore del tempo pieno nelle prime classi. Tale operazione non sarà priva di conseguenze sull’organizzazione del lavoro e quindi sulla didattica. Per prima cosa rischia di saltare la continuità didattica: con spostamenti di docenti ad esempio da una terza ad una prima e così via. Poi si complica l’organizzazione del lavoro: un docente potrebbe essere chiamato a svolgere 12 ore in una classe, 6 in un'altra e 4 o 6 in un’altra ancora. In alcune classi si continuerebbe ad avere la programmazione settimanale in altre no. Niente più attività di recupero o per gruppi classi e di laboratorio o, perlomeno, sarà complicato realizzarle. Per le famiglie: non sarà garantita la copertura delle 30 ore anche se esplicitamente richieste se non c’è personale a sufficienza. Nella scuola primaria, infatti, graverà il peso del maggior taglio di posti perché su questo punto il Ministro Tremonti è irremovibile: i risparmi previsti dalla Legge Finanziaria vanno realizzati ad ogni costo (quasi 8 miliardi in tre anni). Per cui se si rinvia la riforma della secondaria, pagherà la scuola primaria. Ma le conseguenze - continua Martano - saranno pesanti anche per il personale già a tempo indeterminato: oltre la grande confusione organizzativa che per i prossimi anni deriverebbe dall’applicazione del Regolamento, si affaccia, forse per la prima volta dopo tanti anni, nella scuola elementare il rischio dell’esubero di personale, cioè di personale a tempo indeterminato senza posto. Per tali situazioni il Ministero ha comunicato ai Sindacati scuola, in sede di contrattazione sulla mobilità, che intende trasferire d’ufficio il personale in esubero o su posti di altro tipo di scuola in base ai titoli posseduti o presso altra amministrazione».

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