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LECCE | Riceviamo e pubblichiamo l'opinione di Rudy Spagnolo, commerciante leccese, in merito a quanto sequestrato nei giorni scorsi dalla Guardia di finanza di Lecce. Il riferimento è alle griffes contraffatte, che alcuni brillanti giornalisti, hanno voluto far credere fossero destinati a tutti i negozi del centro cittadino: «Sono indignato, l’informazione seria ci aiuti a fare chiarezza e a non danneggiare un settore portante dell’economia leccese. Da commerciante della Galleria Mazzini, non nascondo la mia amarezza riguardo all’incauto accostamento tra il nuovo sequestro di capi d’abbigliamento contraffatti operato dalla Guardia di Finanza di Lecce e la presunta destinazione verso i negozi del centro cittadino. La Guardia di Finanza sta facendo un gran lavoro con il giro di vite sul traffico di griffes false, veri “capi-canaglia”, traffico che colpisce in primo luogo i commercianti seri e onesti. Lo stesso lavoro di buona e seria informazione chiediamo ai mezzi di comunicazione: accomunare un’intera categoria (e in particolare gli esercenti del centro) ai trafficanti del falso, significa aggiungere al danno la beffa. Il danno deriva dal commercio di prodotti contraffatti, che danneggia economicamente chi, come noi, espone sui suoi scaffali merce autentica. La beffa sta nel sospetto che si insinua nella clientela, quando legge di capi di alta moda contraffatti esposti nei negozi del centro cittadino. Allora è il caso di fare chiarezza su questi capi, distinguendo il vero dal falso. Non è vero che i prodotti contraffatti siano identici agli originali: un occhio un po' attento distingue i primi dai secondi a prima vista. Non è vero che i negozi del centro, che sono seri e rimangono seri, vendano sui propri scaffali “capi-canaglia”. Rivolgo un appello a tutti gli organi di informazione che operano responsabilmente sul territorio. Se le forze dell’ordine ritengono di non diffondere i nomi degli esercizi commerciali coinvolti, novità che sarebbe invece auspicabile nell’interesse della trasparenza e della garanzia dei consumatori, è opportuno che la vera informazione chiarisca che i negozi storici del centro, quelli che da sempre operano con serietà e radicamento, non ospitano capi falsi. Meglio si farebbe a cercare in quei negozi in svendita permanente, o che espongono cartelli di sconto su capi griffati, benché non ne detengano l’esclusiva. Così i mass-media assolverebbero appieno al loro compito di sana e corretta informazione e eviterebbero responsabilmente danni ad un settore economico che, nonostante la profonda crisi, continua a garantire non soltanto l’illuminazione del capoluogo, ma anche sviluppo, occupazione e stipendi in chiaro per i propri dipendenti».