Data pubblicazione: 15/10/2008 | SPORT
«Mister» Alina alla volta dell'Antares. Una donna alle prese con una squadra maschile
Sannicola. L'Asd Antares Pallamano da lunedì ha una nuova allenatrice. Alina Bidirel, rumena ma residente nel capoluogo leccese allenerà i gialloblu per la prossima stagione: «Mi trovo a mio agio - dice - a lavorare in squadra».
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>SANNICOLA</strong> |
L'Associazione Sportiva Dilettantistica Antares di Pallamano da
lunedì scorso ha nuovo allenatore. Si tratta di <strong>Alina
Bidirel</strong>, rumena di Iasi, ma che vive a Lecce. Ha assunto un
impegno con la squadra gialloblu, quello cioè di essere il
nuovo coach. Alina prende così il posto di mister <strong>Antonio
Leo</strong> di Copertino, che ha lasciato l'incarico dopo aver messo su
famiglia. La squadra, e il suo presidente <strong>Giancarlo Negro</strong>,
porteranno insieme al nuovo tecnico avanti la preparazione sportiva
in viste delle prossime competizioni di campionato della serie C,
girone Puglia. Alina si è laureata nel 2001 in Scienze
motorie, e ha trascorso un passato nella pallamano con esperienze di
tutto rispetto. Più volte, infatti, nelle selezioni nazionali
juniores del proprio Paese, ha conquistato tre titoli nazionali
seniores con le squadre Oltchim RM Valcea e Silcotub Zalau.
Campionessa europea e vicecampionessa mondiale universitaria nel
1998, si aggiudica la Challenge Cup 2002 con il Remin Deva. Nella
stagione 2003/04 approda alla Florgarden Sassari, per poi passare
all’Eos Siracusa. La sfida di allenare la squadra sannicolese è
stata accettata di buon grado dall'allenatrice rumena. Per Alina si
tratta di una occasione piuttosto unica. Infatti è la prima
volta che in un campionato, una squadra italiana di pallamano
maschile viene allenata da una rappresentante del gentil sesso,
tranne qualche rarissima eccezione per un paio di squadre del nord.
Probabilmente il suo è un esperimento che non la intimorisce
affatto: «La lunga permanenza nel mondo dello sport ha
sviluppato in me la predisposizione ai contatti umani - sottolinea -
Vivendo in un ambiente multietnico e multiculturale, mi trovo a mio
agio nelle situazioni in cui è necessario lavorare in
squadra». Chi avrà il coraggio di chiamarla «mister»?</p>
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