Data pubblicazione: 31/10/2008 | INTERVENTI
Poli: «Mettere insieme autonomia e finanziamenti è un’ambiguità da cancellare»
Il senatore del Popolo della Libertà, Adriana Poli Bortone, interviene in merito alle proteste degli universitari. «Gli atenei facciano proposte e indichino le spese da razionalizzare» L’invito è quello di responsabilizzare le Università.
<p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><strong>LECCE</strong> | Dopo l’approvazione del decreto «Gelmini», nelle università e nelle scuola gli studenti hanno dato vita a delle manifestazioni di protesta. Non è una novità per gli studenti dei vari istituti ma, secondo i politici, le Università dovrebbero responsabilizzarsi. «Dopo la scuola elementare è la volta dell’Università con scioperi preventivi per protestare contro una riforma ancora tutta da scrivere». <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Il senatore del Popolo della Libertà<strong> Adriana Poli Bortone</strong> interviene nel dibattito in corso sulle prospettive di riforma della Pubblica Istruzione italiana e sulla protesta in atto. «Fossi la Gelmini - spiega - darei tre mesi ai singoli Atenei per indicare essi stessi nella loro autonomia le spese da razionalizzare e formulare ipotesi, ricordando che anche le Università italiane fanno parte dell’Europa e debbono contribuire alla riduzione del debito pubblico nazionale. Assumersi la responsabilità di indicare dove e come tagliare e rimodulare la spesa appartiene proprio a quella autonomia che giustamente l’Università non vuole sia lesa». La destra, quindi, accusa l’opposizione di strumentalizzazione, dall’altra parte, la sinistra, dichiara di voler continuare la sua battaglia contro l’approvazione del decreto. «Ma fino ad ora – continua Poli non certo per l’effetto Gelmini, l’Università ha continuato a vivere di incrostazioni del passato e disuguaglianze, di percorsi di carriera non sempre coincidenti con il merito, di emarginazione e sfruttamento dei giovani ricercatori. Oggi - conclude Adriana Poli Bortone - continuare a mettere insieme autonomia universitaria e finanziamenti derivati esclusivamente dal Governo centrale, è un nonsenso. Anzi, peggio, una ambiguità che deve essere definitivamente cancellata». La Poli ci tiene a sottolineare le responsabilità che ogni Università dovrebbe assumersi, ricordando che il caso non è italiano, ma bisogna fare i conti con il resto dell’Europa.</p>