Data pubblicazione: 30/10/2008 | INTERVENTI
Buccoliero: «Accanto agli agenti perché diffondere realmente la speranza»
Il consigliere della Regione Puglia e vicepresidente della VII Commissione, Affari Istituzionali, Antonio Buccoliero, interviene in occasione della celebrazione della festa del corpo di polizia penitenziaria che si terrà domani a Lecce.
<p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><strong>LECCE</strong> | «Gli agenti di polizia penitenziaria sono chiamati a svolgere un compito delicato, che spesso non viene adeguatamente riconosciuto e sostenuto dalle istituzioni». <span style="text-transform: uppercase;">è</span> quanto dichiara il consigliere della Regione Puglia e vicepresidente della VII Commissione, Affari Istituzionali, <strong>Antonio Buccoliero</strong>, intervenendo in occasione della celebrazione della festa del corpo di polizia penitenziaria, che si terrà il 31 ottobre presso la casa circondariale «Borgo San Nicola» di Lecce. «Gli uomini e le donne del corpo di polizia penitenziaria – prosegue Buccoliero – sono costretti a lavorare, molto spesso, in condizioni di oggettiva difficoltà, in strutture penitenziarie super affollate e in condizioni di evidente stress fisico e psicologico. Tutto questo non solo non consente agli agenti di svolgere nel migliore dei modi il proprio dovere, ma li espone, come dimostrano le ultime vicende di cronaca, al rischio costante di aggressioni e violenze da parte dei detenuti più riottosi. Inoltre, queste difficili condizioni all’interno degli istituti penitenziari cozzano vistosamente contro il presupposto di fare del carcere un possibile luogo di espiazione e di recupero di quanti hanno commesso dei reati contro la società. <span style="text-transform: uppercase;">è</span> necessario – continua Buccoliero - che ci sia una reale presa di coscienza su come le nostri prigioni offrano condizioni di vita assolutamente precarie per il personale penitenziario e per i detenuti. Del resto, le strutture carcerarie saranno sempre poche rispetto al numero di detenuti, se non verranno promosse politiche di equità fiscale, di protezione sociale e del lavoro e se, al contempo, non verrà realizzata una riorganizzazione dell’intero sistema carcerario. L’auspicio – conclude Buccoliero – è che il 191° della fondazione della polizia penitenziaria rappresenti l’occasione per riflettere seriamente sulla necessità di riformare il sistema carcerario italiano, così da fare il modo che il carcere non venga visto come un luogo di non ritorno e gli agenti penitenziari possano concretizzare il motto a cui s’ispirano: quello di diffondere la speranza».</p>