Data pubblicazione: 17/10/2008 | ATTUALITÀ
Il crac finanziario? La Federconsumatori fa sapere come farlo pagare alla banca
«Il crac finanziario? La banca può pagarlo». Parola di Federconsumatori. Crollano i mercati, tremano gli investitori in questa crisi senza precedenti. Il mondo della finanza è in ansia e i piccoli risparmiatori restano con il fiato sospeso.
<p><!--
@page { size: 21cm 29.7cm; margin: 2cm }
P { margin-bottom: 0.21cm }
--></p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>NARDÒ</strong> | «Il
crac finanziario? La banca può pagarlo». Parola di
Federconsumatori. Crollano i mercati, tremano gli investitori in
questa crisi senza precedenti. Il mondo della finanza è in
ansia e i piccoli risparmiatori restano con il fiato sospeso. «Il
mio conto è al sicuro?», «Come faccio a sapere se
i miei risparmi sono finiti in titoli a rischio?», «Ho
perso 60mila euro, investiti in obbligazioni il 28 agosto scorso,
appena due settimane prima del crollo della Lehman. Le banche
sapevano già tutto e hanno continuato a vendere quei bond».
Sono queste le denunce e le domande più frequenti che sta
gestendo la Federconsumatori di Nardò. Ma sono solo alcune
delle tante storie dell’ennesimo capitolo del risparmio tradito.
Numerosi sono i risparmiatori che si sono recati presso il neonato
Sportello di Tutela Finanziaria istituito «ad hoc» dalla
Federconsumatori di Nardò, per il riconoscimento dei propri
diritti e per avviare azioni di rimborso e risarcimento nei confronti
degli istituti di credito. «In base ai nostri primi dati -
sottolinea <strong>Moira Epifani</strong>, responsabile territoriale della
Federconsumatori - in media gli investitori hanno perso 53mila euro.
Molto peggio del crac Parmalat dove la media era di 27mila euro. Per
la maggioranza sono obbligazionisti anche perché chi ha
polizze indicizzate ai titoli Lehman lo sta scoprendo con ritardo. Le
cifre sono preoccupanti, molte persone non si rendono conto di avere
in portafoglio questi titoli e spesso sono increduli di fronte al
fatto che la banca non risponde in caso di crac. La nostra
associazione opera da anni per la difesa dei risparmi dell’utente
bancario e finanziario e forte dell’esperienza maturata con i
default Argentina, Cirio e Parmalat, anche stavolta non si perde
d’animo, tutt’altro: sta già iniziando a far partire le
prime cause per chiedere il rimborso dei bond e delle polizze
«indicizzate» Lehman. Il primo passo da compiere, nel
caso in cui non venga fatta chiarezza allo sportello, è di
inviare una richiesta formale alla propria banca con la quale si
mette in mora l’istituto affinchè fornisca tutti i dettagli
dell’investimento effettuato, compresa la documentazione fornita e
quella sottoscritta al momento dell’acquisto dei titoli, fondi o
polizze».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"> </p>
<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify">Bisogna capire in prima
battuta cosa è stato fatto firmare al cliente: se c’è
il mandato per l’acquisto e vendita di titoli, se la documentazione
sottoscritta presenta dei vizi di forma tali da poter richiedere la
nullità del contratto che comporta la restituzione intera del
capitale versato, se l’utente ha sottoscritto il documento dove si
elencano i rischi generali dell’investimento e se è stata
fatta esattamente la profilatura del rischio del cliente. Il
venditore è sempre tenuto a profilare il sottoscrittore e
quindi a identificare la corrispettiva propensione al rischio anche
in base alla situazione economica del cliente. Inoltre l’istituto
di credito o la compagnia assicurativa sono obbligati a spiegare la
natura dell’investimento (se azionaria o obbligazionaria, ad
esempio), a elencare i rischi dell’operazione, a esplicitare se il
titolo viene emesso da un soggetto nazionale o straniero e infine
devono dire se il capitale alla scadenza è garantito oppure
no. Tutte informazioni, queste, che vengono racchiuse nel prospetto
informativo, reso ancora più dettagliato dall’introduzione
della direttiva Mifid nel novembre 2007. Per verificare la
correttezza formale dell’investimento, la Federconsumatori di Nardò
ha preparato delle lettere con le quali i risparmiatori possono
chiedere alla banca tutta la documentazione del singolo caso. In
seconda battuta bisogna vedere come è stato «allocato»
l’investimento. «In base al Testo unico della Finanza e al
regolamento Consob - prosegue Epifani - deve essere garantita la
distribuzione del rischio. Non si può investire il 90 per
cento della liquidità del correntista in un’unica
obbligazione Lehman». Inoltre, gli obblighi del venditore non
si esauriscono alla fase pre-contrattuale. L’istituto di credito,
ad esempio, ha l’obbligo di informare i clienti se, durante la vita
dell’investimento, il titolo registra perdite pari o superiori al
30 per cento del capitale investito. «Se è mancato
quell’avvertimento - fa sapere Epifani - il cliente può
chiedere conto alla propria banca». A seguito del fallimento
della Lehman Brothers, avvenuto il 15 settembre scorso, la
Federconsumatori ha istituito a Nardò in via Aldo Moro, 34 lo
Sportello di Tutela Finanziaria, aperto dal lunedì al venerdì
dalle 17,30 alle 20. Qui gli avvocati dei consumatori daranno
risposte concrete a tutti i risparmiatori interessati (e spesso
inconsapevoli di esserlo), valutando caso per caso la possibilità
di avviare la procedura di messa in mora e di richiesta di rimborso
nei confronti dell’istituto di credito.</p>
<p> </p>