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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 12/12/2008 | CRONACA
GIUDIZIARIA | Bisconti potrebbe ritornare ad occupare il suo ruolo
Ammanco ai danni della Provincia.
Libertà dopo tre mesi per Bisconti
Il fatto fu scoperto il 12 settembre scorso con una lettera giunta al presidente della Provincia di Lecce, Giovanni Pellegrino. Dal 19 settembre, dopo un periodo di cella, si trovava agli arresti domiciliari. Il gip Andrea Lisi ha dichiarato in mattinata la sua libertà.
di Paolo Franza


LECCE | È tornato in libertà Benvenuto Bisconti, 45enne di Monteroni, agli arresti domiciliari dal 19 settembre. Il 12 dello stesso mese venne arrestato dopo una serie di accertamenti che lo rendevano il responsabile di una truffa aggravata e falso. Il gip Andrea Lisi ha dichiarato la sua libertà con un provvedimento. Secondo il giudice del Tribunale di Lecce, non era necessaria la custodia cautelare. Bisconti, difeso dal legale Luigi Corvaglia, potrebbe rientrare a lavorare all’interno degli Uffici della Provincia, occupando anche il ruolo che gli era stato tolro. Gli inquirenti lo avevano accusato del maxi ammanco ai danni della Provincia dopo che il presidente della Provincia di Lecce, Giovanni Pellegrino, carte alla mano, aveva raggiunti gli uffici della Procura della Repubblica di Lecce, per un colloquio con il procuratore capo Cataldo Motta. Un ammanco con cifre da capogiro, a cinque zeri, per un valore che supererebbe presumibilmente i 200mila euro. Dopo una serie di accertamenti, Bisconti era ritenuto il responsabile del settore servizi finanziari di Palazzo dei Celestini, sulla base di un sistema di particolare di rotazione, era anche vicesegretario temporaneo dell'ente di Palazzo dei Celestini. Da diversi anni l’uomo si occupa della dirigenza dell'Ufficio Servizi Finanziari della Provincia di Lecce. Da sempre, Bisconti era considerato un figura di prestigio di cui si poteva avvalere la Provincia, per via del suo carattere preciso e dedito al suo lavoro. Secondo le indagini Bisconti avrebbe prelevato una cifra ragguardevole di denaro dalle casse provinciali per una somma che si aggirerebbe intorno ai 200mila euro, forse di più. Gli accertamenti furono eseguiti dapprima dal segretario generale, e poi dal direttore generale, che hanno evidenziato la veridicità degli addebiti. Appena fatti i primi accertamenti da parte del segretario generale e direttore generale, e dopo aver ricevuto una lettera nella quale il dottor Bisconti ammetteva le proprie responsabilità, il presidente ha provveduto subito alla sospensione cautelativa. L'ammanco alla Provincia era sorto pochi giorni prima del 12 settembre, ed era stato stimato per circa 250mila euro, sottratti a fette di diverse migliaia di euro, in un periodo che va dal 2003 al 2008. La notizia è giunta all'orecchio del presidente della Provincia, Giovanni Pellegrino, con una lettera redatta in forma anonima, e che sarebbe stata intestata anche alla Procura, ma che in realtà poi si è accertato non essere stata mai ricevuta. I 250mila euro sarebbero stati prelevati con dei mandati di pagamento firmati per dei lavori e servizi in realtà inesistenti. I primi rilievi effettuati nel 2003 erano mazzette di piccole cifre, mentre i prelievi che dal 2007 sono stati compiuti fino al mese di luglio erano cospicui. Il presidente della Provincia ha sin da subito agito con trasparenza, organizzando dopo poche ore una conferenza stampa. Bisconti ammesse le sue responsabilità con una lettera, giustificando personale il motivo dei prelievi.

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