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UFFICIO RECLAMI
Data pubblicazione: 18/10/2008 | SPETTACOLO
Campi Salentina, al via nella serata di ieri la Fiera Madonna della Mercede
È inizialo l’evento più atteso per i cittadini di Campi. Si è svolto ieri un convegno sul tema «Aiuti alla distillazione per favorire la qualità dei vini pugliesi», all’interno della 211a Fiera Campionaria Madonna della Mercede di Campi Salentina.
<p style="text-align: justify;"><strong>CAMPI SALENTINA</strong> | Ha preso il via a Campi Salentina la Fiera Madonna della Mercede, giunta quest&rsquo;anno alla sua 211a edizione. Tante le tante novit&agrave;, a cominciare dalla mostra, inaugurata ieri presso il centro fieristico della zona industriale di Campi Salentina sull&rsquo;enogastronomia, intitolata &laquo;Parco del Negroamaro&raquo;. All&rsquo;interno del padiglione centrale del complesso fieristico sono stati allestiti numerosi stand con i diversi prodotti tipici del Salento, primo fra tutti il vino che costituisce da sempre uno degli elementi centrali dell&rsquo;economia di questo territorio e uno dei punti di forza per il Salento e per la Puglia in generale. Sempre ieri, a partire dalle 19, ha avuto luogo un importante convegno dal titolo &laquo;Aiuti alla distillazione per favorire la qualit&agrave; dei vini pugliesi&raquo; tenutosi nella sala conferenze del Centro Servizi, sempre nella zona industriale. Nel corso dell&rsquo;incontro, al quale hanno preso parte numerosi esponenti del mondo politico e non solo, si &egrave; cercato di capire come fare qualit&agrave; ovvero come realizzare un buon prodotto, un prodotto che sia competitivo sul mercato italiano cos&igrave; come su quello internazionale. Moderatore dell&rsquo;incontro, il giornalista del Tg3 regionale, <strong>Michele Peragine</strong>. Ad aprire la tavola rotonda &egrave; stato il saluto del sindaco di Campi Salentina, <strong>Massimo Como</strong>, il quale, dopo aver salutato i numerosi presenti, ha guardato al passato con un pizzico di rammarico ricordando come la citt&agrave; di Campi abbia commesso in passato il grande errore di non investire fino in fondo in un settore cos&igrave; importante come quello vitivinicolo. &laquo;La nostra citt&agrave; &ndash; ha affermato il primo cittadino &ndash; ha perso davvero una grande occasione storica: quella di puntare su un settore che tradizionalmente ci rendeva protagonisti nel panorama vitivinicolo salentino. Purtroppo le cose sono andate in maniera diversa e adesso scontiamo un&rsquo;arretratezza in questo settore che difficilmente potr&agrave; essere riempita&raquo;. &Egrave; stata poi la volta del saluto di <strong>Giovanni Gabriele</strong>, presidente dell&rsquo;Ente Fiera, il quale ha voluto riportare all&rsquo;attenzione dei presenti il problema del rapporto tra nord e sud. &laquo;Purtroppo ancora oggi &ndash; ha dichiarato Gabriele &ndash; aziende grandi e grandi imprenditori vengono qua da noi, acquistano le nostre uve, le portano al nord per produrre poi un vino con un marchio che poco ha a che fare con la Puglia e il Salento. Questo &egrave; qualcosa che deve assolutamente essere contrastato e combattuto. In Italia, infatti, sono pochissime le aziende che, oltre a mettere il loro marchio, specificano poi sull&rsquo;etichetta che l&rsquo;uva proviene dalla Puglia&raquo;. &laquo;Noi, per&ograve;, - ha proseguito il presidente dell&rsquo;Ente Fiera &ndash; abbiamo la terra fertile, l&rsquo;uva buona. Perch&eacute; allora non possiamo portare il nostro prodotto, il nostro vino allo stesso livello?