Data pubblicazione: 15/10/2008 | INTERVENTI
Alleanza Nazionale, si va verso l’atteso congresso nazionale del partito
Roberto Tundo: «Libertà è il primo termine fondamentale che raccoglie le spinte liberali, ma che esprime anche quel bisogno di reagire a tutte le incrostazioni, a tutti i blocchi, a tutti gli appesantimenti che l’Italia ha ereditato».
<p style="text-align: justify;"><strong>LECCE </strong>| È stata per domani pomeriggio, dal reggente Ignazio Larussa, a Roma, l’assemblea nazionale di An per decidere la data del congresso nazionale del partito «gennaio 2009?» in vista della nascita del Popolo della Libertà. Del nuovo partito, ancora oggi, non si conoscono appieno il modello organizzativo, lo statuto, le forme di rappresentanza sul territorio, che verranno individuate con il Congresso di fondazione che dovrebbe tenersi verso la fine di febbraio. È chiaro, quindi, che anche a Lecce, nei circoli di An e fra i militanti salentini, si nutra più di qualche dubbio. Il coordinatore pugliese dei Circoli della Nuova Italia, il dirigente nazionale di An, Roberto Tundo, sintetizza la posizione assunta dall’associazione che fa riferimento a Gianni Alemanno. «Nell’ambito del centro destra italiano emergono con sempre maggiore forza posizioni culturali e politiche di carattere identitario, valoriale e comunitario, che hanno definitivamente superato ogni residua tendenza a costruire un partito liberale di massa. Il congresso di nascita del Popolo della libertà – spiega Tundo - non è un evento che può essere sottovalutato o relegato a semplice procedura formale. Rimangono sul tappeto problemi di carattere culturale ed identitario che devono essere affrontati e risolti: costruire un partito politico in cui il centro e la destra abbiano pari dignità, significa riuscire a comprendere esattamente che cosa di queste due categorie politiche può essere positivamente utilizzato non per un banale compromesso ma per una sintesi viva e creativa al servizio di un profondo rinnovamento della realtà italiana. I quadri, i dirigenti di Alleanza Nazionale sono chiamati ad affrontare questa fase estremamente importante senza paure, ma anche senza trionfalismi. Occorre costruire bene l’architettura del nuovo soggetto politico. Il rischio, infatti, - sottolinea Tundo - è quello di cadere di nuovo nel vecchio equivoco e ritenere che sia sufficiente dar vita ad una generica realtà moderata, più o meno centrista, nella convinzione che le elezioni si vincano al centro, dicendo le cose più sbiadite possibili o all’opposto andando a rimorchio di pulsioni viscerali. Il nuovo soggetto politico, inoltre, deve essere ispirato a regole di vera partecipazione. Si sfugge alla tentazione conservatrice e partitocratica solo se partecipazione e meritocrazia diventano le stelle polari della nuova organizzazione. Finora nel centro destra si è parlato più di Libertà: il Popolo della Libertà e la Casa delle Libertà. Oggi parliamo di Popolo della Libertà. Libertà è il primo termine fondamentale che raccoglie le spinte liberali, ma che esprime anche quel bisogno di reagire a tutte le incrostazioni, a tutti i blocchi, a tutti gli appesantimenti che l’Italia ha ereditato dalla prima repubblica e dall’egemonia culturale della sinistra. Ma la Libertà da sola non basta. Il progetto politico deve essere sostenuto anche dal valore centrale dell’Identità; l’Identità è il patrimonio che la destra porta in dote al nuovo soggetto politico. Non bisogna più dimenticare quanto, oggi, in un contesto globalizzato, siano imprescindibili l’affermazione e la difesa dell’identità e dell’interesse nazionale, insieme all’identità delle persone, delle famiglie, delle comunità e dei territori. Oggi i valori tradizionali della destra in tutto l’Occidente – conclude Tundo - sono decisamente al centro del dibattito politico e risultano quanto mai vincenti in termini di raccolta del consenso. Pensiamo ai valori della sicurezza, dell’autorità, ma ancor più dell’identità, della Patria e del sociale. All’interno del patrimonio valoriale e delle idee forza del nuovo soggetto politico c’è lo spazio per un forte protagonismo della destra sociale, popolare, identitaria e partecipazionista.</p>