LECCE | I consumatori avrebbero potuto fare shopping e comprare merce a saldo addirittura un bel po' di giorni prima del solito appuntamento vicino ai negozi, fissato per i primi di gennaio. Si era pensato, infatti, di far anticipare i saldi nel periodo natalizio e precisamente al 13 dicembre, pur di accattivare l’attenzione dei consumatori e far riempire, ai commercianti, gli scaffali dei negozi, sempre più vuoti. Con la crisi economica in cui versa il nostro paese, si è ricorsi a queste soluzioni che di certo non sarebbero bastate per rilanciare i consumi. L’anticipo dei saldi di fine stagione, richiesto all’unanimità dal Consiglio Regionale nella seduta del 9 dicembre scorso, ha scatenato l’ira dei commercianti in quanto queste misure avrebbero svilito il vero valore del commercio. « Si aspettano le festività natalizie per cercare di far quadrare i conti - sottolinea Maria Luisa Morroi, commerciante del negozio Smart in Piazza Mazzini - È un momento di crisi per tutti. Da qui a mettere in saldo merce che stiamo ancora ricevendo, è davvero un’assurdità. Si tratta anche di non avere rispetto di coloro che hanno comprato la merce a prezzo pieno, pochi giorni prima del 13 dicembre, data non nota a tutti come inizio dei saldi. Io, per cercare di attirare l’attenzione dei consumatori, attuo uno sconto del 10 per cento su tutta la merce in tutto il mese di dicembre. Un po' di pazienza e a gennaio ci si accontenterà, come è giusto che sia».
Il vicepresidente, nonché assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia, Sandro Frisullo, in seno ad una dichiarazione rilasciata per l’occasione, dal canto suo, sottolinea: «A seguito della riunione di concertazione, tenutasi oggi presso l’assessorato, cui hanno partecipato tutte le associazioni di categoria dei commercianti, il rappresentante della consulta regionale dei consumatori ed utenti, le associazioni sindacali dei lavoratori e il rappresentante dell’Unione province italiane, restano confermate le disposizioni che prevedono l’inizio del periodo dei saldi di fine stagione con le seguenti date: 3 gennaio 2009 inizio dei saldi invernali e 4 luglio 2009 inizio dei saldi estivi». La Confcommercio, presente questa mattina all’incontro con Sandro Frisullo, ribatte: «Riteniamo che la decisione di lasciare inalterata la data del 3 gennaio per l’inizio dei saldi dimostra la volontà del governo regionale di venire incontro e sostenere un settore, quello del commercio, che per primo risente dei danni che la crisi economica in atto sta causando. L’anticipo così come prospettato, sarebbe stato difficilmente gestibile dalle imprese del settore a danno anche degli stessi consumatori. I commercianti pugliesi sanno bene che il periodo non è dei più felici sotto l’aspetto economico e da tempo stanno venendo incontro alle esigenze mutate delle famiglie, alle prese con bilanci sempre più ridotti e con una crisi generalizzata. Questo non vuol dire - prosegue la Confcommercio - che come organizzazione non siamo disponibili a confrontarci per rivedere la disciplina delle vendite straordinarie. Si potrebbe, per esempio, intervenire, più che sulle vendite di fine stagione, i saldi appunto, in senso meno vincolistico, sulle vendite promozionali che potrebbero agire nel corso dell’intero anno».
Contrario all’anticipo della data per i saldi di fine stagione, anche Dario Stefàno, presidente della Commissione Sviluppo Economico: «Sarebbe un errore - commenta - l’iniziativa di anticipare i saldi. Creerebbe squilibri ai commercianti e non aiuterebbe certo a risolvere la crisi. In un periodo di crisi profonda come quello attuale, di recessione, in cui si profilano addirittura processi deflattivi, la cosa meno opportuna, a detta di chiunque mastichi un minimo di economia, è proprio quella di incentivare i consumi. Opinione diffusa e unanime, infatti, è che il problema attuale non è confinabile solo al cosiddetto “credit crunch”, ovvero alla contrazione del credito per investimento, ma investe uno scenario un po’ più largo. Così come ho criticato, e non per spirito di contrapposizione, l’approccio del governo nazionale che sembra spingere verso un sostegno al consumo, allo stesso modo non condivido l’iniziativa di anticipare i saldi. L’italiano medio, sappiamo bene, ha speso ben oltre le sue possibilità ed oltre il necessario, questo uno dei problemi. Paradossalmente tale misura non farebbe che spingere ancora oltre sul fronte dei consumi. L’effetto certo è quello di creare un ulteriore squilibrio alla categoria dei commercianti, che hanno già detto a chiare lettere di non condividere tale iniziativa. Bene fa - conclude Stefàno - il governo regionale a cercare l’unanimità di consenso delle categorie, ma ci vorrebbe uno sforzo per prospettare uno scenario di medio periodo, piuttosto che guardare all’immediato. Da questo punto di vista, il governo nazionale, così come auspicato dagli esperti, piuttosto che pensare alla “social card” dovrebbe mostrarsi capace di mettere in campo misure di aiuto alle imprese, perché proprio in questo momento vengano supportate nel percorso di innovazione di processi e di prodotti, necessario a recuperare competitività, e soprattutto di sostegno ai salari, che è cosa ben diversa dal sostenere i consumi».
Il presidente della Confesercenti, Salvatore Santese, ha espressamente dichiarato di aver osteggiato l’iniziativa presa dal Consiglio Regionale perchè non ha alcun significato e non gioverebbe alle tasche dei commercianti. Sono veramente soddisfatto che la legge sia rimasta invariata. La politica, a parere di Salvatore Santese, dovrebbe essere di supporto alle attività commerciali. Da una dichiarazione rilasciataci da Carmine Moschettini, collaboratore della ditta Candido, si evince chiaramente il netto rifiuto alla modifica della legge. Dichiara di essere pienamente soddisfatto per la «lotta» dei commercianti, in seno al provvedimento. Non sarà un Natale facile, quindi, per chi sperava di acquistare qualcosa in più grazie all’anticipo dei saldi di fine stagione. Il braccio di ferro tra le associazioni dei consumatori e quelle dei commercianti ha visto vincitori i negozianti che si sono opposti di comune accordo all’anticipo dei saldi al 13 dicembre. Il vicepresidente della Regione Sandro Frisullo aveva però chiarito che per esserci la modifica della legge riguardo le date di inizio saldi, occorreva la concertazione tra le parti con un grado di consenso pari all’80-90 per cento. Grado di consenso assai lontano da questa percentuale perché le associazioni dei commercianti hanno espresso all’unanimità il loro dissenso, facendo svanire ogni tentativo di conciliazione. Tutto quindi rimane inalterato. I saldi partiranno il 3 gennaio, per terminare il 28 febbraio, come previsto un anno fa dal Consiglio Regionale. I consumatori dovranno trascorrere un Natale magro e chissà se non si trascorreranno allo stesso modo anche i mesi successivi, data la crisi economica che si imbatte sul nostro Paese.