Data pubblicazione: 21/06/2008 | CRONACA
Omicidio Basile: tre persone interrogate per le scritte ingiuriose sui muri
Potrebbero essere ore decisive per la risoluzione del giallo di Ugento. Le indagini continuano a ritmo serrato. Ascoltati due uomini e una donna, possibili acquirenti della vernice spray utilizzata per le scritte offensive nei confronti di Basile.
<p style="text-align: justify;"><strong>UGENTO</strong> | Continuano senza sosta le indagini per l’omicidio di Giuseppe Basile. A quasi una settimana dall’assassinio che ha sconvolto il Salento, gli inquirenti, ieri mattina, sono tornati ad Ugento, nell’abitazione del consigliere dell’Italia dei Valori. Gli agenti della squadra mobile diretti dal dirigente <strong>Annino Gargano</strong> hanno effettuato una seconda perquisizione nella villetta di via Nizza, insieme al procuratore aggiunto <strong>Ennio Cillo</strong>. Al setaccio, oltre alla sua abitazione, anche l’auto di proprietà di Basile, una Fiat Panda, all’interno della quale vi era della documentazioane che potrebbe aiutare nelle indagini e che ora è sotto sequestro. In particolare, al vaglio degli inquirenti vi sono i documenti che riguardano il progetto per la realizzazione di un complesso turistico nei pressi di Torre Mozza, progetto quest’ ultimo, al quale Basile si era più volte dichiarato contrario. Nulla a noi è dato di sapere, su tutta la vicenda vige il più stretto riserbo da parte sia degli inquirenti che dal sostituto procuratore titolare delle indagini <strong>Giovanni De Palma</strong>. Intanto si attendono i risultati delle analisi sul coltello trovato a due chilometri dal luogo dell’omicidio e che potrebbe risultare compatibile con l’arma utilizzata per colpire quindici volte il consigliere Basile. Ora ai Ris di Roma è affidato il compito di stabilire se effettivamente quel coltello è stato utilizzato per colpire a morte il Masaniello ugentino. Solo con accertamenti più approfonditi sarà possibile capire se, sulla lama, vi siano tracce di sangue che qualcuno ha cercato di pulire e se siano compatibili con quello della vittima. Le indagini si concentrano, oltre che sulla vita politica, anche su quella privata del consigliere provinciale dell'Italia dei Valori. Tante sono state infatti le ipotesi avanzate sulla sua sfera affettiva. Basile era separato dalla moglie <strong>Ada Cairo</strong> e, com'è noto a tutti, frequentava altre donne. In particolar modo, sembrerebbe che le indagini si siano concentrate anche sul suo rapporto con una donna di Collepasso, sua ultima ufficiale compagna. Ma l´inchiesta, con il passare del tempo, diventa sempre più complessa. Sempre ieri pomeriggio, gli inquirenti hanno ascoltato tre persone, una donna e due uomini che potrebbero essere gli acquirenti della vernice-spray utilizzata per le scritte offensive sui muri di Ugento. Secondo indiscrezioni sarebbero tre giovani del posto, incensurati e gli inquirenti sarebbero giunti a loro grazie alle analisi effettuate sulla vernice così particolare, risultata poi in commercio solo in una ferramenta del posto. Il «perchè?» oppure «spinti da chi?» avrebbero fatto quelle scritte è quello che interessa alla magistratura.In questo nodo cruciale potrebbe esserci la svolta delle indagini. Il rappresentante politico era molto conosciuto in paese, ma era comunque un uomo riservato. E mai né in famiglia né ai suoi pochi amici aveva fatto confidenze riguardo le sue stesse preoccupazioni. Due giorni fa, era trapelata la notizia riguardante un uomo bulgaro che sarebbe stato fermato in caserma dagli inquirenti per un interrogatorio serrato. Notizia, questa, che si è rivelata essere un buco nell’acqua. Sono tante le zone d’ombra su cui gli investigatori dovranno far luce per chiarire tutta questa storia che ha tutte le carte in regola per essere considerata un vero e proprio giallo e soprattutto a dare un nome e un cognome al killer di Peppino Basile.</p>