MELPIGNANO | Il 18 gennaio 2008, in occasione della Festa del Campanaccio, il comune di San Mauro Forte, provincia di Matera, ha stretto un gemellaggio con il Comune di Melpignano. Questo gemellaggio ha dato vita nell'occasione ad uno scambio culturale il cui momento più alto è stato il concerto di pizzica tenuto dal gruppo «Ensemble Notte della Taranta» di Mauro Pagani. Il gemellaggio tra i due comuni continua nel tempo e così, il 13 dicembre 2008, una delegazione di cittadini sammauresi sarà ospite nel piccolo centro nel cuore del Salento. Per l'occasione una squadra di suonatori di campanacci sfilerà per le vie di Melpignano, passando per i punti principali del paese, come la Chiesa di San Giorgio o il piazzale del Convento degli Agostiniani, portando così nel cuore della tradizione salentina i suoni tipici della tradizione sammaurese. Sabato alle 11 ci sarà l’arrivo a Melpignano. I ragazzi della scuola di Melpignano accolgono gli ospiti di San Mauro presso il locale Istituto Comprensivo. Successivamente ci sarà il saluto del dirigente scolastico e dei sindaci delle comunità gemellate. Scambio di doni e piccolo rinfresco. Brevi esibizioni di scampanatori e tamburellisti. Alle 16,30 sono previste le sfilata degli scampanatori per le vie del centro storico. Alle 18 si svolgerà il Consiglio Comunale straordinario e la presentazione del Campanaccio 2009 presso l’ex Convento degli Agostiniani. Il «Campanaccio» è un rumore cupo, fragoroso, assordante pervade le strade ed i vicoli, si arrampica fino alla bella torre normanna. dilaga tra i secolari maestosi ulivi della vicina campagna, per andare poi a morire lontano. È la sagra del campanaccio, che, ogni anno, il 16 gennaio sconvolge la quieta sonnolenta esistenza di San Mauro Forte. Il rito antichissimo, è legato alla festa di San Antonio Abate, ma introduce anche alle ingenui follie del Carnevale. Gruppi numerosi di uomini di ogni età, dunque, girano rumorosamente per le strade del paese, provvisti di enormi campanacci. che essi suonano, tenendoli abilmente tra le gambe. I campanacci sono di sesso maschile e femminile: I «maschi» sono più lunghi ed hanno il batacchio che fuoriesce dalla bocca di qualche centimetro, mentre le «femmine» sono piuttosto larghe. Sono evidenti l'allusione sessuale e li valore simbolico. Ai Campanacci, infatti, é attribuita una funzione apotropaica e propiziatoria: ad essi tocca il decisivo compito di stornare ogni forma di malanno, come ad esempio la grandine e di assecondare la fecondità dei campi e l'abbondanza delle messi. Non occasionate è la stessa presenza di una spiga di grano sui mantelli o sugli improvvisati cappelli di paglia, spesso ricavati da qualche vecchia damigiana, che costituiscono parte notevole dello stravagante abbigliamento degli uomini dei campanacci.
Altro elemento essenziale e significativo della sagra è il maiale e non è un caso che il 15 gennaio, festa del patrono «San Mauro Abate», abbia inizio la tradizionale cerimonia dell'uccisione del porco, che termina proprio la sera del 17. Nelle credenze religiose popolari il maiale simboleggia il male e nella iconografia di «Sant'Antonio» proprio il maiale «incarna» le molte seducenti tentazioni del diavolo.