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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 27/06/2008 | CRONACA
Il marchio della Scu per incutere timore al sindaco. In tre sono stati arrestati

Hanno usato il marchio della Sacra Corona Unita per intimidire sindaco, vicesindaco e assessore. Antonio Pizzolante, 43 anni, Donatello Raona, 22 anni, e Angelo Greco di 56 anni sono stati arrestati. I dettagli in cronaca.

di Valentina Maniglia


<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><strong>GAGLIANO DEL CAPO</strong> | Dovranno rispondere di violenza e minaccia aggravata a pubblico ufficiale, danneggiamento e vilipendio di tombe, tentata estorsione e detenzione illegale di polvere da sparo. Antonio Pizzolante, 43 anni, Donatello Raona, 22 anni e Angelo Greco, 56 anni sono stati arrestati questa mattina dai carabinieri della compagnia di Tricase in collaborazione con quelli della stazione di Gagliano del Capo.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">I tre, tutti di Gagliano del Capo, avrebbero infatti minacciato ripetutamente e in vari modi il sindaco del loro paese Antonio Buccarello, il vice sindaco Antonio Ercolani e l&rsquo;assessore comunale Achille Romano, arrivando anche a compiere gravi atti intimidatori e prospettando le minacce come provenienti dalla Sacra Corona Unita, per incutere maggior timore. L&rsquo;astio dei tre arrestati, soprattutto di Pizzolante, sarebbe da attribuirsi alle autorizzazioni e sanatorie per esercizi commerciali che l&rsquo;uomo avrebbe richiesto, ma che l&rsquo;amministrazione comunale non gli avrebbe concesso. In particolare, le minacce sarebbero iniziate quando i Nas, a seguito di controlli, decisero di chiudere un ristorante in localit&agrave; &laquo;Il Ciolo&raquo; della sorella di Pizzolante, ma gestito da lui stesso e poi un chiosco in legno, in localit&agrave; &laquo;Foresta Conte&raquo;, vicino Santa Maria di Leuca, sempre di sua propriet&agrave;. Convinto cos&igrave; che l&rsquo;amministrazione comunale avesse &laquo;rovinato&raquo; la sua famiglia, il 43enne avrebbe convinto gli altri due, dietro promessa di compenso, ad aiutarlo a costringere le autorit&agrave; utilizzando mezzi molto poco legittimi.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><strong>LE INDAGINI</strong> | Le indagini hanno inizio nel febbraio di quest&rsquo;anno in seguito alla denuncia dell&rsquo;assessore comunale Achille Romano che vede comparire sui muri della sua casa in costruzione minacciose scritte di morte, seguite dalla sigla &laquo;C21&raquo;, il cui significato si spiegher&agrave; solo pi&ugrave; avanti. Due giorni pi&ugrave; tardi, il 14 febbraio, sindaco e vicesindaco di Gagliano del Capo ricevono due lettere inquietanti: al loro interno minacce e pallini di piombo. Il 18 &egrave; la volta degli sms: da una cabina telefonica vengono inviati due sms intimidatori all&rsquo;indirizzo del vicesindaco Ercolani, che preannunciano anche una &laquo;sorpresa&raquo; al suo ritorno a casa. Si arriva al primo marzo e, nell&rsquo;arco di due giorni i segni di &laquo;avvertimento&raquo; si fanno sempre pi&ugrave; inquietanti: una lettera contenente polvere da sparo e un disegno &egrave; recapitata all&rsquo;assessore Romano. Sul foglio sono raffigurate quattro persone, stilizzate, e una di loro &egrave; cerchiata in rosso. Stessa lettera per il vicesindaco e il sindaco, che si vedono raffigurati rispettivamente a piedi e in scooter. Conoscendo le abitudini delle loro vittime, infatti, i malfattori avrebbero cerchiato il passeggero dello scooter, presumibilmente la figlia del vicesindaco e, sull&rsquo;altro foglio, l&rsquo;uomo che cammina a piedi, abitudine questa che contraddistinguerebbe il sindaco Buccarello.