di Alessandro Donno
<p class="MsoNoSpacing" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;"><strong>LECCE </strong>| Al «Via del Mare» di Lecce l’Italia non esalta, ma batte 2-1 il Montenegro, grazie all’ennesima doppietta: dopo Di Natale e De Rossi, stasera è toccato ad Albertino Aquilani realizzare due gol fondamentali per il proseguo verso Sudafrica 2010. Agli ospiti non è bastato il bel gol di Vucinic, che con un bolide nella «sua» Lecce aveva spaventato Lippi, che stasera ha eguagliato Pozzo con trenta partite di fila senza mai perdere. L’Italia dunque vincendo davanti a 25.000 tifosi, si invola con dieci punti a più tre sull’Irlanda di Trapattoni, con la Bulgaria che si ferma in Georgia sullo 0-0. Gli azzurri stasera si sono mostrati più disinvolti nella prima parte di gioco, soprattutto sulla fascia con Zambrotta, e ispirati in mezzo da Aquilani e De Rossi, con Gilardino e Pepe lottatori su tutti i palloni. I ragazzi di Lippi sfiorano il gol subito con Dossena al 1’, poi con Gattuso, quindi è Pepe in mischia a scaldare i guanti a Poleksic, compagno di squadra dell’altro estremo difensore, ovvero Amelia, qui a Lecce cinque anni fa.</p>
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<p class="MsoNoSpacing" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">Il gol azzurro è nell’aria è arriva puntuale al 7’ con Aquilani che spinge il pallone in rete dopo che Poleksic aveva ribattuto un cross al centro di Gilardino, dopo un maldestro intervento del terzino sinistro montenegrino Jovanovic. Il romanista realizza il suo primo centro in Nazionale, ma il Montenegro reagisce con un un’azione confusa, Zambrotta salva sulla linea di porta d’istinto, ma è solo questione di minuti. In contropiede Jovetic, uno dei migliori della serata, perfeziona per Vucinic, che salta Chiellini e di sinistro infila Amelia, per nulla impeccabile. L’Italia per fortuna non accusa il colpo e reagisce bene, ispirata da un super Aquilani che si trasforma per volere di Lippi in mezzapunta, sulla linea di Pepe e Di Natale. Al 28’ Aquilani riporta avanti gli azzurri, defilandosi sulla destra, sfruttando una sponda di Gilardino e schiaccia a terra il destro del 2-1 con la decisiva coadiuvazione dello sfortunato difensore Tanasaijevic. Poi, prima della fine del primo tempo Amelia respinge una punizione di Vucinic.</p>
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<p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">Nel secondo tempo si riparte subito con un sussulto con Zambrotta che chiama Poleksic agli straordinari. Lippi sulle fasce inverte Pepe e Di Natale, e poco dopo Aquilani serve per Gilardino che spara sul portiere del Montenegro che potrebbe fare il 2-2 se Vucinic non imitasse Gilardino dopo un clamoroso errore di De Rossi, e poi ancora Jovetic di giustezza esalta Amelia. Al 64’ De Rossi di testa colpisce un palo, poi al 67’ Vucinic su punizione manca di poco il bersaglio con Amelia immobile, nel finale girandola di sostituzioni e finisce cosi senza troppi patemi. L’Italia fa girare palla e gestendo il vantaggio. Lecce ancora una volta porta fortuna, e che la tappa vittoriosa di Lecce sia di buon auspicio per Sudafrica 2010, come lo fu per Germania 2006.</p>
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<p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">Ci sentiamo in dovere di aprire una spiacevole parentesi che poco ha a che fare con lo sport e con il clima di festa respirato in settimana nel Salento, infatti si sono verificati dei fischi all'inno montenegrino prima dell'avvio del match, ma sono stati proprio gli azzurri con un palese applauso a svegliare il pubblico del «Via del Mare» provocando un applauso sincero dell'intero stadio. Il presidente federale Abete mastica ancora amaro dopo i fatti di Sofia: «Quei fischi segnalano un passo indietro, ma noto con piacere proprio la presa di responsabilità dei calciatori che hanno trascinato il pubblico prima che la situazione potesse divenire davvero indecente. Lo striscione "No politica"? Lo sport deve restare trasversale». Lippi a fine gara ha affermato «L'applauso dei miei giocatori a coprire quei fischi ma anche lo striscione con scritto no politica nello stadio sono altre note positive di una serata vincente». Si segnala anche l’arresto di due tifosi colti in flagrante mentre cercavano di entrare allo stadio benché sottoposti al divieto di accedere alla manifestazioni sportive, il cosiddetto Daspo. Un brindisino di 25 anni è stato fermato, portato in questura e denunciato per apologia di fascismo, infatti durante l'inno di Mameli il giovane mostrava il braccio teso nel gesto del saluto romano.</p>