&raquo;. Gabriele ha poi concluso il suo intervento lanciando un appello alle istituzioni affinch&eacute; sostengano questo settore troppo spesso messo in secondo piano. &laquo;Ci sono &ndash; ha concluso il presidente &ndash; molti problemi e le istituzioni, dalla Provincia fino al Governo centrale passando poi anche dalla Regione, sono lontane, lontanissime. Cos&igrave; come sono lontane le banche che non aiutano le aziende nel momento del bisogno. Bisogna allora cercare di dare una svolta affinch&eacute; il nostro prodotto e la nostra uva resti qui nel nostro territorio. E bisogna anche dare una svolta affinch&eacute; le nostre cantine portino i loro prodotti fuori dall&rsquo;Italia per farli conoscere anche nel resto del mondo perch&eacute; &egrave; davvero un peccato vedere la nostra uva con un altro nome, un&rsquo;altra etichetta&raquo;.</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;" lang="it-IT">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;" lang="it-IT">A prendere la parola &egrave; stato poi <strong>Angelo Mac</strong>i, presidente della Cantina Due Palme di Campi Salentina, una delle realt&agrave; pi&ugrave; grandi del nostro territorio grazie ad un&rsquo;etichetta che nel corso degli anni &egrave; riuscita ad imporsi sul mercato nazionale ed internazionale. Il merito del successo, secondo quanto dichiarato dallo stesso Maci, sta nell&rsquo;amore, nel grande desiderio di crescere e di affermarsi, ma anche in una serie di interventi mirati che hanno fatto della Cantina Due Palme un vero e proprio motivo di orgoglio per il Salento. Maci, nel suo intervento, ha voluto mettere in evidenza il problema dell&rsquo;estirpazione. &laquo;Un evento drammatico &ndash; ha affermato &ndash; che personalmente come Cantina non ci tocca, ma che sappiamo tutti andr&agrave; a colpire soprattutto le piccole cooperative, quelle pi&ugrave; deboli. Con il passare del tempo, infatti, il rischio sar&agrave; quello di non avere pi&ugrave; vigneti nel nostro amato Salento. Tutto questo perch&eacute; la Comunit&agrave; Europea quattro anni fa ordin&ograve; di estirpare ben 400mila ettari di vigneto. Una cosa davvero assurda. Gi&agrave; all&rsquo;epoca io lanciai l&rsquo;allarme. Un allarme che adesso, con il passare degli anni, si sta facendo sempre pi&ugrave; forte e che deve trovare risposta&raquo;. Maci ha quindi lanciato un appello forte e chiaro. &laquo;La qualit&agrave; dell&rsquo;uva e si conseguenza del vino in Puglia e in particolare nel Salento &egrave; ottima. Bisogna allora evitare che queste grandi quantit&agrave; di uva vengano portate al nord per essere poi trasformate in vino Trentino, Veneto, Piemontese e cos&igrave; via. Tutti noi chiediamo alle istituzioni degli economici al fine di salvare la qualit&agrave; del nostro vino e del nostro territorio&raquo;. Forte sostegno alle istituzioni &egrave; stato chiesto anche da <strong>Salvatore Romano</strong>, consigliere comunale con delega all&rsquo;Agricoltura. &laquo;Quest&rsquo;anno, come spesso accade, abbiamo avuto una forte siccit&agrave;. L&rsquo;assessore Regionale all&rsquo;agricoltura, davanti a questo fenomeno, avrebbe dovuto lanciare un segnale d&rsquo;allarme. Questo per&ograve; non &egrave; stato fatto. La mia preoccupazione per&ograve; non riguarda solo la coltivazione della vite, ma anche il modo in cui vengono sfruttati gli alberi d&rsquo;ulivo. Il Salento, infatti, ha tantissimi alberi, uno pi&ugrave; bello dell&rsquo;altro, che hanno bisogno di sostegno da parte delle istituzioni, hanno bisogno di essere tutelati e protetti. La Regione deve quindi, a mio avviso, prevedere che gli ulivi, oltre ad essere utilizzati per produrre olio, vengano anche utilizzati per assorbire l&rsquo;anidride carbonica presente nell&rsquo;aria. Sono quindi questi, secondo me, i problemi che devono essere affrontati dai nostri politici perch&eacute; la vite e l&rsquo;ulivo sono due beni troppo importanti, troppo