Data pubblicazione: 15/10/2008 | CRONACA
Minacce di morte per don Stefano Rocca. Da una cabina al commissariato
Una nuova telefonata anonima minaccia di morte don Stefano Rocca, il parroco «paladino» della verità di Ugento, che vuole fare chiarezza sulla morte di Peppino Basile ucciso nel giugno scorso. La telefonata al vaglio della magistratura.
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<p style="margin-bottom: 0cm;" align="justify"><strong>TAURISANO</strong> | Giunge una misteriosa telefonata negli uffici del commissariato di Taurisano, con nuove minacce a <strong>don Stefano Rocca</strong>, il parroco «paladino» della verità, che vuole sensibilizzare il paese a fare in modo che ci sia un qualcosa, una svolta, sulla morte del consigliere dell'Italia dei valori Peppino Basile, ucciso nella notte tra il 14 e 15 giugno scorsi in paese e che qualcuno, dunque, possa parlare. Ed è per questo, che qualche giorno fa, fu istituito un comitato cittadino, «Io conto» del presidente <strong>Vito Rizzo</strong>, che si occuperà di «svegliare» il paese da questo silenzio e da questa omertà. Rocca, che di paese omertoso non ha mai parlato, vuole piuttosto rompere la paura che attanaglia i cittadini nelle loro case, e che non li fa uscire dalle proprie abitazioni neppure per raggiungere la chiesa, la parrocchia di «San Giovanni Bosco» di Ugento. I cittadini ugentini, dopo qualche flebile filo di voce tirato fuori lunedì scorso, proprio in fase di inaugurazione del comitato, gli sono ora vicino, e questo probabilmente ha fatto scaturire una nuova telefonata, giunta ieri sera negli uffici del commissariato, attorno alle 22,30, per bocca di una voce anonima, e probabilmente partita da una cabina telefonica pubblica. Una voce, che nonostante l'impeccabile italiano, ogni tanto, lasciava tradire una qualche inflessione dialettale. Insomma, telefonate, lettere intimidatorie stanno circondando il parroco che va avanti nella sua azione pastorale, e che preannuncia che di certo non si fermerà di fronte a questo tentativo di bloccare la voglia di una comunità di tornare ad una situazione normale. Gli inquirenti, proprio grazie a queste telefonate, ora hanno un bel po' di materiale su cui lavorare, tanto che il sostituto <strong>Giovanni De Palma</strong>, nell'incontro a quattr'occhi col parroco, tenutosi sempre nella giornata di lunedì scorso ha lasciato presagire novità a breve, che potrebbero arrivare quanto prima se qualche cittadino dovesse decidersi a parlare. Un'occasione, in cui il parroco di Taurisano, operante a Ugento, ha sottolineato il «muro contro muro» che si è venuto a creare nel tempo all'interno della città tra parte civile e parte istituzionale, l'amministrazione per intenderci, del sindaco <strong>Eugenio Ozza</strong>, che non avrebbe attestato, stando alle stesse parole del parroco, mai segni di solidarietà.</p>
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