Data pubblicazione: 22/10/2008 | POLITICA
«Duro colpo alla scuola dal Governo». E occupano «Quinto Ennio» e «Nautico»
Continua la protesta degli studenti leccesi, che a Gallipoli e Casarano hanno occupato gli istituti superiori. Della riforma Gelmini se ne discute anche alla Regione. Pina Marmo, del Pd sottolinea che «ci sarà una perdita di 5mila posti di lavoro».
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>GALLIPOLI</strong> | Cresce
la tensioni per i provedimenti legislativi varati dal ministro
Mariastella Gelmini nel mondo della scuola. A Gallipoli a partire da
lunedì scorso, gli studenti del liceo classico «Quinto
Ennio», del liceo scientifico, del pedagogico e del Nautico
hanno occupato le strutture in segno di protesta. La drastica
decisione di occupare l'edificio, chiudendosi con lucchetti e catene
all'interno, striscioni fuori è giunta già lunedì
mattina, quando gli studenti liceali hanno deciso di bloccare le
lezioni e di prendere possesso del maestoso edificio. Protesta che, a
seguito di passaparola, è giunta anche all'istituto
socio-psico-pedagogico, cioè l'ex magistrale, fino all'Isit e
all'istituto industriale di Casarano, che invece sono stati occupati
nella giornata di martedì. La protesta, da parte degli
studenti del Quinto Ennio, potrebbe durare fino a venerdì,
anche se un gruppo portavoce di loro si è detto proponso ad
allungare la sosta fino al 29 per poi concludere il 30 con uno
sciopero generale che dovrebbe coinvolgere e far convergere a
Gallipoli anche gli studenti di Casarano.</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Le proteste verso la
riforma della scuola, comunque, animano il dibattito politico. Nel
Partito democratico, <strong>Pina Marmo</strong>, che siede nei banchi del
Comune di Andria, ricorda che il Consiglio comunale andriese, nella
seduta del 20 ottobre, ha approvato un ordine del giorno sul diritto
allo studio. Il partito ha espresso così il proprio dissenso,
sottolineando che «nel merito e nel metodo dei provvedimenti
adottati ed in via di definizione per la insostenibile, inquietante
e drammatica prospettiva che si abbatterà sulla scuola
andriese e, soprattutto, pugliese già caratterizzata da un
tempo scuola ridotto, da aule sovraffollate con trenta e più
scolari e con un primato nazionale sul rapporto alunni/classe, da
edifici fatiscenti non sempre provvisti di certificati di agibilità,
da una dispersione scolastica con punte elevate in molte realtà
e da una disoccupazione intellettuale che aumenterà ancora per
la perdita di ulteriori 5mila posti di lavoro sul territorio
regionale».</p>
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">L'invito, dunque, rivolto
al ministro della Pubblica istruzione, Gelmini e al ministro
dell'Economia e delle finanze è ad una pausa di meditata
riflessione per consentire un dialogo e confronto con le forze
sociali sugli interventi legislativi in corso di definizione in modo
da riportare nelle famiglie, tra gli alunni ed il personale della
scuola quel clima di tranquillità e chiarezza indispensabile
per garantire un reale diritto allo studio in termini di efficacia e
qualità del servizio». Secondo Marmo, quello del
ministro è «un duro colpo inferto alla scuola italiana.
Il ritorno al maestro unico, la riduzione del tempo di scuola, dei
curricula e delle discipline, l’aumento medio di alunni per classe,
l’istituzione di classi differenziate per gli immigrati ci
riportano indietro di 30 anni con conseguenze incalcolabili sulla
formazione delle giovani generazioni, sul nostro patrimonio culturale
e sui processi di integrazione degli stranieri». E parla anche
di un altro risvolto drammatico: «l’eliminazione di 132mila
posti di lavoro tra personale direttivo, docente ed amministrativo e
la mancata stabilizzazione di migliaia di precari storici con diversi
anni di anzianità. Soltanto in Puglia perderemmo 5mila posti
di lavoro. È inconcepibile calare dall’alto, senza il
confronto con le forze sociali e sindacali, con i docenti, con gli
studenti, provvedimenti legislativi che potrebbero causare un danno
irreversibile sulla scuola italiana».</p>
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