preziosi per essere messi da parte&raquo;. A prendere la parola &egrave; stato poi <strong>Roberto Schivone</strong>, delegato alla programmazione del progetto &laquo;Il Parco del Negroamaro&raquo; della Provincia di Lecce, il quale ha voluto porre al centro dell&rsquo;attenzione un altro grande problema del nostro territorio e del nostro vino: la competitivit&agrave;. &laquo;Secondo me &ndash; ha affermato Schiavone &ndash; nel momento in cui un vino va in distilleria &egrave; una sconfitta. I nostri son vini buoni, eccellenti e considerarli come base di un distillato &egrave; un vero e proprio delitto. A mio avviso, quindi, invece di domandarsi e di discutere su come aiutare la distillazione per favorire la qualit&agrave; dei nostri vini, bisognerebbe pensare a come fare ad affermare sempre pi&ugrave; i nostri prodotti sul mercato. Bisogna anche ammettere che il nostro vino non &egrave; remunerativo per coloro che lo producono. Il problema che mi pongo &egrave; allora quello di capire come si pu&ograve; mantenere una produzione agricola, con tutti i suoi problemi e tutti i suoi costi, competitiva e come al tempo stesso renderla remunerativa. Per fare ci&ograve; io credo sia necessaria una riorganizzazione del settore della produzione. Bisogna reimpostare l&rsquo;impresa agricola, l&rsquo;attivit&agrave; degli strumenti di supporto e di aiuto ai nostri imprenditori e bisogna rilanciare il nostro territorio perch&eacute; dietro ad ogni vino c&rsquo;&egrave; un territorio. Se lavoriamo insieme questo potrebbe essere un ottimo punto di partenza per il futuro del nostro amato Salento. Dobbiamo cercare a tutti i costi di mantenere integro questo territorio, valorizzarlo e promuoverne le risorse&raquo;.</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;" lang="it-IT">&nbsp;</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;" lang="it-IT">A presentare i dati relativi alla vendemmia 2008 &egrave; stato <strong>Leonardo Palumbo</strong>, presidente dell&rsquo;Assoenologi di Puglia, Basilicata e Calabria. &laquo;Quella di quest&rsquo;anno &ndash; ha dichiarato Palumbo &ndash; &egrave; stata una vendemmia eccellente. Abbiamo registrato un aumento di produzione del 15-16 per cento passando cos&igrave; dagli oltre 5 milioni di ettolitri del 2007 ai quasi 7 milioni di quest&rsquo;anno. Anche il calendario della vendemmia &egrave; stato regolare grazie all&rsquo;assenza di grandi problemi climatici&raquo;. L&rsquo;appello che Assoenologi lancia per&ograve; &egrave; rivolto come sempre al mondo della politica che troppo spesso mette da parte un settore importante come quello dell&rsquo;agricoltura. &laquo;In questa fase di trasformazione &ndash; ha concluso Palumbo &ndash; &egrave; importante evitare di mettere in campo tutti quei tagli al sud nel settore dell&rsquo;agricoltura. Il nostro Mezzogiorno, infatti, ha bisogno di investire in infrastrutture per rendersi sempre pi&ugrave; competitivo ed affrontare le sfide globali. Per aiutare il settore vitivinicolo pugliese bisognerebbe a mio avviso tutelare i nostri vini dandogli il nome del territorio di origine. Potrebbe essere questo un piccolo gesto, ma anche l&rsquo;inizio di una progressiva crescita&raquo;. La parola &egrave; poi passata a <strong>Mario Vadrucci</strong>, componente della Commissione attivit&agrave; produttive della Regione Puglia. &laquo;Quello che mi ha colpito &ndash; ha dichiarato Vadrucci &ndash; &egrave; che un ettolitro di vino nostro costa quanto una bottiglia di Chianti. Credo che questo sia uno dei problemi dal quale dobbiamo trarre forza per cercare di chiedere come Puglia e come economia che gli errori del passato non si ripetano. Credo per&ograve; che questa sia solo una parte del problema. L&rsquo;altra grande questione &egrave; legata alla commercializzazione dei nostri prodotti. Noi siamo bravi a produrre vino di ottima qualit&agrave;, ma non siamo altrettanto bravi a venderlo. La nostra consapevolezza, da politici cos&igrave; come da cittadini, deve essere quella che questi cinque anni che abbiamo di fronte devono essere sfruttati per crescere. Dobbiamo quindi utilizzare al meglio gli ultimi fondi che abbiamo perch&eacute; altrimenti non saremo in grado di creare pi&ugrave; niente per il futuro, per i nostri figli, per la nostra economia e per il futuro della Puglia&raquo;.</p> <p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;" lang="it-IT"><strong>Salvatore Ripa</strong>, Presidente della Coldiretti di Brindisi, ha voluto invece puntare il dito sugli interventi tampone che, dal suo punto di vista, servono solo in parte a salvare l&rsquo;economia e hanno una durata solo nel breve periodo. &laquo;Siamo in un momento di crisi molto forte &ndash; ha dichiarato Ripa &ndash;e un intervento tampone non pu&ograve; essere d&rsquo;aiuto. Per il lungo periodo bisogner&agrave;, infatti, cambiare rotte e avviare una serie di riflessioni approfondite che guardino ai comportamenti della filiera cos&igrave; come al mercato della commercializzazione&raquo;. A chiudere i lavori sono stati gli interventi di Giuseppe Ferro, direttore dell&rsquo;area di sviluppo rurale della Regione Puglia, presente al convegno in sostituzione dell&rsquo;assessore Regionale alle Risorse Agroalimentari, <strong>Enzo Russo</strong>, e del capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, <strong>Rocco Palese</strong>. Il primo ha voluto lanciare una serie di messaggi positivi mettendo in evidenza le attivit&agrave; e le iniziative che la Regione porter&agrave; avanti nel corso di questi anni. Punto sul quale ha voluto insistere &egrave; quello della formazione. &laquo;C&rsquo;&egrave; bisogno &ndash; sostiene Ferro &ndash; di una formazione a 180 gradi e a tutti i livelli perch&eacute; solo in questo modo il nostro vino pu&ograve; crescere ancora ed imporsi sul mercato. Grande importanza deve essere data anche alla costruzione di una nuova mentalit&agrave; capace di guardare al vino come ad un bene e ad un punto di forza per l&rsquo;intero territorio pugliese e salentino&raquo;. Rocco Palese ha chiuso il convegno affermando che l&rsquo;agricoltura ha sempre costituito per la Puglia un settore importante, un settore che, guardando ai dati Istat, quest&rsquo;anno sembra essere in netto calo. &laquo;La gente vuole segnali forti, interventi diretti. Io sono ottimista perch&eacute; sono convinto che la gente alla fine ce la fa sempre a superare i momenti di crisi, ma sono anche preoccupato perch&eacute; la politica sembra non prendersi a cuore un problema cos&igrave; importante come quello dell&rsquo;agricoltura che per la Puglia &egrave; vitale e centrale. Mi auguro allora che dalle istituzioni arrivino segnali importanti&raquo;. Tutti d&rsquo;accordo quindi nell&rsquo;affermare e nel chiedere a gran voce un intervento serio da parte delle istituzioni nel campo agroalimentare perch&eacute; beni come il vino, l&rsquo;olio e in generale tutti i prodotti pugliesi sono di altissima qualit&agrave; e devono trovare il giusto spazio nel mercato nazionale cos&igrave; come in quello internazionale. Politiche a favore dell&rsquo;agricoltura, formazione a tutti i livelli, migliore qualit&agrave; dei prodotti e giusta commercializzazione degli stessi. Sono questi i punti principali sui quali bisogna insistere per valorizzare il territorio pugliese, un territorio cos&igrave; ricco e pieno di risorse.</p>
L'EDITORIALE
Diretta in streaming con la radiocronaca della partita e la differita.
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