LECCE | Forte crisi nel Salento, Antonio Maniglio, presidente del gruppo consiliare del Pd, interviene dopo l’incontro con il governo in prefettura, trattando temi economici del tacco dell’Italia. «La mappa dei punti di crisi occupazionale nel Salento è impressionante. E davvero ogni istituzione dovrebbe utilizzare tutte le risorse effettivamente autonome per creare politiche di sviluppo o di sostegno e solidarietà. Ma il rischio del teatrino degli impegni a futura memoria è sempre incombente: quali iniziative, per esempio, si stanno assumendo verso le centinaia di lavoratori salentini (340 nella sola Filanto) che a fine mese non avranno più il paracadute della cassa integrazione? E se già l’assegno dell’Inps era insufficiente, come centinaia di famiglie faranno fronte dal 1° gennaio? E gli altri 3500 lavoratori, sempre del Tac, che aspettano la proroga della mobilità? Ecco perché, alla luce delle situazioni vere che si incrociano nei nostri comuni, non penso che la riunione dei giorni scorsi tenutasi in Prefettura a Lecce possa ritenersi positiva. È stato un incontro utile, perché ha costretto l’intero mondo politico a toccare con mano la dimensione di una crisi assai grave, ma risposte da dare ai lavoratori non se ne sono avute. E di questo invece c’è di bisogno: risposte chiare in tempi certi. Lo stesso ritardo nell’attuazione dell’accordo di programma sul Tac salentino sottoscritto ad aprile scorso, invece, non lascia presagire nulla di buono. La Cig scade, la gente va a casa e a Roma non si è ancora adempiuto a un passaggio burocratico! Non è serio. Il tempo che scorre non risolve magicamente i problemi. Anzi, in queste settimane è partita la cassa integrazione alla Fiat-Cnh e nell’indotto (e sono almeno altri mille lavoratori); c’è una richiesta in aumento nel commercio e nella telefonia, per non parlare dell’olivicloltura e delle campagne. La Regione Puglia, con i fondi a disposizione, ha già approvato bandi e regolamenti in grado di sostenere le imprese, gli artigiani e i commercianti, per un totale di 355 milioni di euro. E il tutto partirà a gennaio. Ma è chiaro che, di fronte a una crisi globale, gran parte dell’impegno ricade sul governo nazionale. E la prima cosa da fare è aumentare le risorse per gli ammortizzatori sociali. I lavoratori della Filanto e del Tac, in Cig o in mobilità, potranno avere una risposta parziale solo se sarà incrementato il fondo nazionale. Certo, adesso emerge la miopia di scelte scellerate come quella di togliere l’Ici per i titolari di reddito oltre i 50 milioni di euro. Che bisogno c’era di dissipare oltre due miliardi di euro per un intervento ingiusto sul piano sociale e inutile su quello economico e non destinarli , invece, verso le categorie più deboli che per prime stanno subendo i colpi della crisi? Ecco perchè, pur nel rispetto dell’autonomia dei partiti e del confronto interno al sindacato unitario, è importante che la Cgil porti in piazza persone vere, lavoratori in difficoltà, cittadini che democraticamente manifestano per il lavoro e lo sviluppo. E che dal Salento venga una spinta alla partecipazione è sicuramente positivo ed importante per la crescita civile del nostro territorio».