Data pubblicazione: 15/10/2008 | INTERVENTI
«Question Time». Bellanova: «Il Governo è omissivo e vuole affossare il nostro sud»
L’onorevole Teresa Bellanova, componente della Commissione Lavoro della Camera, è intervenuta oggi sia in commissione che nel corso del question time a difesa dei diritti del lavoro, messi in discussione dai provvedimenti del Governo.
<p style="text-align: justify;"><strong>LECCE </strong>| Molto duro l'intervento di <strong>Teresa Bellanova</strong> in merito alle misure contenute nel collegato alla manovra 1441quater, che prevedono la territorializzazione dei concorsi e il blocco del processo di stabilizzazione del personale precario nelle Pubbliche amministrazioni. La parlamentare ha sottolineato tra l'altro: «L'interpretazione autentica di questa norma sulla territorializzazione ce l'ha spiegata l'onorevole Fedriga, quando ha affermato che i meridionali, quando vanno al nord, non hanno famiglia, non hanno casa di proprietà, non riescono a vivere bene, e per questo bisogna farli stare a casa loro. Ed ecco che la residenza diventa titolo di preferenza, dimenticando che spesso, al nord, punte di eccellenza nella pubblica amministrazione hanno a capo cittadini meridionali. Si tratta di una norma che interviene direttamente sui diritti e sulla parità di accesso alla pubblica amministrazione: la lesione del principio di uguaglianza è molto evidente. Invito a riflettere su una fotografia che l'Istat ci ha consegnato pochi giorni fa: nel nostro Paese permane un forte dualismo nel mercato del lavoro. Il nord ha un tasso di disoccupazione del 3,8 per cento, il Mezzogiorno dell'11,8 per cento. L'occupazione femminile al sud è inferiore al 30 per cento, quasi la metà di quella del centro-nord. In un Paese come questo non si possono assecondare politiche di divisione e di segregazione territoriale. Per quanto concerne il blocco delle stabilizzazioni, mi pare ci sia furore ideologico da parte del Governo nel voler smantellare la legislazione precedente. E poco importa se quella legislazione coinvolge decine di migliaia di persone che hanno subito la precarietà e che hanno avuto, per anni, rapporti di lavoro di contratti di collaborazione poi trasformati, perché i concorsi erano bloccati, in prestazione d'opera, e successivamente trasformati, sempre perché i concorsi erano bloccati, in contratti a tempo determinato. La legislazione che si vuole oggi cancellare non prevedeva l'assunzione erga omnes del personale precario, ma l'assunzione per tutte le persone che avevano superato un concorso e una prova selettiva. Con la norma di questo Governo, invece di cancellare la precarietà si cancellano i precari, si crea una contrapposizione artificiosa tra i precari e gli inoccupati, si passa dalla precarietà del lavoro alla precarizzazione della vita delle persone». Nel corso del question time, Bellanova ha chiesto conto al ministro Sacconi delle misure del Governo per il sostegno al reddito delle famiglie e l'aumento di richieste di cassa integrazione, facendo a un'interrogazione parlamentare presentata dal Pd su questi temi «Misure per fronteggiare il previsto aumento delle richieste di cassa integrazione e del tasso di disoccupazione», interrogazione numero 3-00180. La deputata del Pd ha sottolineato come, da più studi statistici, emerga una grave contrazione dei consumi di beni di prima necessità e, parallelamente, un incremento della disoccupazione nel Paese. Grandi aziende come Merloni e Fiat, ma anche la Filanto, hanno contribuito all'aumento delle necessità di misure di cassa integrazione. Il ministro Sacconi ha ammesso le difficoltà denunciate dal Pd, poi si è soffermato sulle misure prese dal Governo, citando il collegato alla manovra 1441-quater che stanzia 450 milioni di euro per i trattamenti di cassa integrazione in deroga. «La risposta del ministro non ci soddisfa», sottolinea l'onorevole Bellanova, «perché, considerando che anche la crisi finanziaria internazionale avanza, avremo effetti ancora più gravi sulla vita quotidiana degli italiani. Solo a luglio le richieste di cassa integrazione sono aumentate del 26 per cento, in particolare nei settori tessile (+92 per cento), commercio (+129 per cento) e alimentare (+143 per cento). Si tratta di settori ad alta intensità di lavoro, la cui contrazione avrà conseguenze negative sull'indotto nel settore dei servizi e delle piccole imprese, senza copertura per la cassa integrazione. Le misure per il sostegno al reddito varate da questo Governo sono addirittura inferiori a quelle del Governo Prodi, si passa da 570 milioni di euro a 450 milioni di euro, mentre per 15 milioni di italiani (dati Caritas) la povertà avanza. Nella risposta del centrodestra, ma anche nell'impostazione legislativa, mancano non coraggiosi ma timidi interventi finalizzati a contrastare la fase della recessione economica in atto e il sostegno al reddito delle famiglie. Quali sono le proposte per ridurre questo forte incremento della povertà? Quali le misure per sostenere il reddito non delle persone che sono già coperte da cassa integrazione ma di tutti quei lavoratori collegati ai settori industriali e che non hanno nessuna copertura contributiva e previdenziale. Su questo ritengo la risposta del Governo assolutamente omissiva».</p>