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Gli inquirenti iniziano a muoversi e partono dalla grafia che appare nelle lettere: secondo loro si tratterebbe di una vecchia conoscenza. Riescono cos&igrave; ad ottenere un mandato di perquisizione per la casa di Pizzolante, che si riveler&agrave; fondamentale per il prosieguo delle indagini. Vengono trovate 24 buste da lettera dello stesso tipo di quelle utilizzate per le minacce, 6 francobolli per posta prioritaria sempre dello stesso tipo, un quaderno dal quale erano stati strappati dei fogli, che corrispondono a quelli su cui erano stati fatti i disegni, un articolo de La Gazzetta del Mezzogiorno che riferiva delle minacce al sindaco e 64 copie di esposti anonimi risalenti agli anni 2006 e 2007, inviati alle autorit&agrave; per diverse ragioni. Ma, invece di sentirsi con l&rsquo;acqua alla gola, Pizzolante avrebbe compiuto un ennesimo atto intimidatorio e &laquo;ordinato&raquo; ad uno dei suoi soci di andare ad imbrattare le lapidi dei familiari del sindaco Buccarello con frasi ingiuriose. Il fautore lascia due firme: &laquo;C21&raquo; e SCU, assieme al disegno dei cinque punti, marchio della famosa organizzazione criminale. Il sopralluogo al cimitero permette agli inquirenti di rilevare delle impronte di scarpe da ginnastica, indispensabili per rintracciare Donatello Raona, gi&agrave; noto alle forze dell&rsquo;ordine per reati di vario tipo. A seguito di perquisizione nella sua casa, vengono infatti sequestrate un paio di scarpe compatibili con le impronte lasciate di notte al cimitero, ma viene anche trovato un diario, cio&egrave; l&rsquo;&laquo;agenda degli appunti di Raona Donatello C21&raquo; e 39 lettere indirizzate ad una ragazza nelle quali l&rsquo;uomo si firma sempre &laquo;C21&raquo;; spiegher&agrave; poi il significato della sigla: corona 21, una corona con tutti i suoi (21) reati. Il cerchio degli inquirenti si stringe ancora di pi&ugrave; sui due sospetti finch&egrave; non arrivano le prime ammissioni.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Raona si sarebbe presentato la sera stessa del 19 marzo presso la stazione dei carabinieri e, la mattina dopo, sentito dal pubblico ministero. Avrebbe qui confessato di aver inviato le lettere intimidatorie, di aver imbrattato i muri dell&rsquo;assessore Romano e le tombe al cimitero, insieme ad Angelo Greco, il tutto per conto di Pizzolante e in cambio di compensi in denaro, per altro spesso irrisori, elargiti solo in seguito alla comparsa della notizia dell&rsquo;avvenuto reato sul giornale. Spunta dunque il terzo nome della &laquo;banda&raquo;. Anche Greco, probabilmente in seguito ad un incontro con Raona, che gli avrebbe raccontato il punto delle indagini, avrebbe a breve deciso di presentarsi dai carabinieri e di collaborare. Avrebbe cos&igrave; aggiunto particolari che aggraverebbero la situazione di Pizzolante, riferendo della volont&agrave; di quest&rsquo;ultimo di incendiare la residenza estiva del sindaco, atto che comunque non sarebbe avvenuto perch&eacute; considerato troppo pericoloso. Greco avrebbe raccontato anche di un altro incendio, questa volta portato a termine, della casa di Luigi Pizzolante, un parente di Antonio al quale questo voleva &laquo;dare una lezione&raquo;. Nell&rsquo;occasione Raona e Greco si sarebbero anche macchiati dei reati di incendio doloso, violazione di domicilio e furto aggravato, in concorso fra di loro.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Nei giorni successivi, invece, Raona sarebbe tornato al commissariato e avrebbe ritrattato le sue ammissioni. Contro di lui e i suoi soci, per&ograve;, ci sarebbero le dichiarazioni di alcuni testimoni sentiti dai carabinieri, ai quali proprio loro avrebbero raccontato le proprie malefatte.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Fondamentale per giungere agli arresti di questa mattina &egrave; stata anche la perizia sulla grafia, che confermerebbe la compatibilit&agrave; della scrittura, presa da alcune lettere, di Pizzolante con quella delle missive intimidatorie. Lo stesso Pizzolante si sarebbe rifiutato di sottoporsi ad un saggio grafico per il confronto, facendo cos&igrave; aumentare i sospetti su di lui.</p> <p style="margin-bottom: 0cm;">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Presenti questa mattina, in conferenza stampa, il capitano <strong>Nicola Candido</strong> che ha spiegato i dettagli di questa lunga operazione, assicurando anche che la Scu &egrave; estranea ai fatti, e il procuratore Ennio Cillo che ha espresso soddisfazione per le indagini condotte tramite il riscontro dei numerosi indizi. Ha infine concluso evidenziando quanto questo intervento doni serenit&agrave; ad una comunit&agrave;, quella di Gagliano del Capo che, negli ultimi mesi si era, comprensibilmente, molto allarmata.</p>
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