Data pubblicazione: 20/10/2008 | ATTUALITÀ
Lotta per la casa. Si è svolto ieri un sit-in del «Cost» nella città gallipolina
Nella serata di ieri, alcune famiglie di Gallipoli, alloggiate presso i locali dello Iacp, hanno manifestato in piazza. Secondo i manifestanti, il commissariato di Gallipoli, avrebbe abusato del potere impedendo di esprimere un libero pensiero.
<p style="text-align: justify;"><strong>GALLIPOLI</strong> | Famiglie in piazza a Gallipoli per chiedere e pretendere una convocazione urgente del consiglio comunale per discutere del grave problema, dando la possibilità ad ogni amministratore di esprimere la propria opinione. Nella serata di ieri, si è svolto un sit-in di di protesta, realizzato dalle famiglie che rischiano di dover sgomberare i locali dello Iacp che usano da oltre 25 anni come sistemazione provvisoria non essendoci nessuna alternativa dato che a Gallipoli non si trovano appartamenti in affitto che espongano un prezzo accessibile per le tasche delle famiglie disagiate. Durante le poche ore di protesta, si è dato vita ad una petizione di solidarietà, sono state raccolte oltre 600 firme, aggiunte a quelle mille e 500 raccolte in passato, tra quelle vi è anche quella del senatore Giovanni Pellegrino e tutto il consiglio provinciale. Al sit-in di protesta è mancato il sindaco di Gallipoli, Giuseppe Venneri, che aveva promesso la sua presenza. I manifestanti chiedono al sindaco che si faccia promotore di un vertice con il Prefetto e lo Iacp per discutere della situazione che si è creata e della richiesta giunta dal comitato «Cost» di Gallipoli, che avrebbe consigliato l’avvio di una costruzione con minimo 300 alloggi di case popolari in città. Secondo i cittadini che hanno manifestato, il commissariato di polizia gallipolino, avrebbe impedito ai partecipanti di pubblicizzare il sit-in attraverso l’uso di megafoni e, sempre secondo i cittadini, avrebbe abusato del potere agendo su fatti che non erano di loro competenza, intimando di interrompere la manifestazione. Al momento i cittadini stanno valutando la possibilità di presentare denuncia per abuso di potere, accusando il commissariato di aver impedito la libera propagazaione della manifestazione, togliendo così la possibilità di esprimere un libero pensiero.</p>